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    Earth Day Med: a Palermo il primo Festival del clima nel Mediterraneo

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 18 Apr. 2024 alle 15:53 Aggiornato il 18 Apr. 2024 alle 15:54

    Palermo da oltre dieci anni organizza un Festival per la giornata mondiale della terra (Earth Day Palermo), diventato con il tempo un appuntamento atteso per la città e non solo. Quest’anno il Festival si internazionalizza diventando una manifestazione centrale sul clima e sull’ambiente, non solo per la Sicilia, ma per tutti i Paesi del Mediterraneo che stanno subendo gli impatti devastanti del cambiamento climatico. Earth Day Med è promosso da Fondazione Rizoma e Fuori Orario Production, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della città di Palermo e il Centro di Sostenibilità e Transizione Ecologica dell’Università di Palermo. Partner strategici sono la Fondazione Heinrich Boll e il think tank internazionale ECCO.

    Dal 18 al 22 aprile in diversi luoghi della città, il festival ospiterà screening, workshops, dibattiti, presentazioni di libri, manifestazioni artistiche e una conferenza internazionale sulle sfide del Mediterraneo.

    Il primo “Festival del Clima nel Mediterraneo” pone l’accento sui rischi delle temperature sempre più elevate, sulla siccità estrema, sugli incendi diffusi, l’innalzamento del livello del mare, con gravi ripercussioni sulla crescita economica, sul commercio, sulla stabilità sociale e politica, mettendo a rischio la vita di migliaia di esseri umani.

    Simbolo dell’impegno e della lotta contro i predatori delle terre che bruciano è la campagna “Redistribute Extinction”, realizzata in occasione dell’Earth Day Med dall’artista internazionale Jonas Staal. Esiste un modo per rivolgere la narrativa dell’estinzione dell’umanità contro quei sistemi che in primo luogo la provocano? Se qualcosa deve estinguersi, non dovrebbero essere proprio le industrie fossili e la mentalità estrattiva neocoloniale che ci hanno portato oggi al limite della sopravvivenza? Queste le domande a cui l’artista Jonas Staal ha cercato di rispondere interpretando una serie di manifesti dipinti, che saranno esposti su cartelloni e autobus della città, con lo scopo di sensibilizzare su quanto la catastrofe climatica e il suo enorme impatto sui conflitti armati e sulla scarsità di risorse hanno un impatto sproporzionato proprio sul Sud del mondo, sulle popolazioni indigene e di colore, sulle donne, sulle minoranze e sui poveri. Le immagini, in particolare, puntano a responsabilizzare sulla piaga degli incendi e delle alluvioni in Sicilia.

    Non c’è posto migliore di Palermo e della Sicilia per riflettere sulla complessità dell’attuale situazione nel Mediterraneo. Il Mediterraneo è uno dei luoghi più sensibili e vulnerabili ai cambiamenti climatici. Ed è proprio questo l’argomento trattato durante la conferenza internazionale “Il Mediterraneo come hotspot del cambiamento climatico”, che si svolgerà lunedì 22 aprile all’Università di Palermo. L’area mediterranea è stata infatti definita un hotspot climatico, ovvero un’area in cui gli impatti del cambiamento climatico si manifestano con maggiore rapidità che in altre parti del pianeta. Ciò nonostante, non esiste, ancora, una voce comune che rappresenti i Paesi del Mediterraneo, nemmeno all’interno degli spazi della diplomazia climatica. I Paesi del Mediterraneo si trovano ad affrontare la sfida più complessa della contemporaneità profondamente divisi, con mezzi e strumenti diversi e quindi gradi di vulnerabilità diverse. Ne parleranno, tra gli altri, Grammenos Mastrojeni, Segretario Generale aggiunto per l’Energia e l’azione climatica dell’Unione per il Mediterraneo -UpM, autore con il fisico Antonello Pasini del volume Effetto serra, effetto guerra; Laury Haytayan, Middle East and North Africa Director NRGI;  Alice Aureli, Divisione per le scienze dell’acqua UNESCO e  Fuad Bateh, esperto del diritto dell’acqua e negoziatore presso l’ONU.

    Tante le tematiche affrontate nelle giornate del Festival, dalla gestione dei rischi alla transizione ecologica, declinate negli elementi fondanti della nostra vita: acqua, fuoco e terra. Con il fuoco si affrontano i temi dell’energia, fondamentali per parlare di crisi climatica perché l’uso di combustibili fossili ne è la causa prima. Il pillar dedicata ai temi dell’energia è organizzata dal think tank per il clima ECCO. Il panel dedicato all’acqua è organizzato sotto la supervisione scientifica della ricercatrice Marie Curie,  Francesca Greco, già gender and water officer per UNESCO World Water Assessment Programme ed esperta di acqua virtuale e politiche idriche internazionali. Infine il pillar sulla Biodiversità è curato da Annalisa Corrado, ingegnera, autrice e attivista del Kyoto club.

    E poi biofilia, forest bathing e tutela del patrimonio boschivo, con un’esperienza immersiva alla scoperta dei benefici dell’esposizione al bosco. Un’immersione termale di Forest Bathing dimostra come il semplice avvicinamento alla natura e agli Alberi possa essere enormemente efficace nel promuovere la salute dell’individuo e potenziare il sistema immunitario, evidenziando effetti calmanti, drenanti, antibatterici e antivirali. Per la sezione docu-film ci sarà la proiezione “Blue Carbon”, che esplora l’idea che gli oceani e gli organismi presenti nelle acque possano assorbire una quantità maggiore di carbone rispetto agli alberi. L’evento è organizzato in collaborazione con il Wake Up Europe. Introduce il documentario la giornalista e regista Annalisa Piras.

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