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Speciale Sochi 2014

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Commenteremo giorno per giorno i Giochi invernali più costosi e più politicizzati della storia

Dopo lo speciale per i Giochi di Londra nell’estate del 2012, riproponiamo il formato. Giorno per giorno cercheremo di guardare ai Giochi Olimpici con le lenti di “A tutto campo” ovvero con una prospettiva critica attenta soprattutto agli aspetti politici, culturali e sociali. Per arrivare preparati all’appuntamento olimpico, sebbene in maniera un po’ autoreferenziale, vi consiglio caldamente di acquistare per soli 0,99 centesimi l’eBook “La Russia di Sochi 2014” (prodotto dai ragazzi e dalle ragazze di Progetto Sochi 2014) e se lo ritenete valido potete sostenerlo con il crowdfunding. 

22 febbraio 2014

Ore 13.30: Tre i casi doping alle Olimpiadi fino ad ora: un biatleta tedesco, un bobbista italiano e una fondista ucraina.

Ore 12.30: La presa di posizione della sciatrice ucraina Bogdana Matsotska: “We, members of the National Olympic Team of Ukraine, Bogdana Matsotska and Oleg Matsotskyy, are outraged by the latest actions of the President of Ukraine, Viktor Yanukovych, who drowned the last hopes of Ukrainians in blood instead of solving the conflict through negotiations with the Maidan—which we had hoped for till the very last when we went to the Olympics in Sochi. He has violated the eternal rule of the Olympics – Peace during the Games. To show our solidarity with those fighting on the Maidan barricades and our protest against the bandit president and his lackey government, we refuse to further perform at the 2014 Sochi Olympics. May the heroes killed for the freedom of Ukraine rest in peace!Glory to Ukraine and to its Heroes!!!”

Ieri la staffetta ucraina del biathlon ha vinto l’oro e l’ultima frazionista Olena Pidhrushna in conferenza stampa prima di rispondere alle domande ha chiesto ai giornalisti di alzarsi e osservare un minuto di silenzio in ricordo dei morti di Kiev. Come ricorda Stefano Arcobelli sulla Gazzetta dello Sport di oggi i marito della Pidhrushna è Alexy Kayda, membro d’opposizione del parlamento ucraino che ha chiamato la moglie incitandola a restare e a gareggiare comunque. 

 

21 febbraio 2014

Ore 11.00: Primo caso di positività ai Giochi. Probabilmente un alteta tedesco del Biathlon. Si attendono le contro-analisi.

20 febbraio 2014

Rassegna stampa: La questione ucraina l’ha fatta da padrona: la presa di posizione di Bogdana Matsotska, (anche qui). Il legame fra sport e politica in Ucraina non è dato solamente dal legame temporale con i Giochi di Sochi ma anche per il fatto che due grandi campioni ucraini come Bubka e Klitschko siano anche eminenti figure politiche, sebbene su due lati opposti della barricata.

19 febbraio 2014

Ore 16.45: Grande delusione in Russia per l’eliminazione della nazionale di hockey ad opera della Finlandia. La Foto simbolo.

Ore 13.35: Intanto veniamo a conoscenza che il movimento extraparlamentare “Noi Europei” ha lanciato un appello agli atleti ucraini affinché abbandonino i Giochi.

Ore 15.30: Il CIO ha respinto la richiesta del CNO ucraino presieduto da Bubka di far indossare ai propri atleti il lutto al braccio nonostante nel Paese si sia sull’orlo di una guerra civile. Il CIO si è rigidamente mostrato coerente con le scelte di inizio Giochi quando aveva criticato i fondisti norvegesi. Ecco perché le dichiarazioni di Bach, che ha espresso le condoglianze per le vittime delle violenze di piazza pregando gli atleti di continuare a rappresentare il loro paese in quanto lo sport è capace di “erigere ponti per mettere insieme, in pace, persone di provenienza tanto diversa”, suonano di ipocrisia orientata a permettere allo show di continuare.

