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    Da Marta Marzotto agli Agnelli, Liborio lo storico parrucchiere di Roma a TPI: “Io che ho tagliato i capelli all’alta società oggi devo reinventarmi”

    Liborio Falanga davanti al suo storico salone di via Ripetta, nel centro di Roma. Credit: Valeria Sforzini/TPI

    Nel suo negozio sono passate le signore della nobiltà romana e del jet set degli anni '80. Poi la crisi che ha sparigliato le carte. Ora, a 78 anni, Liborio Falanga accetta la nuova sfida e si rimette in gioco per tornare al successo di un tempo

    Di Valeria Sforzini
    Pubblicato il 25 Set. 2019 alle 19:33 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:21

    L’intervista a Liborio, lo storico parrucchiere di Roma

    Dalle pettinature afro degli anni ’70, agli eccessi cotonati degli anni ’80. Tra le settimane bianche a Cortina e la bellezza di una Roma esagerata dopo il boom economico, le forbici e le spazzole di Liborio Falanga potrebbero raccontare la storia di un mondo che non c’è più.

    Lui, lo storico parrucchiere di via Ripetta, ricorda ancora quando un pomeriggio, dopo taglio e piega, ha stappato una bottiglia di champagne nel suo negozio e si è messo a ballare con Marina Ripa di Meana e Marta Marzotto. Due clienti abituali del suo salone. Scene di vita quotidiana, la normalità per chi ha potuto godere del buon umore dell’alta società, in tempi in cui i soldi giravano e i grandi patrimoni non venivano nascosti sotto al materasso.

    Quello di Liborio è un nome che si passa di mamma in figlia: “I miei clienti appartengono soprattutto alla nobiltà locale” – dice a TPI – “Ho 4 generazioni delle casate romane: tutta la famiglia dei Barilla. Poi gli Agnelli e i Benetton. Quando è di passaggio, ancora oggi il figlio di Montezemolo viene a farsi sistemare i capelli”.

    Liborio Falanga, 65 anni di carriera tra Roma e Cortina, con saloni in tutta Italia. Nato a Roma Ostiense 78 anni fa. Ancora oggi vive lì: “Perché le radici non bisogna dimenticarle”.

    Liborio all’interno del suo salone. Alle spalle, un suo ritratto di quando aveva 20 anni

    Dopo il grande successo ottenuto negli anni del boom economico, con clienti d’eccezione da tutta Italia, oggi si confronta con una situazione nuova, di cambiamento e crisi economica. Un momento storico complesso che sceglie di affrontare con una grinta non scontata per un professionista della sua età.

    “Voglio fare una scommessa” racconta Liborio Falanga dal suo salone. “Rimanere nella mia città e fare qualcosa di buono. Sono innamorato di Roma e proprio oggi che tutti se ne vanno dall’Italia, io voglio restare. Darmi da fare ogni giorno, dal mattino alla sera per portare il mio negozio ai livelli di un tempo. Se riesco a farcela a 78 anni, ho vinto la mia battaglia nella vita”.

    A 13 anni inizia la sua carriera andando a bottega dai migliori parrucchieri delle periferie romane. Poi è passato ai grandi saloni: “A 18 anni sono diventato apprendista da Roberto, in via Borgognona. Uno dei migliori in città. Lì sono rimasto fino a che non ho deciso che fosse il momento di partire e di prendere la mia strada”.

    Dopodiché la scelta di trasferirsi a Cortina, la regina delle Dolomiti, dove la nobiltà e la “gente che conta” trascorreva le vacanze in settimana bianca, concedendosi ogni tipo di sfizio, tra pellicce, feste e champagne.”Nel 1960 ho fatto la valigia e sono andato a Cortina sulla spinta di un boom che non finiva mai. E nel ’65 ho aperto un negozio tutto mio”.

    Il ritorno a Roma è stato successivo. “Nel ’69 sono rientrato e ho creato un salone con i miei due fratelli in via delle Carrozze. Il successo è arrivato di lì a poco. Negli anni ’70 abbiamo inventato la pettinatura scalata che è diventata iconica nel mondo grazie a Farrah Fawcett. Venivano da tutta Italia a chiederci di farla”.

