Le foto delle operazioni di soccorso dei ragazzi intrappolati nella grotta in Thailandia
I ragazzi sono rimasti intrappolati nella grotta per 17 giorni e sono stati tratti in salvo in due diverse operazioni di soccorso
Dopo essere rimasti intrappolati in una grotta della Thailandia per 17 giorni, la squadra di calcio e il loro allenatore sono stati tratti in salvo grazie ad un’operazione durata due giorni.
Tutto era iniziato alle 10:00 ora locale (circa le 5:00 del mattino in Italia) di domenica 8 luglio: 18 sub del team internazionale di soccorritori – 13 provenienti da nazionalità straniere e cinque navy seals thailandesi – si erano introdotti, due alla volta, nella cava con l’obiettivo di portare fuori i ragazzi.
Sono passati oltre quindici giorni da quando i ragazzi sono rimasti intrappolati nella grotta, nel nord della Thailandia, lungo il confine con il Myanmar.
per 9 giorni la squadra e il loro allenatore sono rimasti senza contatti con il mondo esterno e sono riusciti a sopravvivere nutrendosi con il cibo e l’acqua che avevano portato con sé.
I ragazzi hanno lasciato la grotta in due gruppi in base alla forza fisica che ancora avevano.
L’ultimo a uscire è stato l’allenatore, che era anche il più debilitato. Il ragazzo, 25 anni, ha dato anche la sua porzione di cibo ai ragazzi.
Inizialmente si pensava che il gruppo sarebbe rimasto intrappolato ancora a lungo nella grotta.
Secondo quanto dichiarato inizialmente dai soccorritori, i ragazzi dovevano prima imparare a nuotare e in un secondo momento anche a immergersi.
Il percorso verso l’uscita, lungo circa 3 chilometri, era quasi completamente coperto d’acqua per cui non potevano raggiungere la fine delle grotte semplicemente camminando.
Adesso, i ragazzi sono stati messi in quarantena e sottoposti alle cure dei medici, che si stanno accertando che non abbiano contratto infezioni o malattie contagiose mentre erano nella grotta.
I primi membri della squadra tratti in salvo sono riusciti a vedere i genitori solo attraverso un vetro.
I medici hanno anche installato un collegamento telefonico nella stanza in cui si trovano i ragazzi per permettere loro di parlare con la famiglia mentre sono in quarantena.