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Giorgio Armani a Parigi: “Ho preso una posizione, che fine ha fatto l’alta moda parigina? Non c’è paragone”

Di Marco Nepi
Pubblicato il 5 Lug. 2023 alle 14:44

“E se dalla prossima volta sfilassi Armani Privé a Milano? Chi di voi è d’accordo e chi di voi è contrario? Che faccio, rimango a Parigi accanto ad un’alta moda che non si può più definire tale?”. Giorgio Armani va dritto al punto e spiazza i giornalisti con questa domanda a bruciapelo a margine della sua sfilata Privé FW 2023/2024. Lo fa dopo aver presentato una collezione che definisce come la “più alta alta moda che io abbia mai fatto”, una lectio magistralis di armaniana bellezza, in cui creatività ed eleganza sono in perfetta sinergia.

“Non lo nascondo, mi trovo in disappunto con le collezioni di haute couture che vedo qui a Parigi”, confida lo stilista con fare liberatorio. Tra una manciata di giorni compirà 89 anni, sessantasei dei quali vissuti tra abiti e bozzetti: la moda è stata tutta la sua vita, riconosce che gli ha dato tanto ma non può esimersi dal rimarcare che gli ha anche tolto tanto. E con franchezza condivide con la stampa italiana le sue riflessioni: “Premesso che ognuno può fare quello che vuole, sono un po’ perplesso dal lavoro dei miei colleghi. Mi sento un po’ a disagio perché chiaramente non c’è paragone tra le creazioni degli altri brand e i vestiti che faccio io. Che fine ha fatto l’alta moda? Dov’è quel glamour, quel fascino, che pervadeva un tempo Parigi e mi ha spinto a venire qui?”.

“Onestamente, non credo di aver mai fatto una couture così: sono abiti che, a mio parere, una volta indossati, e in movimento, diventano eccezionali. Stavolta credo di aver preso una posizione precisa: perciò ci tengo a presentarla nel luogo giusto”. Sono tutte mise perfette per il red carpet, e infatti tra gli invitati ci sono Emma Thompson, Laura Dern e la giovane Sydney Sweeney, tutte dive che spesso vestono Armani per le loro uscite ufficiali. “La regola da ricordare è che sul tappeto rosso tutti vogliono apparire al meglio: non sempre però la cosa riesce. Ci sono designer che s’inventano cose… indescrivibili”, medita con un filo d’ironia. Ma torna serio quando passa a parlare del suo lavoro. “La vita mi ha premiato, sono il primo a dirlo. Ma, a quasi 89 anni (li compie l’11 luglio, ndr), posso anche dire che mi ha tolto parecchio: mi sarebbe piaciuto godermi tante cose che per gli altri sono normali, ma che ho dovuto mettere da parte per questo mondo”.

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