    Da quel momento, Liborio non si è mai fermato. Si è messo in proprio, separandosi dai fratelli e aprendo il proprio salone, presto diventato il punto di riferimento nella capitale per industriali e nobili.

    I tagli venivano fatti con la sua firma anche a Ferrara, al Lido di Venezia, a Porto Ercole e Porto Rotondo.

    Oggi sono rimasti aperti solo i due negozi di Roma e Cortina, quest’ultimo è comparso anche nel film dei fratelli Vanzina: “Vacanze di Natale 2000”. Ed è proprio sul loro successo che ora Liborio Falanga ha deciso di investire.

    Cosa è cambiato nella professione del parrucchiere da quando ha iniziato oltre 60 anni fa?

    Il settore è in crisi, non è più come prima, ma si resiste con sacrificio.

    Oggi il mondo è cambiato: le spese sono tante e purtroppo anche i ricchi piangono. Non bisogna  più alzare i prezzi, i soldi non girano più come prima, ma neanche abbassarli troppo, altrimenti il rischio è dare l’impressione che cali anche la qualità. Io uso la mia linea di prodotti, che aggiorno continuamente e alcuni collaboratori sono con me da 30 anni. Taglio e piega nel mio salone? tra gli 80 e gli 85 euro. Un prezzo medio/alto per essere nel centro di Roma.

    Anni fa le persone venivano 2 o 3 volte al mese, oggi si è fortunati se fanno un taglio ogni due mesi. Magari la piega vanno a farsela sotto casa, ma sta al parrucchiere essere bravo e far durare il taglio più a lungo. Anche in un momento di crisi si può fare qualcosa di buono, ma bisogna usare la testa e adattarsi ai tempi.

    Se prima passavo la maggior parte del tempo nel salone di Cortina e scendevo a Roma pochi mesi all’anno, adesso ho deciso di invertire la rotta e di investire qui tutte le mie capacità. Sono i tempi che lo impongono. È come essere tornati agli anni prima del boom economico. Oggi per avere successo bisogna lavorare praticamente senza sosta.

    I tempi sono cambiati: prima andavo a ballare a Cortina, le clienti facevano festa nel mio negozio. Oggi non sarebbe pensabile. Le signore sono tutte incavolate e puntano su altro: pulizia e servizio.

    Qual è il segreto del suo successo?

    Classe e eleganza. Oggi in tanti sono molto bravi, ma possedere queste qualità non è da tutti.

    L’importante è mantenere la serietà: nel mio negozio di parrucchieri, da Liborio Falanga a Roma non si spettegola e non si parla delle faccende personali dei clienti.

    Lavorare con la nobiltà romana ha aiutato. Ho imparato così. Mio nonno era un contadino, e io ho la quinta elementare. Non potendo avere una tradizione di classe, ho avuto la fortuna di avere una sensibilità molto sviluppata e di riuscire a imparare dai clienti. L’importante, in ogni caso, è riuscire ad adattarsi.

    Sono stato uno dei pochi a essere invitato nella spiaggia del principe Ranieri, che aveva appena rifiutato Onassis. Ma sono una persona semplice. Ho imparato tanto dalla università della strada.

    Posso andare a pranzo con il mio amico d’infanzia uscito di prigione ed essere a cena dalla signora Barilla, che riceveva solo quindici ospiti all’anno.

    Qual è la sua strategia per tornare a essere un punto di riferimento anche a Roma?

    Bisogna sapersi aggiornare e saper avere a che fare con le donne. Serve una certa sensibilità. Se prima era impensabile dare del “tu” a una cliente appena conosciuta, oggi mi sono abituato a farlo. Altrimenti vieni preso per presuntuoso.

    È difficile alla mia età saper andare incontro alle esigenze delle ragazzine più giovani, eppure nel mio salone vengono anche molte adolescenti. Il segreto è sempre quello: essere in grado di ascoltare e di usare la propria sensibilità.

    Quando una donna comincia ad avere una certa età e il parrucchiere pensa che sia ora che si tagli i capelli, bisogna dirglielo con un certo modo. Allo stesso tempo, se io penso che una ragazza stia bene con i capelli corti ma lei non è convinta, allora non glieli taglierò mai. Nessuna donna dovrebbe uscire in lacrime dopo essersi fatta i capelli.

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