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Esclusivo TPI: Documenti Cts, spunta una lettera inedita della Lombardia: “Dpcm di Conte ci impedivano di intervenire su Alzano e Nembro”

Immagine di copertina

TPI pubblica i documenti integrali che la Regione Lombardia ha fornito al Consigliere Carretta (Azione) in seguito alla sua richiesta di rendere pubblici i verbali del Cts su Alzano e Nembro. Nella lettera di accompagnamento al verbale la Regione si discolpa per la mancata chiusura: "L'epidemia era diffusa sul territorio nazionale, quindi la zona rossa spettava al Governo. E i Dpcm che si susseguivano vanificavano la possibilità di intervento delle Regioni"

Esclusivo TPI | Mancata zona rossa ad Alzano e Nembro: tutti i documenti trasmessi dalla Regione Lombardia al consigliere Nicolò Carretta

Sono stati diffusi oggi alcuni verbali sulla seduta del Comitato tecnico scientifico del 3 marzo 2020. Nei verbali, pubblicati dall’Eco di Bergamo e che TPI da mesi chiedeva di poter visionare, il Cts chiede al governo di chiudere i due comuni di Alzano Lombardo e Nembro, trasformandoli in “zona rossa”, un invito che rimarrà inascoltato. A diffondere i documenti è stata Regione Lombardia, dopo la richiesta del Consigliere Nicolò Carretta (Azione). I documenti in realtà sono tre: il verbale della seduta del Comitato Tecnico Scientifico del 3 marzo 2020, che fa seguito di un giorno alla nota dell’Iss rivelata in esclusiva da TPI, e in cui si chiedeva la chiusura di Alzano e Nembro; un file excel contenente i dati dei contagi nella provincia di Bergamo e infine la lettera di accompagnamento di Regione Lombardia al Consigliere Carretta. TPI è in grado di mostrarvi in esclusiva questi ultimi due documenti.

In particolare, nella lettera di accompagnamento scritta dalla Regione Lombardia, quest’ultima evidenzia come le responsabilità per la mancata chiusura di Alzano e Nembro siano da addebitare interamente all’esecutivo. Il rimpallo di responsabilità tra Governo e Regione sulla mancata zona rossa, come è noto, va avanti da mesi. Dopo l’inchiesta di TPI che aveva rivelato l’esistenza della nota Iss, il premier Conte aveva risposto al nostro giornale affermando: “Se la Lombardia avesse voluto, avrebbe potuto fare tranquillamente la zona rossa”. Nella lettera inedita che vi mostriamo in esclusiva, la Regione Lombardia sostiene invece che proprio l’eccesso di Dpcm da parte di Conte impedisse di fatto un intervento legislativo regionale. Dal combinato disposto dei due documenti (lettera e verbale) si evince la volontà di Regione Lombardia di auto-assolversi da ogni responsabilità in merito alla mancata zona rossa nella Val Seriana, addossando tutte le responsabilità al Governo.

Il file excel con i dati sui contagi nella Provincia di Bergamo

Il quadro che fornisce il file excel è chiarissimo, nella sua drammaticità: il 3 marzo Nembro è in cima alla classifica dei contagi in Italia con 58 casi e Alzano Lombardo è terza con 26. Tra di loro c’è Bergamo con 33 casi, che però vanno valutati in rapporto alla popolazione del capoluogo: oltre 121mila abitanti. Vale la pena di ricordare che a Nembro vivono circa 11.500 persone e ad Alzano circa 13.700. L’incidenza del Covid-19 sul territorio di questi due comuni è quindi da allarme rosso.

