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Moda, boom dell’usato: il mercato del “second hand” è triplicato in tre anni

Di Marco Nepi
Pubblicato il 6 Ott. 2022 alle 16:15 Aggiornato il 6 Ott. 2022 alle 16:24

Il valore stimato del mercato di rivendita di abbigliamento, noto come “second hand”, cioè “di seconda mano”, è compreso tra i 100 e i 120 miliardi di dollari in tutto il mondo, il triplo rispetto al 2020. lo rivela un’analisi di Bcg (Boston Consulting Group) e della piattaforma specializzata in abiti e accessori Vestiaire Collective, realizzata attraverso due studi condotti su 6mila consumatori due anni fa e 2mila quest’anno. Con questo dato il mercato dell’usato si attesta tra il 3% e il 5% del settore complessivo dell’abbigliamento, delle calzature e degli accessori: secondo il report, tra quelli che acquistano prodotti usati questo tipo di articoli rappresenta circa il 25% del loro intero guardaroba.

Si tratta perlopiù di persone appartenenti alla cosiddetta Generazione Z, i nati tra il 1997 e il 2012: in questa fascia d’età è più probabile che qualcuno acquisti (31%) e venda (44%) articoli di seconda mano, con i millennial alle spalle. Sarah Willersdorf, Global Head of Luxury di BCG e coautrice del rapporto, ha dichiarato: “Ora è certo che i consumatori hanno abbracciato l’usato e sta cambiando il modo in cui acquistano e vendono i loro vestiti. C’è un’enorme opportunità per i marchi che entrano in questo mercato di catturare nuovi clienti e allo stesso tempo fare appello agli acquirenti esistenti motivati ​​da sostenibilità, convenienza ed esclusività”. Parte di questa crescita si deve a una maggiore sensibilità verso la sostenibilità: un sondaggio su 2.000 persone quest’anno ha affermato che l’accessibilità è citata come il principale fattore trainante per l’acquisto di articoli di seconda mano tra più della metà degli intervistati, nonostante questa tendenza sia in calo.

Per il mercato del second hand sono ovviamente fondamentali i venditori: il 60% di coloro che vendono articoli di seconda mano cercano di ripulire i propri guardaroba e fare spazio. La stessa percentuale ha dichiarato di farlo per recuperare il valore residuo dei propri articoli e spenderli in prodotti di seconda mano (39%) o di prima mano (20%).

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