Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:09
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Senza categoria

Quelli che aspettano Obama in Kenya

Immagine di copertina

Obama giunge in Kenya per la prima volta da presidente degli Stati Uniti. Ma alcuni pensano già a un'altra visita, secondo loro ben più importante e significativa

Il presidente
degli Stati Uniti 
Barak Obama, figlio di uno studente keniota partito per gli Stati Uniti con un programma di borse di studio organizzato dal
presidente John F. Kennedy, sta per arrivare a Nairobi.

S&D

È la prima
volta che visita il Kenya da presidente. I segni dei preparativi sono ovunque.
Fra la gente delle baraccopoli gira addirittura voce che per tutti e tre i giorni della sua presenza in città, i network telefonici saranno
oscurati, e così forse anche internet.

Se questa visita fosse avvenuta
agli inizi del suo primo mandato, per Obama sarebbe stato un trionfo
popolare. I kenioti, all’epoca, si erano convinti che uno di loro era diventato il presidente della prima potenza economica e militare mondiale.

All’euforia subentrò l’attesa – non pochi contavano su
sostanziosi aiuti per il Paese – poi la delusione e perfino
l’indifferenza. Oggi, nonostante i mass media esasperino il grado di eccitazione percepita fra la popolazione, 
la gente comune
sembra preoccupata per queste conseguenze e poco interessata alla
visita in sé.

Il giornalista

Un giornalista che
lavora per il più importante quotidiano in Kenya, e che è della
stessa etnia di Obama senior, mi dice: “Come tutti sanno i servizi
di sicurezza americani hanno completamente preso in mano la
situazione, estromettendo i servizi kenioti, notoriamente incapaci e
corrotti”.

“Gli americani riusciranno a tenere tutto sotto controllo e
il loro presidente non correrà pericoli, ma ci potrebbero essere
attentati ai margini delle zone in cui Obama sarà presente, magari
fra la folla. Grazie a Dio io son riuscito a far coincidere le mie
ferie con questa visita”.

La profetessa

Achieng Awiti,
un’anziana donna anche lei della stessa etnia del padre di Obama, è
ancor più pessimista. Ieri, fuori dal cancello di Kivuli, e forte
della sua fama di profetessa diceva a tutti con aria misteriosa:
“Obama sa di dover venire a morire qui, dov’è nato suo padre.
Porterà dolore per tutti”.

Il ragazzo di strada

Martin invece non si
azzarda in pronostici e profezie, guarda la realtà che sta vivendo. È un ragazzo di strada di sedici anni molto indipendente. Ogni
giorno viene nel centro di Kivuli Ndogo, nei pressi di Nairobi, solo per il pasto di mezzogiorno.

“La
polizia ci perseguita, vogliono ripulire le strade, secondo loro
Obama non deve sapere che noi esitiamo. Dove possiamo andare? Hanno
distrutto le nostre basi, ci rincorrono e ci picchiano appena ci
vedono. Ci mettono in prigione. Poi ci lasceranno andare quando Obama
sarà partito. Ma siamo noi la minaccia?”.

Martin dice il vero.
Questi ragazzi-spazzatura, così come vengono chiamati, per i governanti
sembra siano i colpevoli di tutti i mali del Kenya, mentre invece ne
sono le vittime, e il segno più chiaro di un’economia che
arricchisce i ricchi e impoverisce i poveri.

L’educatore

Un educatore del centro
di prima accoglienza preferisce guardare al futuro con ottimismo. Azzarda un paragone e una facile profezia: “Spero che
questa visita dimostri che il Kenya è guardato con ottimismo
dalla comunità internazionale. Ma la visita a cui guardo con
speranza è quella di Papa Francesco. Lui è davvero un leader
speciale, non Obama”.

“Son sicuro che quando verrà in Kenya a fine
novembre, come ha promesso, non si arroccherà dietro i servizi di
sicurezza, andrà a visitare i poveri a Kibera, una delle più grandi baraccopoli dell’Africa e del mondo che si trova alla periferia di Nairobi, la capitale del Kenya. Neanche il nostro
presidente osa andarci, figuriamoci Obama. Ma lui, Francesco, ci
andrà”.

Non mi ero accorto che la popolarità di papa Francesco
fosse arrivata così lontano fra i poveri di Kawangware, periferia di Nairobi.

Il piccolo commerciante

La scorsa settimana i
mass media hanno messo per giorni e giorni in grande evidenza la
riapertura del lussuoso centro commerciale Westgate, dove nel settembre del 2013 avvenne un feroce attentato terroristico.
L’evento è stato presentato come il segno della capacità del Kenya
di superare le difficoltà.

Personaggi dell’alta borghesia sono stati
intervistati con sullo sfondo vetrine di lusso, bambini felici che
guardano a bocca aperta avveniristici intrecci di scale mobili.

Sfogliavo il giornale al
Baraza Cafe e un conoscente si è avvicinato: “Io avevo un
piccolo negozio di cartoleria a Kibera. Qualche mese dopo i fatti del Westgate la mia attività commerciale è stata bruciata da uno dei periodici incendi che
devastano Kibera. Ho perso tutto e nessuno era colpevole”.

“La banca
che conosceva il mio piccolo negozio si è rifiutata di farmi un prestito. Mi hanno detto che non c’erano i soldi. Ho sudato e
faticato con l’aiuto di mia moglie, la quale si è rimessa a vendere
frittelle ai margini della strada, come faceva da ragazza, e
finalmente siamo riusciti a ripartire. Mi domando dove quelli del
Westgate abbiano trovato tutti i soldi per ricostruire il loro
gigantesco e sfarzoso palazzo in meno di due anni”.

Mai come in questi
giorni in Kenya si percepisce quanto sia necessario passare
da una economia dello spreco (quella che uccide) a un’economia del
bene comune
.

Io non sono un profeta come l’anziana donna Awiti di cui vi ho raccontato prima, ma è facile pronosticare
che se papa Francesco verrà a Nairobi, sarà parte
centrale del suo messaggio evangelico.

Ti potrebbe interessare
Senza categoria / Ferragni di nuovo a Sanremo? Amadeus: “Per me sì”
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 22 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 21 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Ti potrebbe interessare
Senza categoria / Ferragni di nuovo a Sanremo? Amadeus: “Per me sì”
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 22 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 21 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 9 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Cronaca / Foto shock della sanitaria: caposala posta la foto di lei che ricuce un cadavere. Verifiche dell’Asl di Brindisi
Politica / Migranti, Meloni: “Basita per sentenza Catania, pezzo Italia favorisce ingressi illegali”
Esteri / Ryanair, ira presidente Enac: “Non mi faccio dire da un ad una cosa così grave”
Cronaca / Bimbo di 2 anni in gravi condizioni da 2 mesi dopo aver mangiato formaggio di malga. Indagato il malgaro
Senza categoria / Eros Ramazzotti bacia in bocca la figlia Aurora al concerto, è polemica: “I baci in bocca coi genitori no”
Senza categoria / Il giovane Montalbano: le anticipazioni (trama e cast) della seconda puntata (replica)