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    Bari, processo al suo stalker rinviato per un cavillo. La vittima: “Un mese è un’eternità”

    Di Piera Rocco
    Pubblicato il 25 Ago. 2022 alle 12:47 Aggiornato il 25 Ago. 2022 alle 16:02

    Fin dal 2013 l’ex compagno la seguiva, bussava a casa sua nel cuore della notte e la minacciava. Solo dopo cinque anni la quarantanovenne barese è riuscita a trovare il coraggio di denunciarlo ai carabinieri, ma tra il 2018 e il 2021 sono ammontate al numero di sei le denunce che ha sporto a carico dello stalker.

    Un mese dopo l’ultima denuncia si sono concluse le indagini e il processo preliminare era stato fissato a luglio di quest’anno. Ma arrivate in aula la querelante e le sue avvocate dell’associazione Gens Nova sono state rimandate a casa per un rinvio dovuto a un difetto procedurale.

    Un’altra dimostrazione di una giustizia incapace di tutelare le vittime, considerando che quando si ha a che fare con questi reati “un mese è un’eternità” come ha dichiarato la protagonista del caso stessa. Senza tutela rimane esposta alle vessazioni dell’ex compagno. “Vorrei che un giudice tutelasse il mio diritto alla serenità” aveva scritto nell’accusa. Anni di vita rubati da una causa quasi immobile.

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