Ore 15.20: La Bielorussia è forse la sorpresa più grande di questi Giochi Olimpici. Un po’ come Putin, il suo presidente Lukashenko – come probabilmente vedremo in occasione dei prossimi mondiali di hockey – non disdegna di usare lo sport a fini propagandistici. Non sorprende dunque che Darya Domracheva, dominatrice del biathlon (3 ori), sia stata nominata dallo stesso Lukashenko “Eroe della Bielorussia”, la più alta onorificenza del suo Paese.

Ore 15.10: Mentre gli organizzatori continuano a comportarsi in maniera molto gentile con gli atleti e gli ospiti stanno mostrando il loro lato più duro e meno democratico contro chi vuole protestare. Oggi una dozzina di membri della milizia cosacca hanno impedito con la forza alle Pussy Riot di esibirsi a Sochi.  

Le immagini della violenza dei cosacchi.

Arrestato invece Asker Sokht leader della comunità dei Circassi, un gruppo etnico originario delle terre sui quali si disputano i Giochi che aveva protestato lungamente contro le “Olimpiadi disputate sulle tombe dei nostri avi”, ma che comunque aveva un profilo moderato.

18 febbraio 2014

Ore 18.45: Robert Livingstone per GamesBids racconta la sua esperienza olimpica a Sochi e il contrasto (tipica di ogni edizione) fra la politicizzazione dei governi dei paesi ospitanti e il potere unificante del linguaggio sportivo che unisce atleti, spettatori e cittadini.

Ore 18.30: Non solo Luxuria. Anche le Pussy Riot, nello specifico Nadezhda Tolokonnikova and Maria Alekhina, sono state fermate e poi rilasciate a Sochi. Insomma lo show deve continuare senza proteste.

15, 16 e 17 febbraio 2014

Per problemi tecnici e logistici non siamo riusciti ad aggiornare  il sito, proviamo a recuperare.

Proteste “olimpiche”:

Vi avevamo parlato dell’arresto dell’attivista Yevgeny Vitishko che aveva segnalato in passato alcuni problemi ambientali causati dalle costruzioni olimpiche. Secondo il portavoce del CIO l’arresto non è in alcun modo legato ai Giochi Olimpici. 

L’ex deputata italiana Vladimir Luxuria è stata invece fermata, poi rilasciata a Sochi dopo che aveva esposto la scritta «Gay è ok». Una provocazione certata (sulla scia della ben più forte presa di posizione di Francone nel 1980) che dimostra però come la legge contraria alla propaganda delle relazioni “non tradizionali” sia assolutamente in vigore e limiti di molto la libertà di espressione in russia. Del resto proprio su TPI avete potuto leggere quanto l’omofobia sia diffusa nel paese.

Nuovo “Miracle on Ice”? Si è giustamente parlato molto della bellissima (dal punto di vista sportivo) sfida di hockey fra Stati Uniti e Russia terminata con una vittoria degli americani agli shootout. I riferimenti al celebre “Miracle On Ice” del 1980 si sono sprecati. (Per chi volesse approfondire consiglio l’articolo di Simone Pierotti in La Russia di Sochi 2014). Addirittura La Stampa ha parlato di “impresa” statunitense davanti a Putin. Non c’è dubbio che per la Russia il torneo di hockey maschile rappresenti il fiore all’occhiello di tutta l’Olimpiade e che stare fuori dal podio sarebbe uno smacco, tuttavia si trattava di una mera sfida di qualificazione dal significato politico minimo. Nulla a che vedere con il 1980 nel pieno della guerra fredda con gli Stati Uniti che avevano lanciato con Carter la campagna per il Boicottaggio dei Giochi di Mosca.

14 febbraio 2014

Ore 20.00: Imperdibile il documentario di Vice “Jihad Olympics”.

Ore 15.30: Il caldo è il grande protagonista (atteso) di queste Olimpiadi.

