Cleveland, terzo giorno: il mancato endorsement di Cruz e il discorso di Pence
Il fotoreportage di Iacopo Luzi da Cleveland, nel terzo e penultimo giorno di convention del partito di Donald Trump
Donald Trump è ormai il candidato ufficiale del partito repubblicano alle presidenziali del prossimo novembre e la convention di Cleveland, durata 4 giorni, sta per finire. Ma cos’è successo ieri, 20 luglio, nel terzo giorno di convention? Era il giorno dedicato a Mike Pence, il candidato vicepresidente, ma qualcun altro ha fatto più discutere di lui: Ted Cruz.
Il principale avversario alle primarie del partito dei mesi scorsi infatti non ha dato il suo endorsement ufficiale a Donald Trump come ci si aspettava invece per “riunificare il partito”. Ha invitato infatti a votare secondo coscienza, che non equivale certo a dare l’appoggio a Trump. È stato però sommerso di fischi e apostrofato come “traditore”.
Tornando a Mike Pence, l’equilibrato politico scelto da Trump per convincere quegli elettori più scettici e conservatori, c’è da dire innanzitutto che ha fatto un discorso emblematico della sua posizione di politico navigato e perfettamente addentrato nel sistema, al contrario di Trump.
Un discorso rassicurante e prevedibile. “Grazie dal profondo del mio cuore. Accetto la nomination per la vicepresidenza degli Stati Uniti”, ha detto lui, rivolgendosi alla platea con un “per chi di voi non mi conosce ed è la gran parte”, schernendo il suo essere un politico prettamente locale e sconosciuto ai più.
Intanto fanno scalpore le frasi di uno dei consiglieri di Trump, Al Baldasaro, che ha detto: “è una disgrazia per le bugie che ha detto alle madri i cui figli sono stati uccisi a Bengasi. Tutto mi disgusta di lei, dovrebbe essere messa lungo una linea di tiro e giustiziata per tradimento”, ha detto lui, tra l’imbarazzo del partito e le critiche generali.
Le immagini di Iacopo Luzi da Cleveland raccontano il terzo e penultimo giorno di convention repubblicana: