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Riapre in Marocco la più antica biblioteca del mondo

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La Khizanat al-Qarawiyyin fu costruita nel nono secolo ed è stata al centro della vita culturale di Fez. Oggi restaurata sarà presto accessibile ai visitatori

Riaprirà presto quella che è considerata la più antica biblioteca del mondo. Si trova a Fez, la capitale culturale del Marocco, risale al Nono secolo e dopo interventi di restauro durati circa quattro anni è finalmente pronta a riaccogliere i visitatori.

La biblioteca, che si chiama Khizanat al-Qarawiyyin, si trova nella medina di Fez, la sua città vecchia, il suo cuore, proprio accanto alla moschea Qarawiyyin. 

Insieme alla moschea e all’università, rappresentava il centro della vita culturale dell’antica Fez e i tomi conservati al suo interno erano considerati talmente preziosi che le quattro serrature del suo portone in ferro avevano quattro diverse chiavi ognuna affidata a una persona diversa e tutti e quattro i custodi delle chiavi dovevano essere presenti per aprire la porta.

Oggi, la biblioteca completamente restaurata sotto l’attenta supervisione di un architetto che è anche la prima estimatrice della sua città natale, Aziza Chaouni, è stata dotata di un sistema fognario e di canali sotterranei per drenare l’umidità ma anche di un laboratorio ipertecnologico per la conservazione e la digitalizzazione dei preziosi manoscritti.

Inoltre, una sala speciale in cui temperatura e umidità sono tenute sotto stretto controllo ospita i testi più antichi, sorvegliati da un rigoroso sistema di sicurezza. Il più prezioso di essi è una copia del Nono secolo del Corano, il libro sacro dell’islam, scritto su pelle di cammello in calligrafia cufica.

Il Marocco ha investito molto nel restauro della biblioteca e nella valorizzazione di Fez. Nel 2012 il ministero della Cultura chiese a Chaouni di esaminare le condizione della biblioteca e le assegnò anche l’appalto del restauro.

Sorprende forse che un lavoro tanto importante in un paese che non brilla per l’uguaglianza di genere sia stato affidato a una donna (per quanto Chaouni abbia un curriculum straordinario, dalla Columbia University alla Harvard Graduate School, nel 2014 ha tenuto un discorso TED sul suo lavoro per la conservazione del fiume Fez), ma bisogna ricordare che la biblioteca stessa fu fondata da un’altra donna, Fatima al-Fihri, figlia di un ricco mercante di Kairouan, in Tunisia.

Fihri costruì non solo il santuario dei libri ma anche la moschea e l’Università Qarawiyyin, istituto che tra i suoi ex allievi vanta Maimonide e Ibn Khaldun, filosofo ebreo il primo e storico musulmano il secondo. 

I lavori di risanamento hanno verificato l’integrità strutturale della biblioteca e restaurato le opere intagliate nel legno cercando al contempo di preservare gli originali il più possibile. Negli anni Quaranta, la Francia aveva già intrapreso dei lavori di conservazione.

Chaouni spera che la biblioteca torni a nuova vita, che il pubblico riempia le sue sale e che gli abitanti di Fez tornino a frequentarla assiduamente come un tempo. La biblioteca non deve essere solo un’attrazione turistica, ma anche un luogo di cultura, è quella la sua vera funzione.

Non è stata però stabilita una data precisa per la riapertura, che dovrebbe avvenire prima della fine dell’anno, o almeno è quello che spera l’architetto.

Re Mohammad VI ha ispezionato il sito a giugno e sarà lui a inaugurare ufficialmente la biblioteca restaurata.

I lavori sulla Khizanat al-Qarawiyyin fanno parte di un piano di ampio respiro per riportare Fez al centro della vita culturale e spirituale del Marocco, ruolo che aveva in parte perso a favore della capitale Rabat finendo col diventare una semplice città di provincia.

Oggi, i quartieri vecchi della città vengono restaurati e si tengono festival sufi e musicali. Chaouni è soddisfatta: il retaggio e il patrimonio della sua città natale saranno preservati e le sue bellezze torneranno a essere vive come lo sono state in passato.

Da questo punto di vista, il Marocco appare come un’isola felice in una regione che dall’Iraq alla Libia ha visto frotte di estremisti distruggere il patrimonio storico, culturale e artistico locale, dalla biblioteca di Mosul (Iraq) al tempo di Bel di Palmira (Siria).

–Leggi anche: Dentro le biblioteche più belle del mondo

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