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    Gole del Raganello nel parco del Pollino: cosa sono e dove si trovano

    Le gole del Raganello in Calabria

    Le Gole del Raganello, in Calabria, fanno parte di un sistema turistico che comprende quattro comuni dell'area: Civita, San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara e Francavilla

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 22 Ago. 2018 alle 16:57 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:55

    Le gole del Raganello sono un sito dal grandissimo interesse naturalistico ed escursionistico che si trovano all’interno del Parco nazionale del Pollino, in Calabria. Negli ultimi giorni sono diventate tristemente note per l’incidente che ha visto la morte di dieci escursionisti a causa della piena del torrente.

    Le Gole del Raganello fanno parte di un sistema turistico che comprende quattro comuni dell’area: Civita, San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara e Francavilla.

    La Riserva naturale Gole del Raganello è un’area naturale protetta istituita nel 1987 in Calabria, nella provincia di Cosenza. Si estende per 1.600 ettari nel Parco Nazionale del Pollino.

    Le Gole del Raganello sono un canyon lungo circa 17 chilometri, che parte dalla Sorgente della Lamia fino a il comune di Civita, dove sorge il caratteristico Ponte del Diavolo.

    Il canyon del Raganello viene distinto dagli esperti in due parti: le Gole alte e le Gole basse.

    La conformazione del torrente è molto accidentata, ma di grande interesse naturalistico ed escursionistico. Le pareti rocciose che delimitano il canyon sono la Timpa di Porace-Cassano e la Timpa di San Lorenzo e hanno un’altezza di circa 600-700 metri.

    sono pericolose, lo sanno bene gli abitanti della zona. Si racconta che in passato gli anziani consentivano ai bambini di entrare nel Raganello solo dopo tre giorni di bel tempo, “per evitare che il terreno già saturo di acqua piovana potesse diventare uno scivolo per un temporale improvviso, allagando le forre”, spiega il quotidiano La Repubblica.

    Pericolose sì, ma l’ultima vittima si era registrata stata sessant’anni, nel 1958. Allora si era trattato di uno studioso tedesco di ornitologia, morto schiacciato da un sasso a cui si era aggrappato.

    Da allora ci sono stati moltissimi interventi del Soccorso albino calabrese ma nessun morto o ferito grave.

    Il Parco del Pollino, si trova tra Calabria e Basilicata ed è suddiviso tra le province di Cosenza, Potenza e Matera. Con i suoi 192.565 ettari, è il parco nazionale più grande d’Italia. Prende il suo nome dal massiccio montuoso omonimo.

    L’accesso alle Gole del Raganello era regolamentato?

    Quello su cui si sta cercando di far chiarezza in queste ore è il sistema di accessi alle Gole del Raganello. Quali regole vi erano per entrare nella zona in tutta sicurezza?

    Il sindaco di Civita, Alessandro Tocci, spiega che si stava lavorando “assieme agli altri comuni interessati, San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara e Francavilla e con il supporto del Parco nazionale del Pollino, per una regolamentazione degli accessi alle gole del Raganello”.

    Civita era l’unico dei 4 paesi ad aver adottato una delibera in Consiglio comunale. Il regolamento però è rimasto sulla carta. L’8 febbraio 2018 era stato approvato il “Regolamento per la fruizione delle Gole del Raganello: Gole Sicure”, che disciplinava l’accesso al sito naturalistico.

    L’accesso era consentito dal 10 giugno al 30 settembre e solo con l’accompagnamento di una guida. Era previsto inoltre il pagamento di un pedaggio. Erano ammessi gruppi di massimo 20 persone e maggiori di 10 anni. L’ordinanza prevede inoltre l’obbligo di casco e fa divieto di recarsi sul luogo scalzi, con i sandali o senza adeguati dispositivi di protezione individuale per le acque gelide”.

    Dal momento che le gole stavano attraversando un periodo di grande successo turistico si era ritenuto urgente regolamentare gli accessi, come spiega il quotidiano La Repubblica citando il president dell’Ente Parco Pollino, Domenico Pappaterra.

    Secondo Emanuele Pisarra, guida ufficiale del Parco, nella zona mancava “qualsiasi regolamentazione e qualcuno dovrà rispondere per quanto é accaduto. Non voglio nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto accadere se una situazione del genere si fosse verificata solo pochi giorni addietro, a Ferragosto, quando c’erano in quei luoghi almeno 650 persone o in un altro qualsiasi sabato estivo”.

