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    Benzinai, revocato il secondo giorno di sciopero: “Lo facciamo per gli automobilisti, non per il governo”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 25 Gen. 2023 alle 17:14 Aggiornato il 25 Gen. 2023 alle 17:23

    Benzinai, revocato il secondo giorno di sciopero: l’annuncio dei sindacati

    È stato revocato il secondo giorno di sciopero dei benzinai: la decisione è stata comunicata dai sindacati dopo un nuovo incontro con il governo avvenuto nel primo pomeriggio di mercoledì 25 gennaio 2023.

    Lo sciopero, indetto da Faib, Fegica e Figisc per le giornate di mercoledì 25 e giovedì 26 gennaio, dunque, terminerà alle ore 19.00 di oggi, mercoledì 25 gennaio, sulla rete ordinaria e alle ore 22.00 sulla viabilità autostradale.

    “Il secondo giorno di sciopero lo revochiamo a favore degli automobilisti, non certo per l’esecutivo – spiegano i sindacati in una nota – Pur riconoscendo di aver potuto interloquire in maniera costruttiva con il Ministero che si è speso per diventare interlocutore propositivo, l’incontro ha confermato il persistere di molte criticità”.

    La decisione è arrivata dopo l’incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy al quale hanno partecipato anche diversi esponenti dell’opposizione: Vinicio Peluffo (Pd), Maria Cecilia Guerra (Pd-Idp) e Chiara Appendino (M5S).

    “Anche quest’ultimo ennesimo tentativo di rimediare a una situazione ormai logora, non è riuscito a evidenziare alcun elemento di concretezza che possa consentire anche solo di immaginare interventi sui gravissimi problemi del settore e di contenimento strutturale dei prezzi” spiegano ancora i sindacati.

    Nel comunicato le sigle sindacali sottolineano che “le proposte emendative avanzate dal governo al suo stesso decreto non rimuovono l’intenzione manifesta di individuare i benzinai come i destinatari di adempimenti confusi, controproducenti oltreché chiaramente accusatori. Appare ormai chiaro che ogni tentativo di consigliare al governo ragionevolezza e concretezza non può o non vuole essere raccolto”.

    Per questo motivo “anche insistere nel proseguire nell’azione di sciopero, utilizzata per ottenere ascolto dal governo, non ha più alcuna ragione di essere. Tanto più che uno degli obiettivi fondamentali, vale a dire ristabilire la verità dopo le accuse false e scomposte verso una categoria di lavoratori, è stato abbondantemente raggiunto”.

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