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Home » Esteri

Russia: arrestati 5 giornalisti indipendenti. Il Cremlino apre alla liberazione del cronista del Wall Street Journal Evan Gershkovich

Immagine di copertina
Immagine di repertorio. Credit: AGF

Le autorità russe hanno arrestato cinque giornalisti che lavorano per alcuni media indipendenti, mentre il Cremlino ha aperto alla liberazione del cronista statunitense Evan Gershkovich attraverso uno scambio di prigionieri.

Un’ondata di arresti
Tra la serata di ieri e le prime ore di oggi, secondo l’ong Ovd-Info, la polizia ha arrestato le giornaliste di SOTAvision, Antonina Favorskaia, Alexandra Astakhova, Anastassia Moussatova ed Ekaterina Anikievitch, e il cronista di RusNews, Konstantin Jarov.

Antonina Favorskaia, come riportato dal portale russo Mediazona, segue da anni i processi che coinvolgono Alexei Navalny, l’oppositore del presidente Vladimir Putin morto in carcere il 16 febbraio scorso in circostanze ancora da chiarire. Fu lei a girare l’ultimo video che mostrava Navalny ancora vivo durante un’udienza tenuta in tribunale il 15 febbraio. Secondo Mediazona, Favorskaya era stata arrestata il 17 marzo, poche ore dopo aver deposto dei fiori sulla tomba dell’oppositore defunto.

Ma ieri sera, secondo Ovd-Info, dopo aver trascorso 10 giorni in detenzione per disobbedienza alle autorità di sicurezza, è stata arrestata di nuovo subito dopo essere stata rilasciata. L’avvocato della donna, Mikhail Birioukov, ha dichiarato a SOTAvision che dopo l’arresto le autorità hanno perquisito sia l’appartamento della giornalista che quello dei suoi genitori.

Anche altre due giornaliste della stessa testata, Alexandra Astakhova e Anastassia Moussatova, venute a incontrare la collega dopo il rilascio, sono state arrestate e portate in caserma per essere interrogate. Nella notte poi le autorità hanno arrestato anche Ekaterina Anikievitch, sempre di SOTAvision, e Konstantin Jarov di RusNews. Quest’ultimo, secondo la testata russa, avrebbe ripreso l’arresto di Antonina Favorskaia nei pressi della sua abitazione.

Non solo, secondo un testimone citato dall’ong Ovd-Info, Jarov è stato picchiato e minacciato di subire abusi sessuali per aver effettuato quelle riprese. “Mi hanno preso a calci, mi hanno messo un piede in testa, mi hanno storto le dita e hanno riso di me quando ho cercato di alzarmi”, ha dichiarato Jarov, secondo RusNews. A seguito delle percosse, il giornalista ha riportato un trauma cranico, diverse ferite, la lussazione di alcune dita e la distorsione di almeno un arto. 

Il caso Gershkovich
Intanto il Cremlino ha aperto alla possibile liberazione del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, detenuto in Russia dal 29 marzo scorso con l’accusa di spionaggio e che resterà agli arresti almeno fino al 30 giugno prossimo, attraverso uno scambio di prigionieri.

“Per quanto riguarda le questioni relative allo scambio, abbiamo ripetutamente sottolineato che ci sono alcuni contatti, ma devono essere svolti in assoluto silenzio”, ha detto oggi in conferenza stampa il portavoce del governo russo, Dimitri Peskov rispondendo a una domanda su quando sarà esaminato il caso del cronista statunitense e se sia possibile uno scambio di prigionieri. Finora, ha aggiunto il funzionario russo, “le dichiarazioni pubbliche (sul caso, ndr) sono state un ostacolo (allo scambio, ndr)”.

Il 32enne, accreditato presso il ministero degli Esteri di Mosca per lavorare in Russia come giornalista, era stato arrestato dal Servizio di sicurezza federale nel marzo dello scorso anno mentre realizzava un reportage nella città di Ekaterinburg, nella regione dei monti Urali. Le autorità russe sostengono che Gershkovich, da allora detenuto nella prigione Lefortovo a Mosca, sia una spia, un’accusa sempre respinta al mittente sia dal cronista che dagli Stati Uniti. In settimana, un tribunale russo ha prorogato fino al 30 giugno prossimo la detenzione di Gershkovich, che rischia fino a 20 anni di carcere.

A febbraio, durante una lunga intervista con l’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson, era stato proprio il presidente russo Vladimir Putin ad aver aperto alla possibilità di liberare il giornalista del Wall Street Journal, paventando un accordo con gli Usa. Gershkovich, aveva detto Putin senza fornire alcuna prova,“lavorava per i servizi segreti statunitensi e per alcune altre agenzie”.

Poi però, senza citarlo, aveva suggerito un possibile scambio con il sicario Vadim Krasikov, condannato per aver ucciso un miliziano ceceno a Berlino nel 2019, definendolo “una persona che sta scontando una pena in un Paese alleato degli Stati Uniti, un uomo che, per sentimento patriottico, ha eliminato un bandito in una delle capitali europee”.

Da allora, la Casa bianca ha rifiutato di commentare le dichiarazioni del leader russo, ribadendo che “Evan Gershkovich non avrebbe mai dovuto essere arrestato”, anzi dovrebbe essere liberato immediatamente.

Senza un accordo però, il cronista rischia di passare ancora molto tempo in carcere. La legge russa concede alle autorità giudiziarie un ampio margine di discrezionalità in materia di custodia cautelare mentre una condanna per spionaggio può comportare una pena detentiva compresa tra i 10 e i 20 anni di reclusione.

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