Nel triangolo di mare compreso tra Sicilia, Sardegna e Campania entrerà in funzione nei prossimi anni un’infrastruttura energetica cruciale per la transizione verde dell’Italia e dell’Europa. È il progetto del Tyrrhenian Link, un corridoio elettrico sottomarino lungo 970 km che collegherà le due più grandi isole del Mediterraneo e il continente. L’opera consentirà, da un lato, di potenziare l’interscambio di energia elettrica tra Nord e Sud e, dall’altro, di favorire la progressiva decarbonizzazione dei sistemi energetici siciliano e sardo.
Il collegamento – un doppio cavo da 1.000 MW di potenza, che correrà nei fondali a una profondità massima di oltre 2mila metri – è stato proposto e progettato dal gestore della rete elettrica nazionale, Terna: i lavori di realizzazione sono iniziati lo scorso febbraio, dopo un lungo iter autorizzativo che ha coinvolto Comuni, Regioni e Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. L’infrastruttura dovrebbe essere operativa a partire dal 2028.
L’investimento complessivo ammonta a 3,7 miliardi di euro, un record nel nostro Paese per un’infrastruttura elettrica. Il Governo, anche con il recente Dpcm Sardegna, l’ha classificato come intervento di importanza strategica, e anche l’Unione europea ne ha riscontrato il valore accordando un finanziamento da 500 milioni di euro nell’ambito del programma RePowerEu.
Il contesto
Ad oggi le fonti energetiche rinnovabili soddisfano circa il 40% della domanda di elettricità in Italia, un dato in costante crescita da anni, ma che nel prossimo futuro dovrà aumentare ancora: il Pniec (Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima) fissa infatti l’obiettivo di arrivare al 63,4% entro il 2030.
A trainare la crescita degli impianti green è il Sud, territorio che abbonda di sole e vento. Nel 2024 il Mezzogiorno e le Isole hanno generato il 39% della produzione nazionale da fotovoltaico e il 96% di quella da eolico. Negli anni a venire questo primato sarà ulteriormente consolidato. Per averne conferma, basta consultare il portale di Terna che monitora in tempo reale le richieste di connessione di nuovi impianti da fonti rinnovabili: Puglia, Sicilia e Sardegna sono ai primi posti per numero di domande di autorizzazione relative a pannelli solari o pale eoliche (segue la Basilicata).
Se dunque le rinnovabili hanno il loro epicentro nel Meridione, al contrario la quota preponderante dei consumi elettrici è assorbita dalle regioni settentrionali, dove vive la maggioranza della popolazione e dove hanno sede le principali attività economiche del Paese.
Si spiega così l’importanza di rafforzare le interconnessioni elettriche lungo l’asse Sud-Nord. Tanto più per le due isole maggiori, che oggi presentano collegamenti con il continente inadeguati a reggere il peso dell’elettrificazione spinta che si profila nel prossimo decennio. Tra la Sicilia e la penisola c’è un’unica rete di connessione elettrica ed è nell’estremo nord-est dell’isola: il cavo sottomarino che va da Sorgente, in provincia di Messina, a Rizziconi, sulla costa reggina. Quanto alla Sardegna, gli allacciamenti con l’Italia continentale sono due, entrambi localizzati nella parte settentrionale dell’isola: il SaPeI, che arriva in Lazio, e il SaCoI, che arriva in Toscana ed è in fase di rinnovo.
Non solo. Creare un corridoio elettrico tra le due regioni insulari e il resto d’Italia è un’esigenza resa ormai improcrastinabile anche dal processo di dismissione dei combustibili fossili, che prevede la riconversione delle centrali termoelettriche e la sostituzione progressiva di gas, petrolio e carbone con energia prodotta da fonti rinnovabili.
La questione investe in special modo la Sardegna, unica regione italiana a non essere mai stata raggiunta dai metanodotti e ancora oggi parzialmente alimentata a carbone. Nel Dpcm Sardegna dello scorso 10 settembre, il Governo indica il Tyrrhenian Link tra le «infrastrutture necessarie al “phase out” dell’utilizzo del carbone in Sardegna e alla decarbonizzazione dei settori industriali dell’isola».
