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    L’orso polare che si è avventurato molto lontano dal suo habitat naturale

    Gli orsi polari vivono normalmente vicino all'oceano, sul livello del mare. Credits: AFP

    Normalmente vivono vicino all'oceano, ma ora cominciano ad apparire ad altezze fuori dal comune, preoccupando gli esperti

    Di Viola Stefanello
    Pubblicato il 23 Lug. 2018 alle 15:35 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:55

    La Summit Station della National Science Foundation è il centro scientifico a più elevata altitudine e più a nord dell’Artico. Si trova a 3200 metri sul livello del mare, a quasi 322 kilometri dalla costa più vicina, nel cuore della calotta di ghiaccio della Groenlandia.

    Non è per nulla simile all’habitat naturale di un orso polare, che vive normalmente in quei territori vicini all’oceano coperti dal ghiaccio artico, dove gli orsi bianchi in natura cacciano, si cibano e allevano i cuccioli.

    Eppure, alle 5 di mattina del 13 giugno, gli scienziati che stazionavano alla Summit Station si sono sentiti svegliare da delle urla: un orso polare si stava avvicinando pericolosamente alla struttura.

    “Non ha assolutamente senso che ci fosse un orso lì”, ricorda di aver pensato Ryan Kunz, ricercatore di biologia per Harvard. Era il primo caso registrato di un orso bianco arrivato tanto lontano nell’entroterra della calotta di ghiaccio della Groenlandia.

    Normalmente, gli scienziati ritenevano semplicemente impossibile che un orso potesse arrivare tanto lontano dall’oceano.

    Talvolta, questi animali si avventurano sulla terra ferma e attraversano i ghiacciai, ma il loro habitat resta comunque il ghiaccio artico.

    “Non avrei mai potuto immaginare che un orso potesse salire a una tale altezza. È un cosa così strana: stiamo parlando di un animale che passa la sua intera esistenza sul livello del mare”, ha detto Andrew Derocher, esperto di queste creature e professore di scienze biologiche all’Università di Alberta.

    Se gli orsi continuano a spingersi sempre più in là alla ricerca di cibo e gli esseri umani si avventurano sempre più a nord alla ricerca di risorse o per effettuare ricerche scientifiche, questo genere di incontri non potranno che moltiplicarsi.

    Questo è infatti già il terzo di tre casi negli ultimi anni in cui degli orsi polari si sono imbattuti in una stazione scientifica nel cuore della calotta di ghiaccio della Groenlandia – ma è anche la più estrema fino a ora.

    Fortunatamente, nessuno è stato ferito nel corso di questi incidenti recenti, ma con il moltiplicarsi di questi eventi il pericolo non può che aumentare.

    Gli orsi polari, infatti, si nutrono normalmente di carne di foca, leone marino o tricheco, ma non si fanno problemi a vedere anche gli esseri umani o i cani come possibili prede.

    Perché un orso polare dovrebbe allontanarsi tanto dal proprio habitat naturale

    L’immagine straziante di un orso polare sul punto di morire di fame aveva già puntato gli occhi della comunità internazionale sugli effetti del cambiamento climatico sulla fauna locale qualche mese fa.

    Anche nel caso dell’esemplare trovato vicino alla Summit Station, secondo gli esperti la ragione è la decimazione dell’habitat naturale di questa specie in tutto l’Artico.

    Gli orsi polari, come gli altri animali che vivono solo nelle regioni artiche, sono spesso i primi a sentire l’impatto delle temperature e dei mari in aumento.

    Nel 2002, un rapporto del World Wildlife Fund prevedeva che il cambiamento climatico avrebbe potuto portare alla messa in pericolo dell’orso polare o all’estinzione.

    Quindici anni dopo, la situazione è ancora più grave. I terreni ghiacciati dove cacciano degli orsi polari sono estremamente diminuiti. Il National Data and Ice Data Center, che tiene traccia annualmente della copertura di ghiaccio marino, ha registrato i minimi storici nella copertura dei ghiacci marini, un dato destinato a peggiorare.

    Lo scioglimento del ghiaccio marino continua a rappresentare una minaccia gravissima per gli orsi polari.

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