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    Il carburante del futuro? Arriverà dalle biomasse

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 16 Dic. 2020 alle 10:52 Aggiornato il 17 Dic. 2020 alle 11:07

    Le condizioni di salute del nostro pianeta destano sempre maggiore preoccupazione e le problematiche legate al surriscaldamento globale e ai relativi danni all’ecosistema hanno generato nuove spinte verso l’adozione di comportamenti maggiormente etici e sostenibili.

    Uno dei settori principalmente responsabili dell’inquinamento su scala mondiale è quello energetico, che contribuisce da solo a generare più del 50% del totale delle emissioni di gas serra. L’impegno diffuso di aziende del settore come Eni nella direzione della decarbonizzazione, ovvero di una riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, fornisce però un segnale importante per la realizzazione di un modello di utilizzo delle risorse maggiormente consapevole.

    Una delle sfide più importanti e ambiziose per il futuro è quella inerente al settore della mobilità, responsabile per circa un quarto delle emissioni globali di gas serra. È qui che occorre ripensare alle fonti di energia utilizzate dai nostri mezzi di trasporto preferendo delle risorse più green come ad esempio i biocarburanti, ovvero innovative fonti di energia provenienti dalle biomasse.

    La produzione di bio-oil

    Cosa sono le biomasse e perché sono così importanti per la produzione di carburante? A raccontarci le loro caratteristiche alcuni dedicati proprio al tema del riuso degli “scarti” nel settore della mobilità sostenibile.

    Le biomasse comprendono tutti i materiali organici utilizzabili come combustibili e rappresentano elementi fondamentali per effettuare una transizione energetica verso forme di produzione meno inquinanti e dannose. Le biomasse possono essere trasformate in combustibili di diverso tipo, solidi, liquidi e gassosi, in qualità di fonti di energia altamente performanti.

    La continua ricerca sostenuta dal settore energetico ha portato alla realizzazione di meccanismi produttivi sempre più innovativi, come la termoliquefazione, un processo termochimico in grado di ricavare da una biomassa di partenza il cosiddetto bio-oil. Tutte le fasi del processo vengono realizzate nell’ottica di ridurre al minimo la dispersione e limitare i costi, incrementando invece il potere calorifico ottenuto dalla produzione finale.

    Da ricordare anche il sistema Waste to Fuel di Eni: l’azienda ha messo a punto un processo che prevede l’utilizzo del materiale di scarto della cucina, ovvero l’umido, come biomassa di partenza.

    Oltre ai rifiuti, però, il processo Waste to Fuel può trattare anche fanghi di depurazione, scarti dell’industria agroalimentare o della grande distribuzione. Il primo esempio al mondo di questa tecnologia è stato realizzato e brevettato nel Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara, per poi diventare un progetto pilota nella Bioraffineria di Gela, in grado di trattare ogni giorno ben 700 kg di frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU).

    Innovazione e diffusione del biocarburante

    Il carburante ecologico rappresenta senza dubbio una risorsa estremamente utile e, grazie al continuo processo di innovazione delle tecniche produttive, la sua diffusione potrà aumentare in maniera significativa nei prossimi anni.

    Ad oggi si calcola che sono raccolti in Italia circa 7 milioni di tonnellate di FORSU, ma con una differenziazione dei rifiuti più efficace si potrebbero raggiungere i 10 milioni di tonnellate. Se unissimo a questa pratica anche una diffusione capillare degli impianti di trasformazione su tutto il territorio nazionale potremmo ricavare annualmente circa 1 miliardo di litri di bio-oil, ovvero il corrispettivo sostenibile di circa 6 milioni di barili di greggio.

    Questo meccanismo di trasformazione di un prodotto altamente inquinante verso una risorsa energetica più ecologica rientra, inoltre, in un concetto economico innovativo di circolarità, ovvero un sistema di sviluppo basato sull’efficientamento delle risorse, la riduzione degli sprechi e il riutilizzo dei materiali.

    Il passaggio da un’economia prettamente lineare a una circolare, o anche detta rigeneratrice, è ormai indispensabile per assicurare un futuro migliore al nostro pianeta e alle prossime generazioni. E l’utilizzo delle biomasse per creare dei combustibili ecologici come il bio-oil rappresenta un passo importante in questa direzione e un tassello che concorre al raggiungimento dell’obiettivo di sostenibilità.

    La sfida al cambiamento coinvolge diversi ambiti, come appunto quello della mobilità, quello produttivo, economico o tecnologico, tutti integrati nella definizione di un approccio culturale maggiormente sostenibile. La riduzione dell’impatto ambientale diventa oggi un’occasione per le aziende di ulteriore sviluppo anche a livello competitivo consentendo, nel contempo, di garantire un miglioramento generale della qualità di vita di tutti.

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