Doppia corsia
Il progetto del Tyrrhenian Link si snoda su due direttrici: la tratta Est, dalla Sicilia alla Campania, e la tratta Ovest, dalla Sicilia alla Sardegna. Per entrambe le tratte, l’approdo dei cavi marini sarà realizzato con la tecnica Horizontal Directional Drilling (HDD), una trivellazione rettilinea che evita scavi a cielo aperto sulle spiagge.
La tratta Est costituirà il collegamento sottomarino più lungo mai realizzato da Terna: circa 490 km di cavo in corrente continua a una profondità massima di 1.560 metri. La posa del cavo, iniziata lo scorso febbraio, è stata ultimata a maggio: i lavori sono partiti da Fiumetorto, nel Comune di Termini Imerese (provincia di Palermo), per arrivare a Torre Tuscia Magazzeno, nel Comune di Battipaglia (Salerno).
Sono in corso, invece, i cantieri nei siti che ospiteranno le stazioni di conversione, dove la corrente sarà trasformata da continua ad alternata. Le stazioni sorgeranno sul fronte siciliano nella zona industriale di Termini Imerese e sul fronte campano a Eboli, in provincia di Salerno, nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo in località San Nicola Varco: collocazione, quest’ultima, suggerita dalla comunità locale durante la fase di consultazione pubblica. Dall’approdo di Torre Tuscia Magazzeno i cavi interrati percorreranno circa una quindicina di chilometri per raggiungere la stazione, seguendo un tracciato già esistente e lasciando inalterati ambiente e paesaggio.
A Eboli sarà collocata anche la stazione di smistamento per l’immissione della corrente nella rete di trasmissione nazionale, mentre in Sicilia è previsto l’adeguamento della stazione elettrica esistente di Caracoli, nel Comune di Termini Imerese, per l’allacciamento del collegamento.
Quanto alla tratta Ovest del Tyrrhenian Link, essa sarà lunga circa 480 km e collegherà l’approdo di Fiumetorto a quello di Terra Mala, in provincia di Cagliari. Il cavo stabilirà un primato mondiale, raggiungendo circa 2.150 metri sotto il livello del mare. I lavori di posa sono iniziati lo scorso settembre.
Sul fronte sardo sia la stazione di conversione sia quella di smistamento sorgeranno nel Comune di Selargius, in aree vicine alla stazione elettrica già esistente: da Selargius partirà un cavo interrato lungo circa 30 km fino all’approdo costiero di Terra Mala.
La dimensione europea
La realizzazione della tratta Est è inserita nel programma di finanziamento europeo RePowerUe, istituito allo scopo di migliorare le interconnessioni elettriche nazionali e transfrontaliere nell’Unione europea: il cavo elettrico che collegherà Sicilia e Campania, è ritenuto da Bruxelles cruciale per lo sviluppo e l’integrazione in rete delle fonti rinnovabili. Per questo l’Ue ha accordato uno stanziamento da 500 milioni di euro.
Benefici
Il Tyrrhenian Link si pone come infrastruttura strategica per il sistema elettrico italiano nel percorso della transizione energetica i cui traguardi sono fissati dal Pniec. Il doppio cavo sottomarino tra Sicilia, Sardegna e Campania migliorerà la capacità di interscambio elettrico tra le isole e il continente e tra il Sud e il Nord del Paese: così si potranno ottimizzare i flussi di energia da fonti rinnovabili favorendone lo sviluppo e una maggiore integrazione nel sistema elettrico nazionale. Ciò favorirà anche un aumento della concorrenzialità tra i produttori sul mercato elettrico.
In un’ottica più locale, inoltre, la nuova rete sottomarina rafforzerà i sistemi elettrici interni delle tre regioni toccate, aumentandone i livelli di stabilità e sicurezza e rendendoli più adeguati al nuovo modello energetico verso cui stiamo andando.
Il beneficio, nel medio-lungo termine, sarà anche economico per i consumatori finali. Dato che l’elettricità consente una maggiore efficienza energetica, i costi marginali di produzione si abbasseranno. Nel sistema dei prezzi zonali che entrerà presto in vigore a livello nazionale, Sicilia, Sardegna e Campania dovrebbero quindi registrare un abbassamento delle tariffe in bolletta.
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