Ore 13.35: Oggi a p. 65 il Corriere della Sera, riprende l’abbraccio di Putin a Ireen Wust, l’atleta olandese dichiaratamente lesbica titolando “Miracolo a Sochi Putin abbraccia la Wust, lesbica d’oro” sostenendo che “il clima è cambiato”. In realtà le mosse di Putin sembrano seguire un’attenta e precisa strategia politica. Verso l’esterno il Presidente russo ha tutto l’interesse a proiettare un’immagine liberale e aperta, mentre sul fronte interno le cosiddette leggi “contro la propaganda delle relazioni non tradizionali” godono dell’ampio consenso del fronte conservatore. 

13 febbraio 2014

Ore 11.45: Le notizie del giorni sono: il record di Yuzuru Hanyu e il ritiro di Evgeny Plushenko

Ore 11.30: Yevgeny Vitishko, un attivista del gruppo Environmental Watch è stato condannato a tre anni di carcere. Il CIO ha chiesto alle autorità russe chiarimenti per capire se la sentenza è legata alle sue proteste contro i “presunti” danni ambientali causati dalla preparazione olimpica.

Ore 11.00: Un addetto al ghiaccio della pista di bob si è ferito gravemente alle gambe.

Ore 19.30: Spopola in queste ore (anche se la notizia è di tre giorni fa) il video di Vladimir Putin che si congratula con la campionessa olimpica olandese Ireen Wust, dichiaratamente lesbica. Il Presidente russo ha chiesto alla Wust come si sia trovata in Russia. Mossa di straordinaria lungimiranza politica esaltata dai media russi e tutto sommato silenziata fino a che non è stato possibile da quelli occidentali.

12 febbraio 2014

Consigli di lettura: Lo speciale Sochi 2014 del New York Times è probabilmente uno dei più belli in circolazione; specialmente per le grafiche.

Ore 18.38: “E’ tornata la guerra fredda” titola oggi la Gazzetta dello Sport a pagina 20. Non c’è dubbio – come vi abbiamo raccontato su questo post – che i rapporti politici tra USA e Russia si siano ultimamente raffreddati e che i Giochi di Sochi appaiono un interessante termometro per valutare queste tensioni. Al di là di una tensione fra le due ex superpotenze che definirei inevitabile ma non certo preoccupante, soprende però il ruolo  secondario svolto nel medagliere da . Certo è ancora presto per trarre le conclusioni e si attendono molte medaglie per i padroni di casa e gli atleti a stelle e strisce, tuttavia al momento nel medagliere sono Germania, Canada, Norvegia e Olanda a farla da padroni.

11 febbraio 2014

17.30: Norvegia, Canada, Olanda dice al momento il medagliere.

Ore 17.18: Il CIO rimuove la sospensione al Comitato Olimpico Indiano. Gli atleti (3 in tutto, uno ha già gareggiato) della più grande democrazia al mondo potranno quindi tornare a rappresentare i proprio comitato olimpico smettendo di gareggiare come Atleti Olimpici Indipendenti. Può sembrare una decisione da poco ma in questa circostanza il nuovo corso del CIO va veramente elogiato. Per la prima volta infatti una squalifica viene rimossa durante i Giochi, una dimostrazione di flessibilità che potrà essere utile anche in futuro per combattere i casi di malaffare e corruzione nei comitati olimpici. (Quantomeno in quelli di paesi democratici).

Ore 17.00: La foto del giorno per “The Post Internazionale”.

Questa sera ore 20.45 a Bologna Via degli Ortolani 14/A si parlerà di della Russia di Putin e di Olimpiadi. (dettagli)

10 febbraio 2014

Ore 20.00: A proposito di rigidità regolamentari.. Secondo quanto riporta da Sochi l’inviato della Federazione Italiana di Ginnastica il CIO ha criticato la scelta delle fondiste norvegesi di gareggiare con il lutto al braccio in omaggio al ricordo del fratello di Astrid Uhrenholdt Jacobsen recentemente scomparso. Ecco l’incredibile giustificazione della portavoce del CIO Emmanuelle Moreau: “Comprendiamo il loro desiderio di omaggiare la memoria di un amico ma un’arena sportiva, dove c’e’ un’atmosfera di festa, non e’ il luogo giusto per farlo. Ci sono molti atleti che hanno perso amici e parenti, capiamo il vostro dolore ma non possiamo permettere che una gara diventi un luogo di lutto”. The Show Must go on sempre e comunque.

