Fotogramma di un incendio in Kenya
Il fotografo italiano Alessio Spanu si trovava in Kenya quando è stato coinvolto in un incendio nel villaggio di Timboni
I miei pomeriggi li trascorrevo presso le zone più povere del villaggio di Timboni, in Kenya. Andavo quasi sempre da una ragazza di vent’anni che aveva due figli. Per vivere vendeva vino di cocco.
La mia guida si chiamava Muntari, un ragazzo di ventidue anni scalzo che, come molti giovani di Timboni, si guadagna da vivere grazie al turismo che offre Watamu, una località tra Malindi e Kilifi.
Quel pomeriggio avevo la figlia di questa ragazza in braccio e mi godevo un bicchierino di vino di cocco, insieme alle persone del villaggio, quando un intenso fumo cominciò a pervadere l’aria.
Un gruppo di uomini arrivò gridando in lingua swahili, il ragazzo mi tradusse in italiano quel che succedeva e corsi subito circa 100 metri più in là. Vidi una capanna di legno, palme e fango bruciare.
Le persone si erano radunate fuori, cominciai a scattare. Mi vergognavo di non aiutare niente e nessuno, ma il mio ruolo in quel momento era solo fotografare.
Notai subito come una delle prime cose che tentarono di salvare fossero dei piccoli banchi di legno, alcuni fogli e forse libri. Mi avvicinai e mi feci strada tra la gente. Fotografai fino alla fine.
Il giorno dopo tornai. Donai quel che avevo in tasca, l’equivalente di circa 10 euro, con cui riuscirono a comprare 50 foglie di palma per il tetto. Mi dissero che l’incendio era probabilmente stato appiccato da qualcuno che fa uso d’eroina. Sono molti, secondo gli abitanti del luogo, quelli che si drogano fumando eroina all’interno del villaggio.
(Alessio Spanu)