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    Quali sono (e perché) le mete turistiche da evitare nel 2018 secondo la Cnn

    Di Noemi Valentini
    Pubblicato il 23 Gen. 2018 alle 13:27 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:58

    Il 2017 è stato un anno di presa di coscienza dei danni provocati dal turismo di massa.

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    In molte delle località turistiche più gettonate sono esplose le proteste dei residenti contro i troppi visitatori, e molte norme sono state promulgate per tentare di proteggere i fragili ecosistemi. Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook.

    Ecco come La CNN ha stilato una lista delle dodici mete che quest’anno potreste voler evitare, all’insegna di un turismo consapevole e sostenibile.

    Ecco quali sono:

    Le Cinque Terre

    Manarola, Cinque Terre (Liguria)

    Circa due milioni e mezzo di persone hanno visitato le splendide coste liguri nel 2015, portando le autorità locali a prendere in considerazione l’inserimento di una quota di un milione e mezzo di turisti al massimo per ogni anni, al fine di evitare il sovraffollamento.

    Nessuna norma è stata ancora implementata, ma le preoccupazioni per l’ambiente sono reali.

    Le tante crociere portano turisti che restano poco nella zona, non contribuendo all’economia locale ma allo stesso tempo causando un amento di frane e caduta di massi dalle scogliere.

    L’isola di Skye

    L’isola di Skye, in Scozia

    Lo scorso anno le infrastrutture della più vasta isola scozzese hanno più volte minacciato di cedere sotto il peso di migliaia di turisti.

    I residenti di Skye protestano contro il rumore, il sovraffollamento ed il comportamento irrispettoso dei visitatori. Per questo motivo la polizia ha intimato ai viaggiatori di evitare la zona a meno che non abbiano già una prenotazione.

    L’isola è quindi assolutamente da evitare durante l’estate, quando la zona raggiunge il picco di turisti.

    Barcellona

    La vista da Parc Guell, a Barcellona

    Nel 2016 la capitale catalana ha accolto 34 milioni di visitatori, con un aumento del 25 percento in soli quattro anni. L’aumentata presenza dei turisti ha scatenato la rabbia dei residenti, che nel 2017 hanno marciato per le strade della Barceloneta protestando contro il rumore e la mancanza di rispetto per i luoghi.

    Il boom degli affari di Airbnb ha inoltre fatto schizzare gli affitti alle stelle, portando molti di loro a dover lasciare casa.

    La città ha quindi approvato una legge che limita il numero massimo di letti affittabili ai turisti, in modo da contenere il problema.

    Dubrovnik

    L’UNESCO ha minacciato la Ragusa di Dalmazia di revocarle il titolo di Patrimonio dell’umanità, proprio a causa del sovraffollamento. La città è diventata ulteriormente celebre da quando è stata utilizzata come set per alcune puntate della celebre serie tv Game of Thrones.

    La città è quindi stata costretta a ricorrere a misure drastiche per ridurre il numero di turisti, limitandoli a massimo 4mila al giorno (contro gli oltre 10mila che la percorsero in un solo giorno dell’agosto 2016).

    Nel 2016 quasi 800mila persone sono sbarcate a Dubrovnik dalle crociere, restandovi solo per poche ore.

    Venezia

    Venezia

    Da tempo insofferenti nei confronti dei turisti, nel 2017 i cittadini veneziani hanno organizzato numerose proteste.

    La città accoglie quasi 30 milioni di persone all’anno, mentre la popolazione locale è crollata a 55mila abitanti. La giunta si è messa al lavoro su piani per impedire alle crociere di percorrere il Canale della Giudecca, obbligandole a fare un giro più lungo per attraversare la laguna.

    Santorini

    Santorini, Grecia

    Anche la splendida isoletta greca, visitata da circa 2 milioni di persone all’anno, si sta avvicinando al punto di rottura. Circa 850mila visitatori arrivano sulle crociere, restando solo per qualche ora. Il sindaco ha quindi deciso di limitare gli ingressi a massimo ottomila turisti al giorno.

    Bhutan

    Regno del Bhutan

    Il piccolo stato della catena himalayana, preoccupato per il fragile ecosistema della zona, sta cercando di ridurre il numero delle visite. I turisti stranieri, attirati dai quieti monasteri buddisti, dovranno pagare una tassa giornaliera di circa 200 euro.

    Taj Mahal

    Il Taj Mahal, in India

    Ogni anno l’iconico monumento indiano è la meta del viaggio di otto milioni di turisti.

    Questo garantisce ad ognuno un’esperienza caotica, in mezzo ad una calca affannata. Il bianco marmo delle pareti si sta ingiallendo, ed il vicino fiume Yamuna sta arrivando a terribili allarmanti di inquinamento.

    Le autorità stanno quindi valutando di ridurre a 40mila al giorno il numero di biglietti scontati offerti ai visitatori indiani (che pagano quaranta rupie, contro le mille richieste ai turisti stranieri). L’unico momento per godersi la visita sembra essere l’alba, approfittare dell’apertura alle 6 del mattino.

    Everest

    Il Monte Everest

    Il boom di alpinisti sta causando un pericoloso sovraffollamento sulla cima più alta del mondo. Nel 2015 i permessi sono già stati limitati ai soli scalatori esperti, ma questo non è bastato.

    Le autorità nepalesi hanno dunque fatto un passo ulteriore, vietando con provvedimenti molto contestati la scalata di tutti monti della regione centrale himalayana ad alcune categorie di persone al fine dichiarato di ridurre gli incidenti.

    I ciechi, chi abbia subito l’amputazione di entrambi gli arti inferiori (se privi di certificato medico) e gli scalatori solitari non accompagnati da una guida non potranno quindi affrontare la balena bianca delle montagne neppure acquistando il permesso da undici mila dollari richiesto a tutti gli scalatori.

    Machu Picchu

    Macchu Picchu, in Perù

    Nel 2016, cinquemila visitatori al giorno hanno visitato la cittadella inca, il doppio dal numero raccomandato dall’UNESCO.

    Dal 2014 i turisti stranieri devono necessariamente farsi accompagnare da una guida, e ora il Perù ha deciso di istituire anche dei limiti di durata alle visite, che potranno avvenire solo dalle 6 a mezzogiorno e da mezzo giorno alle 5.30.

    Le isole Galapagos

    Galapagos, Ecuador

    Anche l’habitat naturale più famoso del mondo è messo in pericolo dall’alto numero di visitatori. Il governo dell’Ecuador ha quindi limitato il turismo a specifiche aree, ed è obbligatoria la presenza di una guida.

    Nel 2017 sono state introdotte nuove regole per preservare la regione, ma ancora non si sa quando entreranno in vigore. Prima di entrare i visitatori devono mostrare un biglietto aereo valido, la prenotazione ad un hotel o una lettera di un residente che li invita ed un permesso speciale.

    Tutti sono comunque tenuti a seguire le indicazioni riportate sul sito del Parco Nazionale delle Galapagos.

    Antartide

    I ghiacci dell’Antartide

    Da tempo gli ambientalisti sono preoccupati dall’impatto dei turisti in Antartide, temendo per i suoi ghiacci,minacciati dal potenziale sfruttamento del Polo Nord.

    La regione non ha residenti, ma il numero di turisti è cresciuto costantemente, arrivando a quasi 45mila nella stagione 2016-2017.

    Nessuna nave che solchi le gelide acque antartiche può portare più di 500 passeggeri, per via delle strette regole sul numero massimo di visitatori ammessi all’area.

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