Ore 19.20: Ieri vi avevamo raccontato delle polemiche causate dal twit razzista dell’ultimo tedoforo Irina Rodnina. Oggi sono arrivate le scuse dell’interessata che si è al contempo difesa sostenendo che il suo account sia stato hackerato.

Ore 19.00: Oggi Anna Ditta su The Post Internazionale racconta l’imbarazzo di Letta di fronte alla richiesta di asilo politico di un giovane omosessuale russo. “Prima di partire per Sochi, il primo ministro ha dichiarato che avrebbe esercitato pressione sulle autorità russe per i diritti degli omosessuali” ma non ha avuto problemi a farsi fotografare vicino alla campionessa di salto con l’asta Yelena Isinbaeva che la scorsa estate si era lasciata andare a dichiarazioni omofobe.

Focus: Le Unghie di Emma e le unghie di Ireen

I siti di ieri (sia in italiano che in inglese) e i giornali di oggi riportano il successo della ventisettenne pattinatrice Ireen Wust nei 3000 metri come il primo di un’atleta dichiaratamente lesbica alle olimpiadi. Una “non notizia” per chi crede che l’orientamento sessuale nel XXI secolo non dovrebbe rappresentare un discrimine né in negativo né in positivo. Tuttavia un piccolo particolare, passato ai più inosservato, può dare il via ad un intessante spunto di riflessione: la pattinatrice olandese aveva infatti le unghie colorate con la bandiera nazionale. Un gesto patriottico considerato perfettamente coerente con i regolamenti olimpici. Quest’estate tuttavia la saltatrice svedese Emma Anna-Maria Green Tregaro si era smaltata le unghie con i colori dell’arcobaleno. Un gesto che la Federazione Internazionale di Atletica ha vissuto come una provocazione politica al punto da minacciare informalmente di squalifica l’atleta. Ora se si volesse essere coerenti anche la bandera nazionale rappresenta un simbolo politico e quindi potenzialmente contrario all’articolo 50 della carta olimpica (che vieta ogni tipo di propaganda politica ai Giochi), tuttavia non viene considerato come tale essendo sostanzialmente i Giochi Olimpici una competizione fra Stati-nazione. Al contrario, nonostante le unghie color arcobaleno della Green andassero a sostegno dell’articolo 6 della carta olimpica (che prende posizione contro ogni tipo di discriminazione), furono interpetati come una violazione dell’articolo 50. Questo per dire che il CIO e le Federazioni internazionali avrebbero un margine di discrezionalità che potrebbe essere usato per promuovere i valori olimpici ma che spesso viene purtroppo utilizzato per perpetuare lo status quo o per difendere le esigenze del paese organizzatore.

9 febbraio 2014

Ore 16.00: Anche il Papa cita le Olimpiadi nel suo discorso domenicale. (VIDEO)

Ore 15.30: Fa discutere la scelta di Irina Rodnina come ultima tedoforo accanto a Vladislav Tretiak. Quest’ultima lo scorso settembre avrebbe twittato una foto razzista di Barack e Michelle obama che guardano una banana. Gli organizzatori hanno negato qualsiasi significato politico dietro la scelta della tre volte campionessa olimpica. La guerra fredda 2.0 continua. 

8 febbraio 2014

Ore 23.59: La giornata si conclude senza nessun oro per i russi e la Germania in testa. Un bell’articolo del Wall Street Journal ci aiuta a comprendere come mai la Norvegia sia una potenza negli sport invernali. 

