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Quali sono i palazzi occupati abusivamente che potrebbero essere sgomberati a Roma

Immagine di copertina
Credit: Ansa

In una delibera del 2016, l'allora commissario straordinario di Roma Francesco Paolo Tronca, aveva stilato un elenco di palazzi occupati. Tre di questi, tra cui il palazzo di via Curtatone, sono occupati da rifugiati e richiedenti asilo

Si è parlato tanto nei giorni scorsi del palazzo occupato dai rifugiati etiopi ed eritrei di via Curtatone, a Roma, sgomberato con la forza dai poliziotti lo scorso 19 agosto. Si tratta di circa 250 famiglie che vivono in città da anni, i cui figli vanno regolarmente a scuola e i genitori al lavoro, titolari dello status di rifugiato o di qualche forma di protezione internazionale. Il palazzo occupato dal 2013 è l’ex sede dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’Ispra.

Dopo più di una settimana da quello sgombero, a quelle persone non è stata ancora offerta un’alternativa, e la maggior parte di loro vive ancora per strada. Ma oltre al palazzo di via Curtatone, a un passo dalla stazione Termini, quali sono gli altri stabili occupati abusivamente a Roma?

Nel mese di aprile del 2016, quando Roma era ancora commissariata, prima dell’elezione della giunta Raggi, l’allora commissario straordinario della capitale, il prefetto Francesco Paolo Tronca, emanò una delibera con il Piano di attuazione del programma regionale per l’emergenza abitativa per Roma Capitale.

La regione Lazio nel 2014 aveva approvato il Piano straordinario per l’emergenza abitativa per la città di Roma per rispondere a quelle situazioni, anche storiche, relative alle occupazioni di edifici pubblici e privati adibiti impropriamente ad abitazioni, nonché per implementare le assegnazioni degli alloggi ERP (edilizia residenziale pubblica), prevedendo di destinare all’attuazione gli alloggi che man mano si dovessero rendere disponibili a seguito del concretizzarsi dei finanziamenti e degli interventi previsti.

Il piano per l’emergenza abitativa di Roma stila un elenco di 74 immobili. Tra questi 16 rientrano in un primo piano d’intervento di sgombero. Il 14esimo della lista è proprio il palazzo di via Curtatone, nel primo municipio. Alcuni di questi palazzi, come quello di piazza Indipendenza, sono occupati da rifugiati politici titolari di protezione umanitaria, ma vivono in condizioni inaccettabili per mesi, o addirittura anni, a causa dei limiti del sistema di accoglienza e delle politiche di integrazione sociale.

“Almeno 10.000 richiedenti asilo e rifugiati in Italia vivono al di fuori del sistema di accoglienza, in condizioni di precarietà e marginalità, senza alcuna assistenza istituzionale e con scarso accesso alle cure mediche”, scriveva Medici Senza Frontiere nel 2016, nel suo rapporto “Fuori Campo”.

Qui sotto abbiamo stilato l’elenco degli altri palazzi occupati da sgomberare (in grassetto quelli che per certo sappiamo essere occupati da titolari di protezione internazionale). A questo link l’elenco completo dei 74 palazzi citati nella delibera di Tronca.

1. Immobile sito in Via Carlo Felice n. 69 (Municipio I); (zona San Giovanni) al piano terra di questo palazzo, occupato dal 2003 e appartenente alla banca d’Italia, si trova il centro sociale Sans Papiers. Ci vivono circa 35 nuclei familiari di varie nazionalità.

2. Immobile sito in Viale del Policlinico n. 137 (Municipio II); si tratta di un palazzo occupato nel 2009, nella giornata nazionale contro gli sfratti e gli sgomberi.

3. Immobile sito in Via delle Provincie n. 196 (Municipio II); (zona stazione Tiburtina) si tratta di due palazzo che appartengono all’Inps, disabitati fino al 2012, quando circa 150 famiglie li hanno occupati abusivamente. Le nazionalità degli occupanti sono varie, in particolare nordafricani, ma anche italiani.

4. Immobile sito in Via Gian Maria Volonté n. 9 (Municipio III); è uno stabile destinato all’edilizia popolare occupato dal 2007.

5. Immobile sito in Via Tiburtina n. 1099 (Municipio IV);

6. Immobile sito in Via Tiburtina n. 1064 (Municipio V); (zona San Basilio) si tratta di un albergo da 72 camere, l’Aniene Roma Palace, occupato prima di essere inaugurato, nel 2013.

7. Immobile sito in Via Prenestina n. 944 (Municipio V); l’Eurostar Roma Congress era un hotel 4 stelle, occupato nel 2012 da circa 200 famiglie dopo essere stato abbandonato.

8. Immobile sito in Via Collatina n. 385 (Municipio V); – si tratta di uno stabile occupato da rifugiati politici e richiedenti asilo dal 2004, ed ex sede dell’Inpdap. Sono circa 500 gli abitanti del palazzo.

9. Immobile sito in Via Tuscolana n. 1782 (Municipio VII); è una ex sede Inps, occupata dal 2012 da un centinaio di famiglie

10. Immobile sito in Viale del Caravaggio n. 105/107 (Municipio VIII); (zona Tor Marancia) è uno stabile occupato dal 2013 da circa 200 persone in emergenza abitativa e che fino a pochi anni prima ospitava uffici della regione Lazio.

11. Immobile sito in Via dell’Impruneta n. 51 (Municipio XI); è l’ex scuola 8 marzo, nel quartiere Magliana, occupato nel 2007 e dichiarato inagibile nel 2010

12. Immobile sito in Via di Torrevecchia n. 156 (Municipio XIV);

13. Immobile sito in Via Cardinal Capranica ex Scuola G. Calabria (Municipio XIV); è una ex scuola occupata dal 2001, dove vivono centinaia di persone, in maggioranza stranieri, e già sgomberata nel 2012

14. Immobile sito in Via Curtatone n. 3 (Municipio I) – (zona stazione Termini) si tratta del palazzo che si affaccia su piazza Indipendenza, a un passo dalla stazione Termini, occupato dal 2013 da rifugiati e richiedenti asilo etiopi ed eritrei.

15. Immobile sito in Via Tor dé Schiavi n. 101 (Municipio VII);

16. Immobile sito in Via Arrigo Cavaglieri n. 6/8 (Municipio VII) – si tratta di un grande complesso edilizio nei pressi del centro commerciale la Romanina, occupato nel 2006 da un centinaio di rifugiati politici. Oggi ci vivono circa 800 persone, tra rifugiati e titolari di protezione internazionale. In passato era la sede della facoltà di lettere dell’Università di Tor Vergata.

“Intere famiglie si trovano a vivere in stanze piccole, senza finestre, ricavate tramite pannelli di cartongesso dai vecchi aule e corridoi; il numero di servizi igienici non soddisfa gli standard di un campo profughi (attualmente vi è un wc o un bagno alla turca ogni 19 persone, e una doccia ogni 33). La scarsità di servizi igienici, il numero insufficiente di locali, l’inesistenza di un impianto di riscaldamento, la mancanza di acqua potabile determinano condizioni igienico-sanitarie inadeguate e dannose per la salute degli abitanti”, spiega l’associazione Cittadini del mondo che si occupa di assistenza sociale e sanitaria nel palazzo occupato.

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