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    Biennale Venezia, Franceschini davanti al barcone-opera sui migranti: “Dopo mesi di odio, tornano civiltà e umanità”

    Il ministro della Cultura Dario Franceschini, dopo aver partecipato alla serata finale della Mostra del cinema di Venezia, è oggi alla Biennale di arte contemporanea con un video-commento sull'opera di Christoph Büchel

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 8 Set. 2019 alle 15:18 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:20

    Biennale Venezia, Franceschini sui migranti: “Tornano civiltà e umanità”

    Una foto e un video postati su Twitter, davanti al barcone-monumento dell’artista svizzero Christoph Büchel in memoria del naufragio del 2015, per sottolineare che “dopo mesi di dolore e odio tornano civiltà e umanità”. Così Franceschini parla dei migranti.

    Il ministro della Cultura Dario Franceschini, dopo aver partecipato alla serata finale della Mostra del cinema di Venezia, è oggi alla Biennale di arte contemporanea.

    “A Venezia a la Biennale davanti al barcone del naufragio del 2015 in cui morirono quasi mille migranti. L’allora Presidente @matteorenzi – ha scritto su Twitter – decise di recuperarlo per renderlo un simbolo delle morti di migranti nel Mediterraneo. Dopo mesi di odio e dolore tornano civiltà e umanità”.

    Franceschini attacca Salvini: “Basta odio, ricomincio dall’antifascismo”

    Almeno all’apparenza, la direzione intrapresa dal nuovo governo sembra in netta contrapposizione alla linea dura di Salvini in tema di migranti. Le frasi del neo ministro Franceschini non lasciano spazio all’immaginazione.

    “Barca Nostra”, l’opera di Büchel, realizzata in collaborazione con l’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, il Comune di Augusta e il Comitato ‘18 Aprile 2015’, ha tramutato un enorme relitto dell’orrore in monumentale installazione temporanea, prelevandolo dal pontile della Marina Militare di Melilli (Siracusa) dov’era custodito.

    Si tratta del barcone affondato il 18 aprile del 2015 nel Canale di Sicilia, in acque internazionali, a 96 km dalla costa libica e a 193 km a sud dell’isola di Lampedusa. Fu il naufragio più imponente tra quelli registrati nel Mediterraneo in questi anni di disperate migrazioni, di tensioni geopolitiche, di cinica propaganda, di irresponsabilità condivise e di recrudescenze xenofobe

    La tragedia del naufragio del 2015

    Nel naufragio di un barcone, di circa 20 metri, morirono centinaia di persone; le prime stime fatte dalla Guardia Costiera parlavano di 700 persone, ma un sopravvissuto dissi 950 persone a bordo. Solo 28 i superstiti.

    Secondo la procura di Catania, il naufragio fu provocato da una manovra sbagliata dello scafista che portò a una collisione tra il peschereccio che trasportava i migranti e un mercantile, il King Jacob, che si era avvicinato per prestare aiuto.​

    È la più grave sciagura del mare dal dopoguerra, peggiore anche della strage di Lampedusa (Agrigento) del 3 ottobre 2013, con i suoi 366 morti e 20 dispersi. A seguito del naufragio i mass media internazionali diedero ampio spazio alla vicenda.

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