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    Avellino, la chat dei fidanzati accusati di omicidio: “Mi manchi, quando li uccidiamo?”

    A sinistra Giovanni Limata, a destra Elena Gioia

    I messaggi della coppia sono depositati agli atti dell’inchiesta che tenta di ricostruire i fatti dietro l'omicidio del 53enne Aldo Gioia, padre di Elena. Il fidanzato 23enne della ragazza, Giovanni Limata, ha confessato e ha detto che il piano della 18enne era sterminare tutta la famiglia

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 28 Apr. 2021 alle 10:54 Aggiornato il 28 Apr. 2021 alle 10:57

    “Mi manchi”. “Anche tu, quando li uccidiamo?”. “Venerdì potremo stare insieme, ti amo”. Sono i messaggi scambiati dalla 18enne Elena Gioia e il 23enne Giovanni Limata, i due fidanzati di Avellino accusati di aver organizzato l’omicidio del padre 53enne della ragazza, Aldo Gioia, avvenuto la sera di venerdì 23 aprile.

    Le chat della coppia, pubblicate da Repubblica Napoli, sono depositate agli atti dell’inchiesta che tenta di ricostruire cosa sia accaduto nel dettaglio quella sera. Secondo quanto emerso finora, Gioia è stato assassinato con 14 coltellate dal 23enne, cui Elena avrebbe aperto la porta dell’appartamento. L’uomo era contrario alla relazione della figlia con Giovanni Limata, che aveva dei precedenti per spaccio e aveva provato in passato ad aggredirlo armato di sciabola.

    I giovani, che attualmente si trovano in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato, di fronte al gip Paolo Cassano hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il 23enne, subito dopo l’arresto, ha confessato l’omicidio e ha detto agli agenti della squadra mobile che l’intenzione iniziale di Elena era di sterminare tutta la sua famiglia.

    Fidanzati di Avellino, le chat prima dell’omicidio

    Gli inquirenti si stanno concentrando sui messaggi tra i due ragazzi. “Odio tutta la mia famiglia“, scrive Elena al fidanzato a un certo punto. “Io non li odio, dobbiamo essere liberi”, risponde lui. “Che fa il tuo cane se mi sgama dietro la porta? Abbaia? O non fa niente e sta zitto? “, chiede Giovanni Limata in un altro messaggio. “Ti lascio la porta aperta, mi prendo Milly e mi chiudo nella stanza. Appena tu hai finito vieni da me e ce ne andiamo”, la risposta della ragazza.

    E ancora “Papà sta dormendo”. “Sono dentro “. Tra i messaggi anche alcuni che riguardano la sorella di Elena, Emilia: “Hai deciso? Anche lei?” . “Amò, mia sorella non può rimanere. Ho deciso, non rimane nessuno” . A far saltare il piano sarebbero state proprio le grida e le richieste di aiuto della madre e della sorella di Elena, Emilia, che hanno messo in fuga Limata e avrebbero spinto la 18enne a inventare la storia dei rapinatori.

    L’avvocato della ragazza, Vanni Cerino, adesso sta preparando il ricorso al tribunale del Riesame e valuta la possibilità di richiedere la perizia di uno psicologo. Giovanni Limata è difeso invece da Mario Villani. Ieri intanto nella chiesa di San Ciro di Avellino, si sono tenuti i funerali di Aldo Gioia che lavorava come responsabile dell’ufficio tecnico della Fca di Pratola Serra.

    Leggi anche: Avellino, 53enne ucciso dalla figlia e dal fidanzato perché contrario alla relazione

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