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    Baci, abbracci e apprezzamenti: prete a processo per abusi, ma continua a insegnare nella stessa scuola

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 23 Feb. 2023 alle 12:13

    Baci, abbracci e apprezzamenti: prete a processo per abusi, ma continua a insegnare nella stessa scuola

    Da due anni è a processo per presunti abusi avvenuti nel liceo in cui continua ancora a insegnare. È il caso di don Luca Matteo, docente di religione del liceo “Francesca Capece” di Maglie, nel leccese, riportata da Il Corriere del Mezzogiorno. Il 48enne è accusato di molestie e violenza privata, continuate e aggravate, nei confronti di una decina di studentesse e di un’altra insegnante. I fatti risalgono al periodo tra il 2015 al 2019, quando era anche vicepreside dell’istituto.

    Il sacerdote è accusato di numerosi episodi, in cui avrebbe costretto le studentesse e l’insegnante a subire “atti non graditi” come baci, abbracci e carezze sulle labbra, oltre a tentativi di sistemare gli occhiali o chiudere le zip delle studentesse. A loro avrebbe anche rivolto apprezzamenti come “sei molto bella”, “sei la luce dei miei occhi” e “quando ti vedo mi aggiusti la giornata”. In un altro caso, avrebbe insultato un’alunna che indossava dei pantaloni strappati nei corridoi chiamandola “zoccola”.

    Secondo la procura, “recava alle studentesse e ad una docente ripetute molestie, che finivano per interferire sgradevolmente nella quiete e nella libertà delle stesse”. L’uomo è inoltre accusato di violenza privata perché avrebbe costretto la madre di un’alunna a iscrivere la figlia nella sezione in cui insegnava, avvertendo la donna che sarebbe “diventato terribile” in caso contrario. L’alunna sarebbe poi stata insultata dal docente dopo aver presentato una certificazione medica che attestava disturbi specifici dell’apprendimento, chiamandola “capra” e “handiccapata” e minacciandola di fare pressioni sul consiglio di classe per farla bocciare, come poi avvenuto, se non avesse cambiato istituto.

    Soltanto una delle studentesse si è costituita parte civile, mentre tutte le altre hanno minimizzato gli episodi. Anche un’altra insegnante ha cercato di sminuire quanto accaduto, ma è stata redarguita dalla giudice Annalisa De Benedictis, che le ha ricordato le intercettazioni che la smentivano.

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