La piccola Diana, 18 mesi, è morta di sete e in bocca e nello stomaco aveva frammenti di pannolino. Sono questi i dettagli terribili emersi dall’autopsia. Diana aveva ingerito pezzi del pannolino che aveva addosso, che si era strappata via e che gli inquirenti hanno ritrovato accanto al suo corpicino esanime.
La bambina non beveva da giorni. La madre, Alessia Pifferi, l’aveva lasciata chiusa nell’appartamento, con le finestre chiuse nell’afa di luglio. Dettagli di una morte atroce, che avranno il suo peso in fase dibattimentale durante il processo nei confronti della donna.
Chiesto l’ergastolo
Le indagini, in corso da luglio, sono in fase conclusiva e termineranno il 30 gennaio 2023. La difesa ha chiesto che vengano depositate le relazioni sull’incidente probatorio, mentre il Gip ha respinto gli accertamenti su due tazzine da caffè trovate in cucina perché ritenuti inutili e dispersivi. La difesa di Pifferi, invece, sosteneva che avrebbero potuto provare la presenza di persone in casa nelle ore precedenti alla morte della neonata.
La procura è intenzionata a chiedere il giudizio immediato con l’accusa di omicidio pluriaggravato, che prevede la pena fino all’ergastolo. La mamma, Alessia Pifferi di 37 anni, che è in carcere dal luglio scorso, in isolamento, non ha mai cambiato la versione del motivo che l’ha spinta ad abbandonare sua figlia per giorni: “Ci contavo sulla possibilità di avere un futuro con lui e, infatti, era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire”. Secondo le parole della donna, dunque, avrebbe rischiato che la bimba morisse, com’è avvenuto, pur di restare con quell’uomo.