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    Assenteismo, sindaco di Scalea arrestato: timbrava e andava via dall’Asp, dove lavorava

    Gennaro Licursi, ora agli arresti domiciliari, dovrà rispondere dell'accusa di truffa aggravata: avrebbe accumulato oltre 650 ore di assenza ingiustificata, non dal Comune ma dall'Asp dove lavorava

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 12 Dic. 2019 alle 11:28 Aggiornato il 12 Dic. 2019 alle 13:04

    Assenteismo, arrestato il sindaco di Scalea, Gennaro Licursi: timbrava e andava via dall’Asp dove lavorava

    Timbrava il cartellino e andava via, arrivando ad accumulare ben 650 ore di assenza ingiustificata dall’Azienda sanitaria provinciale in cui lavorava: per questo motivo Gennaro Licursi, sindaco di Scalea (comune in provincia di Cosenza) è stato arrestato dalla Guardia di Finanza per assenteismo.

    Licursi si trova ora agli arresti domiciliari e per lui è scattata anche la sospensione dell’esercizio di pubblico servizio. Mentre gli investigatori cercano di far luce su altri impiegati, complici delle sue condotte. L’accusa, nei confronti del primo cittadino (eletto in una lista civica in area centrosinistra), è di truffa aggravata ai danni dell’Asp di Cosenza.

    La procura della Repubblica di Paola ha parlato di un “quadro indiziario particolarmente grave”. Dalle indagini, infatti, è emerso che molto spesso il sindaco di Scalea timbrava e poi lasciava l’ufficio dell’Asp per dedicarsi alle proprie attività personali. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, dunque, è finita l’attività di Scalea come impiegato dell’Asp e non quella di primo cittadino. Insieme alla custodia cautelare ai domiciliari, nei suoi confronti è stato eseguito anche un sequestro di beni per un valore di 12mila euro.

    In alcuni casi, addirittura, Licursi avrebbe fatto in modo che le sue uscite arbitrarie e personali figurassero come “missioni” per conto dell’Asp. Ed è proprio qui che intervenivano tre suoi colleghi di Cosenza, Amantea e Scalea, anche loro sospesi dal servizio perché considerati suoi complici: certificavano che la missione fosse stata svolta regolarmente, anche se il primo cittadino in realtà faceva altro.

    Per formulare la sua accusa, la procura ha acquisito le immagini delle telecamere poste all’interno degli uffici del distretto sanitario del Tirreno di Scalea, oltre alle analisi dei tabulati telefonici e al monitoraggio con sistema Gps. Non sono mancati anche pedinamenti da parte degli agenti. Fino all’arresto del sindaco Licursi, che adesso dovrà rispondere dell’accusa di truffa aggravata.

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