Ore 17.00: Da oggi la parola passa finalmente (speriamo in maniera definitiva) agli atleti. Il medagliere vede al momento in testa la Norvegia seguita da Olanda e Stati Uniti. Ancora nulla per i padroni di casa.

7 febbraio 2014

Ore 22.30: Volente o nolente l’arcobaleno è il colore dei Giochi. Lo hanno adottato i russi nelle divise dei volontari e degli organizzatori (vedi post ore 13.30) e i tedeschi alla cerimonia d’apertura. Per quanto il creatore Willy Bogner abbia negato qualsivoglia provocazione facendo riferimento alla mascotte di Monaco 1972, potrebbe non essere del tutto casuale; un modo per lanciare un segnale rimanendo all’interno della Rule 50 del CIO, usando i colori della mascotte come motivo per non essere troppo espliciti e rischiare una multa o una squalifica. Insomma sembra essere in corso una guerra simbolica 2.0 portata avanti anche (e soprattutto) dai singoli atleti. Per esempio: la rider Cheryl Maas dopo la discesa mostra alla telecamera il guanto con arcobaleno e unicorno, due simboli del movimento lgbt (video). Significativo anche il sottotavola del collega russo Alexey Sobolev. Quest’ultimo ha negato che il disegno sia un omaggio alle Pussy Riot. 

Ore 22.00: Uno dei cinque cerchi alla cerimonia d’apertura non si accende FOTO. Molto bello perché semplice l’accensione della torcia accesa contemporaneamente da Vladislav Tretiak e Irina Rodnina. Un inno implicito alla famiglia tradizionale o semplicemente un bel tributo alla parità di genere?

Rassegna stampa: Insidethegames (eng)

Ore 21.50: Un cittadino ucraino ha tentato di dirottare un aereo verso Sochi.

Ore 15.30: Tutto pronto per la cerimona d’apertura e finalmente gli atleti riusciranno a diventare protagonisti di un’edizione che fin qui ha dato più da parlare per gli aspetti politici che non sportivi. Tuttavia sui posti d’onore, come sempre accade in queste circostanze, la diplomazia muoverà i suoi passi. Non c’è dubbio che l’ospite d’onore sarà Xi Jinping. (Sui rapporti Cina-Russia verso Sochi si veda l‘articolo di Giorgio Cuscito per Limes)

Ore 14.00: Il Comitato Olimpico Indiano è ancora sospeso dal CIO e così gli atleti della “più grande democrazia al mondo” dovranno marciare senza bandiera nazionale ma dietro i simboli olimpici come Atleti Olimpici Indipendenti. Il Time of India non esita a parlare di “vergogna” per l’India. Sicuramente non un bel colpo per un paese che oltre al di là del cricket fatica veramente a emergere nello sport globale.

Ore 13.30: Massimo Brignolo giornalista di OlympiaLab: “La mossa russa per dissinescare la ‘mina’ arcobaleno creando i guanti della divisa con i colori dell’iride è da genii della comunicazione”. Ineccepibile. Foto1 Foto2

Ore 13.20: Questa mattina a Modem, una bella trasmissione della radio svizzera italiana a cui ho partecipato, Lucia Sgueglia ha definito i giornalisti anglosassoni in “modalità guerra fredda”. Nel senso che, con una certa superiorità morale, fanno di tutto per evienziare le pecche dell’organizzazione. Analisi pienamente condivisibile che però (grazie anche agli atleti che si prestano) non ci impedisce di condividere gallerie fotografiche esilaranti come questo servizio.

Ore 13.10: Enrico Letta: “Perché ho deciso di essere a Sochi“. (vi rimando alle considerazioni scritte in questo stesso post il 3 febbraio).

Ore 13.00: Oggi è il gran giorno della cerimonia d’apertura.

6 febbraio 2014

Ore 19.00: Un italiano si incatena denudato a Mosca per protestare contro le leggi omofobe… dell’Unione Sovietica. Succedeva nel 1980 due giorni dopo l’inaugurazione dei Giochi. Mauro Valeri racconta la storia dimenticata di Enzo Francone.

