In Tunisia un’intera generazione protesta contro la mancanza di lavoro
A Tunisi e in altre città dello stato nordafricano si moltiplicano suicidi e proteste dei giovani per lamentare l'assenza di prospettive lavorative
La storia recente della Tunisia era stata salutata come un felice esempio di successo delle rivolte legate alla Primavera Araba, con un aumento della democrazia e la speranza di migliori condizioni economiche per il paese.
A distanza di circa cinque anni da quegli eventi, la situazione per i giovani tunisini non sembra però affatto positiva, almeno dal punto di vista economico, tanto che si è parlato di una “generazione di inattivi” in riferimento alla mancanza di occupazione giovanile nello stato nordafricano.
Sono molti i casi drammatici di suicidio tra minori di 30 anni che si sono accumulati nel corso degli ultimi anni a causa dell’assenza di prospettive lavorative e dell’impoverimento collettivo: nel dicembre 2010 era stato proprio il caso di Mohamed Bouazizi, che si era dato alle fiamme come gesto di protesta, a fomentare la rivolta in molti suoi coetanei, ma a distanza di cinque anni le morti continuano e l’economia non migliora.
Sono ormai frequenti i casi di sciopero della fame, di scontri con la polizia, di giovani che si cuciono le labbra in segno di protesta, e negli ultimi giorni di gennaio 2016 questi malumori sono arrivati a livelli allarmanti, con numerose proteste a Tunisi e nelle maggiori città del paese.
In questa galleria dell’agenzia Reuters, alcune immagini e storie per raccontare ciò che sta accadendo in questi giorni in Tunisia.