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Una giornata particolare: cronaca politica del comizio di Salvini a Sabaudia (di G. Gambino)

Immagine di copertina
Il vice premier e ministro dell'Interno Matteo Salvini sul palco a Sabaudia (Latina). Credit: ANSA/STRINGER

Quando sale sul palco, per circa due minuti va in scena un teatro in stile: Putin. Ma a Sabaudia. È il comizio di un leader nazionale, non di un ministro o di un vicepremier. Ti viene da pensare che sia il naturale prossimo presidente del Consiglio

Salvini a Sabaudia: cronaca politica del comizio

“Omo de panza, omo de sostanza, mi piace la musica, mi piace ballare”. E quel monumento a Mussolini: “così mi fate arrestare”. Matteo Salvini sta parlando già da dieci minuti. Ancora non ha detto nulla, ma già si capisce che è il culmine di una giornata tosta, tesissima, alla luce degli ultimi fatti di cronaca politica di una crisi di governo in scena da qualche mese. E infatti il suo comizio in piazza del Comune a Sabaudia, in provincia di Latina, era attesissimo. Una fonte vicina alla Lega aveva annunciato: Salvini dirà qualcosa di importante, farà un grosso annuncio.

Vi anticipiamo subito: non ha detto nulla, almeno di facciata. Nel senso che il messaggio è stato: in seguito alla bocciatura della mozione M5S sul Tav in Senato non chiediamo rimpasti o rimpastini, come del resto era già accaduto dopo le europee del 26 maggio, né vogliamo ministri in più, ma così non si può andare avanti e litigare non porta da nessuna parte, il paese non può stare fermo e crescere dello zero virgola. Questo il messaggio al pubblico e ai giornalisti, moltissimi, presenti in piazza [qui il discorso integrale di Salvini].

Intanto, però, sullo sfondo di questo discorso, Salvini pare abbia chiesto ben 4 ministri leghisti in più a questo governo Conte, nella speranza di ottenerne almeno 2. Queste le notizie che è dato conoscere e sapere alle ore 17 di giovedì 8 agosto, nel giorno in cui a Palazzo Chigi c’è un gran movimento e Conte si è riseduto al tavolo con Salvini e in cui il presidente della Camera Fico e la presidente del Senato Casellati hanno visto il capo dello Stato Mattarella.

Per la verità il ministro dell’Interno era atteso nel comune in provincia di Latina (che quest’anno ha compiuto 85 anni dalla sua fondazione) già al mattino, ma il voto sul Tav in Senato ha fatto saltare tutto, compreso il suo incontro pomeridiano ad Anzio. Così, in serata, sfrecciando sulla Pontina per arrivare in tempo sul palco, Salvini si fa attendere giusto il tempo di una telefonata post-vertice con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, e infatti è in cravatta ma senza giacca.

Salvini a Sabaudia: applausi e “vincerò”

Sale. “Matteo, Matteo, Matteo”, intona la piazza, gremitissima. È il comizio di un leader nazionale, non di un ministro o di un vicepremier. Quando Salvini sale sul palco, per circa due minuti va in scena questo teatro: un gruppo di suoi fedelissimi, dal sottosegretario Durigon al viceministro Garavaglia, tutti insieme schierati dietro al Capitano, affiancati da un gruppo di funzionari e amministratori locali. Il sottofondo musicale: “Vincerò, vincerò, vinceròòòòòò”. Tutto studiatissimo. Applausi.

Salvini, in testa davanti a tutti, si guarda intorno compiaciuto. Uno-due minuti così, e non sono pochi. Stile: Putin. Ma a Sabaudia. Ti viene da pensare che sia il naturale prossimo presidente del Consiglio. Sullo sfondo uno schermo con il volto del vicepremier e immancabile “Prima gli italiani”. Sotto al palco transenne ovunque. Tanti uomini della polizia, finanzieri e carabinieri. Bandiere e stand della Lega ovunque. Circa duemila persone in piazza.

