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Intervista a Gino Strada: “Soltanto un cretino può pensare di fermare le migrazioni”

Immagine di copertina
Gino Strada. AFP PHOTO / ASHRAF SHAZLY

Il fondatore di Emergency parla a TPI della politica italiana in tema di immigrazione e degli accordi tra Italia e Libia

“L’Europa sulla questione dei migranti è semplicemente finita. Questi 50 anni di sogno europeo sono solo anni in cui migliaia e migliaia di euro sono stati spesi per nulla. L’Europa è un carrozzone che non è nemmeno stato in grado di stendere una costituzione. Hanno parlato di diritti, di principi, ma alla prima prova del nove si sono dimostrati cinici, crudeli, razzisti e completamente disinteressati a quello che avviene fuori la fortezza Europa”. 

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Gino Strada, medico, attivista e fondatore della ong Emergency, risponde alle domande di TPI sulle mosse del governo italiano in tema di gestione di flussi migratori e sugli accordi tra Italia e Libia.

Il ministro Minniti ha di recente dichiarato l’intenzione di voler abolire i grandi centri accoglienza per i migranti e attivare “un’accoglienza diffusa”. Esiste un modo per fare accoglienza in Italia?

Esisterebbe. Riguardo alle intenzioni, ai proclami, alla realtà, non entro nel merito delle cose che dice il ministro Minniti.

A me interessa la politica dell’Italia nei confronti dei migranti. Una politica che sostanzialmente tende a una cosa sola: l’importante è che non vengano qui.

Con le nuove misure adottate dal governo gli sbarchi in Italia sono diminuiti del 35 per cento rispetto allo scorso anno. Se non si muore più nel Mediterraneo, adesso, dove si muore?

Sarebbe molto interessante andare a verificarlo. Si morirà nei centri di detenzione in Libia, si morirà in quelle specie di campi di concentramento dove la gente viene picchiata, violentata, torturata. Ma di queste cose non si parla.

Minniti però insiste col dire di non aver mai fatto accordi con i trafficanti libici, tantomeno con chi gestisce questi “centri di detenzione”. Anzi, secondo il governo, si sta lavorando per una stabilizzazione della Libia…

Il governo italiano e il ministero degli Interni stanno raccontando storie che non esistono: è diminuito l’afflusso dei migranti, certo, hanno messo il blocco navale, chi faceva il salvataggio in mare è stato criminalizzato. Questo è il piano? Gli accordi con chi sono stati fatti realmente? 

In Libia non c’è un governo, sono tutte bande di delinquenti. L’accordo con la Libia è stato venduto come un grande successo. Lì hanno trovato davvero accoglienza, diritti umani? O è stato venduto come un traguardo unicamente perché a noi interessa solo che i migranti non vengano qui? Per il resto che muoiano pure. Questa è la realtà.

Il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muiznieks ha chiesto direttamente al ministro Minniti di “chiarire che tipo di sostegno operativo l’Italia prevede di fornire alle autorità libiche”. Lei cosa ne pensa?

Il governo parla di un piano di sviluppo, di aiuti economici; che chiarisca bene i dettagli allora. Noi di Emergency l’abbiamo definito un atto di guerra contro i migranti. Che alla fine il boia sia qualcun altro (la Libia) e non abbia la bandiera tricolore (quindi l’Italia) è del tutto secondario. Mentre i cittadini italiani hanno mostrato una grande solidarietà, come autorità siamo molto indietro.

Spesso si dice che gli italiani sono razzisti, ma lo sono realmente?

No gli italiani non sono razzisti. I razzisti sono solo quelli che urlano di più, che occupano le prime pagine dei giornali, la politica che fa il governo italiano in qualche modo li incoraggia.  Si sente dire “non li vogliamo”, come fosse una contaminazione. Certo che il razzismo e l’intolleranza sono dei segnali preoccupanti che stanno attraversando tutta l’Europa, non solo l’Italia. 

Nelle ultime settimane una nave di una ong tedesca è stata attaccata dalla guardia costiera libica e un barcone con cento migranti è affondato al largo della Libia, dopo una settimana alla deriva. Come mai il governo italiano non si è espresso?

Al nostro governo se muoiono dei migranti non interessa nulla. La politica per loro si basa su altri criteri, come dice il ministro Minniti: “Io ho avuto il mandato di non farli arrivare. Ho il mandato di proteggere i confini”. Questo vuol dire impedire che la gente arrivi in Italia. Poi se la gente muore, se le donne vengono stuprate, questo non è un problema del governo italiano.

Cosa è rimasto del sogno europeo di accoglienza, dell’Europa senza confini?

L’Europa sulla questione dei migranti è semplicemente finita. Questi 50 anni di sogno europeo sono solo anni in cui migliaia e migliaia di euro sono stati spesi per nulla. Per un carrozzone che non è nemmeno stato in grado di stendere una costituzione. Hanno parlato di diritti, di principi, ma alla prima prova del nove si sono dimostrati cinici, crudeli, razzisti, e completamente disinteressati a quello che avviene fuori la fortezza Europa.

Anche la Germania ha annunciato che ci sarà un tetto massimo di migranti che saranno accolti in un anno…

Questa è la tendenza. una farsa totale che non esiste, perché ogni stato europeo ha fatto le sue scelte: chi i muri, chi il filo spinato, chi il blocco navale come Minniti. Ciascuno fa come vuole.

L’unico comune denominatore è: se muoiono delle persone per raggiungere l’Europa non è un problema dell’Europa.

Secondo lei, perché in governo italiano fa accordi con interlocutori diversi (Haftar, al Sarraj) e si muove con figure diverse? Perché Minniti si occupa di questioni che spetterebbero ad Alfano?

Minniti pensa di fare il ministro degli Esteri, dell’Interno, e anche di quello che ci sta in mezzo.

Ma quindi lei avrebbe un piano, una proposta per la gestione dei flussi migratori?

Un piano di accoglienza e di integrazione. Io credo che i migranti siano una risorsa, per l’Europa e per l’Italia in particolare. Si tratta di integrare delle persone e di considerare il plusvalore che quelle persone portano.

Certamente il piano deve essere serio e credibile, il primo passo è quello di creare dei corridoi umanitari e sicuri.

La questione sicurezza è vitale. Alcuni dei terroristi coinvolti negli ultimi attentati sono passati illegalmente dal nostro paese…

Questo è un problema difficile da affrontare perché ci si muove nell’incertezza. La questione è che da anni si sarebbero potuti aprire dei corridoi umanitari legali e sicuri. Senza far morire la gente in mare.

C’è un principio di fondo in questa storia: soltanto un cretino può pensare di fermare le migrazioni. La storia dell’umanità è una storia di migrazioni. Non sarà certo la volontà di un politico qualsiasi a fermare questo fenomeno.  

Della distinzione tra migrante economico e rifugiato politico che si è detto di voler applicare negli “hotspot libici” le cosa ne pensa?

Questa distinzione è una grossa stupidaggine, si parla di qualche milione di persone che fuggono, ed esistono altrettante motivazioni per scappare. Cosa vuol dire migrante economico? Uno che non ha da mangiare e cerca di andare in posti dove può mangiare. Non è un problema ugualmente?

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