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    Bimba morta di stenti, Alessia Pifferi: “Pensavo che i biberon bastassero”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 19 Set. 2023 alle 15:02

    “Mi manca mia figlia. Ero orgogliosa di lei, non è mai stata un peso per me”. Lo ha detto Alessia Pifferi davanti alla Corte d’Assise di Milano nel processo in cui è imputata per l’omicidio volontario pluriaggravato della figlia Diana di 18 mesi, morta di stenti dopo essere stata lasciata a casa da sola per sei giorni. “L’ho lasciata da sola in casa, ma pochissime volte. La lasciavo con il biberon di latte e due bottigliette di acqua e una di the e, quando rientravo, di solito era tranquilla che giocava nel lettino, la lavavo, la cambiavo e le davo la pappa”, ha aggiunto.

    Rispondendo alle domande del pm Francesco De Tommasi, la 37enne Alessia Pifferi ha spiegato di averla già lasciata sola altre volte prima di quella fatale. “Quando rientravo di solito era tranquilla che giocava con i suoi giochini nel lettino. La lavavo, la cambiavo e le davo la pappa”. Come ha spiegato la donna, in quelle occasioni andava in provincia di Bergamo dal compagno, con il quale aveva da tempo una relazione “tira e molla”.

    Quando le è stato domandato come si comportasse solitamente con Diana, la Pifferi ha risposto: “La accudivo come una mamma accudisce normalmente un figlio. Le davo da mangiare, la lavavo e la cambiavo. Cose normali. Se stava male, contattavo l’ospedale. La crescevo”. E ancora; “Non c’è stata alcuna festa del battesimo” per Diana ma “l’ho inventata per fare un’uscita in limousine con il signor D’Ambrosio (il suo ex compagno, ndr)”.

    “Io mi preoccupavo di mia figlia – ha detto, – ma purtroppo avevo paura delle reazioni del mio compagno. Avevo paura di parlare con lui, era parecchio aggressivo nel verbale. Una volta ha anche cercato di sbattermi contro a un vetro in una discussione. Mi preoccupavo per mia figlia ma al tempo stesso avevo paura di chiedergli di portarmi a casa”. In altri passaggi del suo esame in aula, la donna ha spiegato più volte che per il compagno la bambina “era un intralcio”. E’ ancora: “Diceva che le voleva bene, ma non era vero. Mi ha usata e basta”.

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