Salvini a Sabaudia: la crisi con il M5S

Ora prende la parola Salvini: “È stato un anno bello, molto bello. Guardavo oggi i risultati: a partire da quando sono ministro abbiamo ridotto dell’80 per cento gli sbarchi e chiuso i porti. Siete il motivo per cui ci alziamo la mattina”. Applausi. Tanti. Poi parla subito del decreto sicurezza bis, di recente approvato al Senato e quindi convertito in legge da Mattarella, sia pure con alcuni rilievi. “L’Europa non è più il centro profughi”. Ancora applausi.

Poi un cenno per fare capire che ancora non è il momento del presunto grande annuncio né di parlare di crisi di governo: “Anche io sono giornalista ma una volta tanto vengono prima i cittadini”. E parte con le premesse: “Non uscirà dalla mia bocca una parola negativa su Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. Abbiamo fatto tutto insieme. E comunque vada a finire sono soddisfatto”. Poi la botta: “Certo, siamo insieme da 14 mesi al governo e non nego che negli ultimi 2-3 mesi qualcosa è cambiato, e qualcosa si è rotto. Ciò che prima era sì ora è no. L’Italia con i no non va da nessuna parte, crescere dello zero non è possibile e non ci sto”.

Salvini a Sabaudia: l’attacco a Renzi (non a Zingaretti)

“Non ci interessano le poltrone, non le stiamo qui a racimolare, grazie a Quota 100 la legge Fornero è una legge dimenticata”. Un riferimento, curioso, a Renzi, senza mai citare Zingaretti. L’opposizione cui fa riferimento non è quella del segretario del Pd che ha chiesto che Di Maio vada al Quirinale non avendo di fatto più la maggioranza in parlamento. “Vedo che in questi giorni Renzi è tornato a parlare…”. Non basta un attimo che partono subito i fischi, scroscianti, ma tanti. Incredibile pensare che un leader politico abbia perso così tanto consenso in così breve tempo (certo, in piazza a Sabaudia, ma pur sempre impressionante), nel giro cioè di 5 anni.

Dalla piazza gli gridano: “Ci volevi tu Matteo, sei grande”. Lui ride, e gli risponde: “No, non sono grande, sono normale. i grandi siete voi. Noi stiamo facendo ciò che avevamo promesso di fare. E basta con queste quattro zeccacce da centro sociale che gufano. Noi abbiamo la forza di avere il popolo alle spalle, voi, gli italiani”.

Salvini a Sabaudia: la crisi di governo

È arrivato il momento dell’annuncio politico. Cosa fa Salvini, fa saltare il banco o tiene duro, cosa intende fare? Pronuncia la frase “Cosa succederà ora” e cala il silenzio. Ma si limita a dire: “O le cose si possono fare in fretta e veloci, oppure non scaldo la poltrona”. E passa subito ad altro: “Tanta gente mi è venuta a dire io non ho mai votato Lega, io che vengo da una tradizione comunista, però ora ho cambiato idea e voto Lega. E se risento Berlinguer e lo confronto con Carola Rackete, capisco il perché”.

Suonano le campane, si ferma. “Che belle le campane”. E si gira verso il Comune, dove è presente una scritta dedicata a Benito Mussolini, e dice “Mi mettete nei guai, mi arrestano. Ma come mai la Boldrini non ha ancora abbattuto questo monumento? Occhio che non posso tirare fuori il Rosario o citare la Maria Vergine”. Rivolgendosi al pubblico che ormai ha in pugno da oltre 45 minuti di discorso, chiede: quanti hanno più di 3 figli? Ne conta dieci. “Ecco, vedete perché, un tempo si facevano molti figli. Dobbiamo cambiare musica”.

Ancora qualcosa sul governo: “Quando cerchi di accontentare tutti non ce la fai, ci sarà sempre qualcuno che non è d’accordo, ma io non mi arrendo, e comunque cercherò di accontentare tanti”. Nel frattempo compare un cane sul palco. Così, dal nulla. E, in riferimento alla sua visita in spiaggia a Milano Marittima: “ma vi pare che uno si possa offendere perché vado al mare in costume?”. E poi: “venite a Sabaudia, non dalla altra parte del mondo. Prossima volta vengo a Sabaudia al mare, magari farò un giro sulla moto d’acqua … E avverte: lasciate fuori i bambini dalla politica”.

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