    Si tratta di un’area, dal fortissimo impatto naturalistico, ma consigliata a escursionisti esperti dal momento che il corso d’acqua che si inerpica sui monti, può diventare estremamente pericoloso in caso di piogge improvvise.

    Tanti, tra cui il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, hanno colto l’urgenza di regolamentare le attività nella valle del Raganello: “Il Parco del Pollino ha una competenza residuale che é quella di tutelare l’ecosistema di quell’area e non ha quindi certamente competenza in materia di accessibilità o di garantire la sicurezza ai fruitori”.

    L’allerta giallo, che troppo spesso viene sottovalutata, era stata inviata domenica per lunedì tramite posta certificata, specifica il capo della protezione civile Calabria, Carlo Tansi.

    Sul luogo dell’incidente si è recato il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. E sull’allerta che era stata diramata ha detto: “Esiste una scala sulla base della quale scatta la comunicazione e se i tecnici, sulla base degli algoritmi e delle carte meteo, evidenziano un rischio di caduta di pioggia di un certo livello, noi ne dobbiamo prendere atto fosse una, dieci, cento volte”.

    Le inchieste aperte

    La procura di Castrovillari ha aperto i reati di omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione d’atti d’ufficio contro ignoti.

    Parallelamente i ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha chiesto l’apertura di un’inchiesta amministrativa per fare chiarezza sulla pericolosità del luogo.

    La vicenda

    Nella giornata di lunedì 20 agosto, nelle prime fasi del soccorso rese difficoltose dalle condizioni meteorologiche, le vittime si erano fermate a otto.

    “Al momento risultano 8 morti e proprio ora è in corso il recupero di un altro corpo che dovrebbe essere il nono. Ci sono ancora dei dispersi, sulla montagna erano presenti anche degli alpini e alcuni escursionisti: i feriti sono 23, i Vigili del Fuoco ne hanno recuperati 7, mentre altri 7 sono stati recuperati delle squadre sas. Le operazioni sono ancora in corso”, aveva detto a TPI una fonte dei Vigili del Fuoco di Cosenza impegnati nelle operazioni di soccorso degli escursionisti travolti dall’ingrossamento del torrente Raganello, nel parco del Pollino, a Civita, in Calabria.

    Gli escursionisti si erano avventurati lungo il corso del torrente Raganello, che si è ingrossato a causa delle forti piogge.

    Il premier Giuseppe Conte sta seguendo da vicino la vicenda ed è in contatto con il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli.

    Sul posto sono intervenuti Vigili del Fuoco, Carabinieri forestali, Corpo nazionale del Soccorso alpino e personale del 118, oltre a rappresentanti delle strutture di protezione civile locali.

    “Ci sono cinque squadre e anche i sommozzatori perché il fiume era in piena. Le forti piogge di questi giorni hanno fatto sì che si verificasse questo ingrossamento del fiume”, spiegano.

    “Sul posto stanno cercando di risalire al numero dei dispersi. 23 persone sono state recuperate tra cui alcuni bambini. Le operazioni sono molto complicate, il fiume è in piena e parliamo di un torrente di una certa grandezza. Tra le vittime risultano anche delle persone in canoa, i cui corpi, infatti, sono stati trovati a 3 chilometri a valle dall’invasione dell’acqua”.

    Per quanto concerne la dinamica dell’accaduto, ancora difficile da comprendere, ci spiegano: “Probabilmente alcune persone facevano trekking lungo le sponde del fiume, tra loro anche alpinisti”.

    “Il Pollino è una montagna insidiosa, le ricerche proseguiranno tutta la notte. Le persone sono state sorprese dalla pioggia, non si aspettavano il peggioramento del meteo”, ci raccontano. “Da luglio qui in Calabria assistiamo a precipitazioni molto copiose e in un quarto d’ora cade tutta l’acqua che dovrebbe cadere in un mese. Abbiamo avuto danni anche a Cosenza centro. Queste piogge improvvise creano situazioni pericolose, il territorio non è abituato”.

    Sono in corso le operazioni di recupero degli altri escursionisti. La paura è che l’ondata di piena possa avere travolto altre persone che si trovavano nell’area. calabria escursionisti p

    Gli escursionisti erano rimasti bloccati a causa delle forti piogge. Il gruppo era composto da almeno 17 persone che stavano vistando l’area fatta di gole e canyon del Parco Nazionale del Pollino. calabria escursionisti pollino

    “Esprimiamo il cordoglio del Conapo di Cosenza per le vittime”, concludono.

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