QUI IL DOCUMENTO COMPLETO CON LA LISTA DEI CONTAGI

La lettera di accompagnamento della Regione Lombardia: “I Dpcm di Conte vanificavano il nostro intervento”

Nel dare seguito alla richiesta di accesso agli atti del Consigliere Carretta, la Regione Lombardia fornisce una sua interpretazione dei fatti con una lettera di accompagnamento, che è priva di due elementi fondamentali: la data e la firma. Il cuore del problema però è ben altro: “Come noto – si legge nella lettera – il contagio Covid-19 non ha interessato solamente la Regione Lombardia ma anche altre Regioni prima (Veneto ed Emilia-Romagna), l’intero territorio nazionale poi, l’intero pianeta successivamente, al punto che l’OMS ha dichiarato lo stato di pandemia”.

“In una situazione del genere – continua la missiva – il potere extra ordinem è da intendersi ripartito e necessariamente coordinato dal livello più alto, quello Governativo, ai sensi dell’art. 120 della Costituzione della Repubblica Italiana”. Così la Lombardia, nel documento, cerca di scaricare tutte le responsabilità della mancata zona rossa ad Alzano e Nembro sul Governo. Non è una tesi nuova, in quanto in altre occasione la Regione l’ha esposta per difendersi dall’accusa di non aver istituito di sua iniziativa la zona rossa. Rileviamo, per dovere di cronaca, come però essa contrasti con il ripensamento dell’assessore Gallera, che in un primo tempo aveva detto che la competenza era del Governo, salvo poi ammettere che la Regione avrebbe potuto agire in proprio: “Ho approfondito, esiste una legge”. TPI ha contattato lo staff di Giulio Gallera per ascoltare il suo parere in merito, ma la richiesta è stata declinata.

Tornando alla lettera, la Regione ricorda che “lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 25 febbraio ha convocato i Presidenti delle Regioni ribadendo (la) necessità che ogni intervento locale deve necessariamente coordinarsi col potere centrale”. Una precisazione, che stando al testo, tuttavia non parrebbe impedire a una Regione di procedere motu proprio all’istituzione di una zona rossa. Viene riportato anche il contenuto di un’intervista nella quale Conte afferma: “Tutti dobbiamo perseguire un coordinamento: se non ci riuscissimo saremmo pronti a misure che contraggono le prerogative dei governatori”. La lettera prosegue così: “Si ricorda inoltre che subito dopo il Governo ha emanato un Decreto che consente di adottare ordinanze ai sensi dell’art.32 della l.n. 833/78 nelle more del DPCM (cfr. art. 3), a conferma della centralità della competenza statale. Il Presidente della Regione Lombardia poteva quindi intervenire, ma solo nelle more del Dpcm e comunque coordinandosi con il potere centrale, come infatti è avvenuto per l’emanazione della ordinanza istitutiva della zona rossa a Codogno”.

Ma nella lettera la Regione accusa Conte proprio di aver emanato troppi Dpcm, impedendo un intervento legislativo regionale. “Si rileva altresì che in quel periodo i DPCM si susseguivano con ritmo incalzante e ciò, di fatto, vanificava ogni possibilità di intervento da parte delle Regioni”.

 

Il verbale della seduta del Comitato Tecnico Scientifico del 3 marzo 2020

Quanto al verbale della seduta del Cts, la prima cosa da segnalare è che si tratta di uno stralcio, come chiaramente indicato sul documento stesso, composto da una sola pagina. La presenza di “OMISSIS” sia all’inizio che alla fine del documento rende difficile una valutazione approfondita. Mancano anche l’elenco dei presenti, nonché le firme degli stessi o almeno del verbalizzante. Il contenuto è molto stringato: il Cts esamina i dati giunti nel pomeriggio, sente per conferma sia l’Assessore Gallera che il D.G. Cajazzo (oggi destinato ad altra funzione) e infine conclude che il rischio è alto e quindi “propone di adottare le misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa anche in questi due comuni (Alzano Lombardo e Nembro, ndr)”. Quando poi si inizia ad affrontare il tema delle grandi città, si sbatte contro un “OMISSIS” che ci lascia pieni di dubbi.

Leggi anche: “Su Alzano e Nembro toccava a Conte chiudere, ma Fontana doveva insistere”: a TPI parla il consigliere lombardo che ha divulgato il verbale Cts 

L’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti:

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