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Come Angela Merkel pensa di conquistare il suo quarto mandato alla guida della Germania

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La cancelliera tedesca è in vantaggio nei sondaggi per le elezioni del 24 settembre, in cui correrà contro il socialdemocratico Martin Schulz. Ecco quali sono i temi al centro della sua campagna elettorale

Il prossimo 24 settembre si terranno in Germania le elezioni politiche con le quali la cancelliera tedesca Angela Merkel spera di conquistare il suo quarto mandato alla guida del paese, un record di longevità al governo che al momento appartiene a Helmut Kohl, l’ex cancelliere della Germania riunificata, recentemente scomparso.

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Merkel ha reso noto già alla fine del 2016 la sua intenzione di ricandidarsi alla guida del paese, ed ha quindi avuto tempo e modo per preparare la sua campagna elettorale, agevolata dalla lunga esperienza politica che vanta ormai alle sue spalle.

Secondo gli ultimi sondaggi la cancelliera tedesca è in vantaggio rispetto al suo principale rivale, l’ex presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, candidato per i socialdemocratici della Spd, di circa 15 punti percentuali.

La vittoria dei cristiano-democratici, alleati con l’unione cristiano-sociale (Csu), sembra quindi scontata. Ma Angela Merkel non ha intenzione di lasciare nulla al caso. In una lunga intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt, pubblicata lo scorso 25 agosto, la cancelliera ha toccato diversi punti di natura interna o internazionale sui quali pensa di investire per vincere. Ecco quali sono i più importanti:

La questione migranti

Angela Merkel non ha paura di parlare apertamente di accoglienza dei profughi, come ha dimostrato nel 2015, quando ha accettato di ricevere un milione di rifugiati a causa di “circostanze straordinarie”.

Negli ultimi giorni, in occasione del vertice di Parigi, la cancelliera tedesca ha nuovamente aperto alla distribuzione dei rifugiati in modo solidale a livello europeo, sottolineando che il peso dell’immigrazione non può gravare esclusivamente su Italia e Grecia. Merkel ha dichiarato che il sistema di Dublino, che prevede l’obbligo di effettuare la richiesta di asilo nel paese di arrivo, deve essere rivisto.

Nella sua intervista all’Handelsblatt, la cancelliera tedesca ha detto di ritenersi fortunata ad aver avuto tempo, tra il 2005 e il 2007, di imparare i fondamentali del governo, che le sono stati molto utili a partire dal 2008, con l’arrivo della crisi dell’euro, la sfida dell’Ucraina, la guerra civile in Siria e la conseguente crisi dei rifugiati. “È stata una fortuna avere tempo nei primi anni, per poter meglio affrontare questi problemi”, ha detto.

Il rapporto con Donald Trump

Per quanto riguarda il suo rapporto con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nell’intervista la cancelliera tedesca sottolinea che, al di là delle differenti posizioni rispetto al capo della Casa Bianca, Trump ha vinto una battaglia molto dura in occasione delle elezioni statunitensi. È stato eletto democraticamente e quindi merita rispetto.

“Quando si incontrano leader diversi di paesi differenti, non si tratta di amicizia ma di interessi”, ha detto Merkel nell’intervista. Per la cancelliera tedesca l’ascesa di Trump è conseguenza del malessere di una parte della popolazione americana, che pensa che qualcosa debba cambiare. In particolare, i cittadini statunitensi hanno cominciato a temere perché gli effetti della globalizzazione non sono stati bilanciati con il welfare. Ma la globalizzazione, per Merkel, se accuratamente bilanciata, può essere una vittoria per tutti.

La politica europea

Secondo Merkel, l’Europa è troppo divisa sulla politica estera che, ad esempio, non coincide nel modo in cui essa si relaziona alla Cina. Per quanto riguarda la Corea del Nord, Merkel sottolinea che una soluzione militare sia da escludere e che l’Europa può avere un importante ruolo di mediazione.

Sul tema della difesa, la cancelliera sottolinea che si tratta di un tema in comune con gli Stati Uniti. Tuttavia, per Merkel l’Europa non può sedersi e aspettare che gli altri risolvano i suoi problemi. L’Europa deve formulare i suoi interessi.

Infine, il 29 agosto con una mossa a sorpresa Merkel ha aperto a una maggiore integrazione economica, parlando dell’ipotesi di un ministro delle Finanze unico per i paesi dell’eurozona, e appoggiando la proposta del ministro dell’Economia tedesco Wolfgang Schäuble di trasformare il meccanismo europeo di stabilità (Esm) in una sorta di Fondo monetario europeo.

La sfida per il terzo posto

Un altro interrogativo in vista delle elezioni tedesche è quale partito politico riuscirà a conquistare il terzo posto. A battersi sulla soglia del 10 per cento ci sono infatti i liberaldemocratici della Fdp, i Verdi, la sinistra di Die Linke, ma anche l’estrema destra di Alternativa per la Germania (AfD), guidata dalla determinata Frauke Petry.

La leader di AfD nelle ultime ore ha visto il parlamento della Sassonia, di cui è parte, sollevare la sua immunità parlamentare per consentire ai giudici tedeschi di procedere nei suoi confronti con l’accusa di falsa testimonianza. Petry è sospettata di aver mentito sotto giuramento durante un’udienza del comitato elettorale dello stato a novembre 2015. Se ritenuta colpevole, Petry sarà condannata alla pena minima di un anno.

La futura coalizione di governo

Se la vittoria di Merkel sembra scontata, meno evidente è con chi si coalizzeranno i cristiano-democratici di Merkel per formare il nuovo governo. La sola certezza, espressa dalla stessa cancelliera tedesca, è che un’alleanza con gli estremisti di destra dell’AfD è da escludere, così come quella con gli estremisti di sinistra di Die Linke.

“Diciamolo chiaramente: nessuna coalizione con l’AfD né con Die Linke”, ha detto Merkel il 29 agosto, mentre si trovava nella città di Bitterfeld-Wolfen, nell’est della Germania, dove i sostenitori del partito di estrema destra hanno fischiato il suo discorso elettorale di trenta minuti. Alcune ore prima la cancelliera aveva definito razzista il commento di un leader dell’AfD.

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