Ore 18.30: Rassegna stampa flash: (1) Il vicepremier Dmitry Kozak si è speso in rassicurazioni dopo che si era generata la voce secondo cui dell’esplosivo era stato portato in Russia all’interno di tubetti di dentifricio. (2) Il presidente della FIFA Blatter ha chiesto di alzare l’età pensionabile del CIO da 70 a 75 anni. Dimostrazione di come non tutti i membri del CIO intendano l’Agenda 2020 come un documento progressista ma come un’opportunità per restaurare antichi privilegi. (3) Nei giorni scorsi è circolata la notizia che il Ministro della salute norvegese Bent Høie si sarebbe presentato alla cerimonia d’apertura a Sochi con il marito (fatto peraltro che nel 2014 non dovrebbe certo rappresentare una notizia, specialmente per un paese progressista come la Norvegia). Precisiamo che la cerimonia in questione è quella del 7 marzo. Inaugurazione delle Paralimpiadi. (4) Per la prima volta un segretario generale dell’ONU parla in una sessione del CIO. Ban Ki-Moon ha condannato apertamente le persecuzioni contro gli omosessuali e ha dichiarato che lo sport deve ergersi contro l’omofobia.

Ore 18.00: Fra poco più di 24 ore la torcia olimpica arderà nel bracere nello stadio olimpico. Per ingannare l’attesa vi segnaliamo questo favoloso video storico dell’accensione della torcia olimpica a Mosca (Unione Sovietica) nel 1980. 

Ore 17.30: The Games have always been a little gayVIDEO semplicemente geniale. Come sensibilizzare e combattere l’omofobia con ironia.

Ore: 1.00: Un po’ di rassegna stampa: (1) Come la Sochi olimpica sta accogliendo gli atleti da tutto il mondo. (2) le 10 cose da sapere sulle Olimpiadi di Sochi e (3) I giornalisti americani sembrano non veder l’ora di evidenziare con un certo sarcasmo le mancanze dell’organizzazione. Guerra fredda 2.0.

5 febbraio 2014

Ore 20.30: La risposta di Putin alle “provocazioni” di Obama che ha mandato a Sochi Billie Jean King e Caitlin Cahow si chiama Elena Isinbaeva (FOTO) che in estate si era distinta per delle tristi esternazioni omofobe. La campionessa di salto con l’asta che spesso si allena nel nostro paese ha dato il benvenuto alla delegazione italiana guidata dal preseidente del CONI Malagò.

Ore 12.00: Per seguire in diretta la 126° sessione del CIO (LINK)

Molti interventi anche incisivi da parte dei nuovi membri del CIO, molti dei quali ex atleti. Dibattito critico e non solo ossequioso, un bel passo avanti per il CIO e per la presidenza Bach.  

Esce oggi anche il numero di Limes “I grandi Giochi nel Caucaso” altro strumento fondamentale per cogliere al meglio gli aspetti politici che circondano i Giochi. Oggi a Bologna alle ore 18.00 ci sarà una presentazione del volume. 

Ore 11.00: Ieri il presidente del CIO Bach, che tra l’altro si sta distinguendo per una maggiore trasparenza rispetto alle passate gestioni, ha criticato i Politici che non si presenteranno alla cerimonia d’apertura dei Giochi… Ma come? Lo sport non doveva rimanere separato dalla politica? 

