L’hotel a cinque stelle dell’Isis

Il gruppo jihadista ha occupato un lussuoso albergo nella zona di Mosul, In Iraq, con lo scopo di ospitare i propri comandanti e dignitari in visita nella città
Due ristoranti, 262 camere, due sale da ballo, una palestra: sono questi i numeri del Ninawa International Hotel, un albergo a cinque stelle iracheno, situato nella città di Mosul.
Se un tempo questo hotel lussuoso era conosciuto per le recensioni positive ricevute su TripAdvisor, scritte dai viaggiatori ci avevano alloggiato, oggi è noto per essere diventato l’albergo che ospita i membri dell’Isis, in visita presso la città irachena.
Le immagini circolate tramite i social media affiliati al gruppo estremista, mostrano i suoi componenti rilassarsi in un giardino ben curato, o i dipendenti all’interno della struttura impegnati a pulire i pavimenti e le piscine; due bandiere nere dell’Isis, svettano davanti all’imponente albergo a più piani.
Lo scorso primo maggio, l’organizzazione jihadista ha promosso un evento per festeggiare l’apertura dell’hotel, a cui tutti fedeli musulmani potevano prendere parte gratuitamente. La festa si è tenuta attorno a una delle due piscine e si è persino conclusa in serata con uno spettacolo di fuochi d’artificio.
Charlie Winter, ricercatore presso il Quillam, un think tank con sede a Londra specializzato nelle questioni “contro l’estremismo”, sostiene che l’evento in questione è stato organizzato per dimostrare come i recenti raid aerei, condotti dalla coalizione statunitense lo scorso martedì, non abbiano affatto scalfito la sopravvivenza del gruppo insediatosi nell’area del Califfato.
Winter ritiene che l’hotel sia stato occupato dai membri dell’Isis per poter ospitare i comandanti e i dignitari di passaggio nel territorio iracheno, sebbene l’Isis non abbia rilasciato alcuna dichiarazione in tal senso.
Le immagini, contrastano con il tipico modus operandi delle propagande Isis, nella quale spesso viene mostrata la distruzione di edifici, monumenti o siti storici. Ostentare il lusso di una determinata struttura, sembrerebbe essere un’abitudine più vicina al mondo occidentale, e non appare funzionale a quello che è uno degli scopi principali di questa organizzazione, ossia reclutare e radicalizzare uomini e donne in Iraq e in Siria.
Elijah Magnier, corrispondente per il quotidiano kuwaitiano Al Rai Media, concorda sul fatto che l’aver mostrato le immagini dell’hotel sia stata una mossa inusuale: “sembrerebbe essere un tentativo di mostrare lo stile di vita di Mosul come normale e sereno. Ma la gente comune non alloggia in un albergo come quello, non può permetterselo”, ha dichiarato al quotidiano britannico The Independent.