Al di là delle battute, l’accusa di Bach (“I politici devono avere il coraggio di esprimere le loro posizioni di disaccordo attraverso un pacifico e diretto dialogo politico e non alle spalle degli atleti”) è più che legittima. I politici che se ne sono rimasti a casa lo hanno fatto con l’intento politico di monetizzare a fini di politica interna l’alta visibilità che offre lo sport prendendo una posizione che non tocca alcun aspetto decisivo delle relazioni con la russia. Nonostante Bach abbia fatto passi avanti rispetto ai predecessori affermando che il CIO deve essere “politicamente neutrale ma non apolitico” resta contradditorio, anche se non sorprende, il fatto che il CIO continui a non criticare le strumentalizzazioni politiche se fatte dal paese organizzatore. “Non abbiamo un mandato per imporre misure agli Stati sovrani” è la giustificazione, peraltro non del tutto corretta perché una certa forza di contrattazione soprattutto in fase organizzativa il CIO ce l’ha eccome.

4 febbraio 2014

Ore 23.00: Per la serie lo sport e la politica devono rimanere separati… la foto di Bach e Putin a colloquio.

Ore 19.15: I Giochi sono “una missione di pace che mandano un potente messaggio al mondo” ha dichiarato oggi il Presidente del CIO Bach. Con questo spirito è stato aperto il “Muro della tregua olimpica“. Una bella iniziativa, peccato che come simbolo si sia usato usa uno strumento “il muro” generalmente utilizzato per dividere piuttosto che unire. Non era meglio un ponte?

Ore 18.40: La questione dei diritti LGBT è ormai diventata un’istanza politica centrale nel dibattito Olimpico. Il CIO fatica a trovare un compromesso. Da un lato l’articolo 6 della carta olimpica vieta ogni forma di discriminazione per “motivi di razza, religione, politica o sesso” dall’altra l’articolo 50 vieta ogni tipo di “propaganda politica, religiosa o razziale nei siti Olimpici”. Secondo il Presidente del CIO Bach la conferenza stampa potrebbe essere una zona franca ma il Presidente del Comitato organizzatore Dmitry Chernyshenko si è detto contrario. Nel frattempo Bach è stato fotografato con la campionessa di salto con l’asta Yelena Isinbayeva che lo scorso anno aveva tristemente dichiarato “Noi ci consideriamo persone normali. Viviamo soltanto uomini con donne e donne con uomini”. Ulteriore prova del fatto che l’omofobia sia particolarmente radicata in Russia la bella inchiesta di Giulio Gambino su l’Espresso. LEGGI QUI.

ore 1.00: Per la prima volta nella storia un Segretario generale dell’ONU parteciperà a una Sessione del CIO.

Negli ultimi vent’anni i rapporti fra CIO e ONU si sono fatti molto più stretti. Il simbolo di questa collaborazione è senza dubbio rappresentato dalla Tregua Olimpica, uno strumento che tuttavia raramente va al di là delle buone intenzioni. La Duma, per esempio, ha recentemente invitato ad un cessate il fuoco in Siria, dimenticandosi di come l’esercito russo nel 2008, mentre a Pechino si inauguravano i Giochi, reagisse alle provocazioni invadendo la Georgia.

3 febbraio 2014

“Abbiamo deciso la presenza del Presidente Consiglio italiano a Sochi, riteniamo sia utile per sottolineare soprattutto la candidatura italiana per le Olimpiadi di Roma del 2024. Bisogna essere a Sochi per cominciare a far marciare questa candidatura”. La notizia rimbalza da Doha ma malgrado un tentativo di cautelarsi affermando: “A Sochi ribadirò la contrarietà dell’Italia a qualunque normativa discriminatoria nei confronti dei gay, nello sport e fuori dallo sport”, la notizia ha provocato diverse polemiche nel nostro paese specialmente fra gli attivisti LGBT. Già a dicembre comunque avevamo parlato di quanto fosse paradossale il cosiddetto “boicottaggio dei politici“. 

La presenza di Enrico Letta a Sochi ha un triplice significato (1) L’Italia ha bisogno del gas russo, dei turisti russi e vuole continuare a fare affari con Mosca (2) Senza troppa enfasi ma la candidatura di Roma 2024 si sta muovendo e gode di un certo sostegno governativo (3) Il governo Letta non ha intenzione di premere l’acceleratore sull’ancora carente legislazione in materia di diritti civili LGBT.

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