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Hashim Thaci eletto nuovo presidente del Kosovo

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Il 26 febbraio 2016 il parlamento kosovaro ha eletto l'ex ministro degli Esteri Hashim Thaci, 47 anni, come quinto capo di stato della Repubblica del Kosovo

Alle 19.50 del 26 Febbraio 2016, dopo 10 ore di sessioni parlamentari, il Kosovo ha conosciuto il nome del suo quinto presidente, anche se non c’erano molti dubbi su chi potesse essere, era stato infatti deciso che la coalizione governativa avrebbe votato per lui.

I pretendenti alla carica erano solo due, Hashim Thaqi e Rafet Rama, entrambi membri del partito democratico del Kosovo PDK.  Hashim Thaqi, ex primo ministro in carica per due mandati dal 2007 al 2014, il quale attualmente ricopriva la carica di ministro degli esteri è stato eletto dal parlamento kosovaro come nuovo presidente. Al terzo round di votazione, degli 81 deputati presenti su 120, 71 hanno votato a favore di Thaci mentre 10 schede sono risultate nulle. 

Thaqi è una figura politica molto conosciuta in Kosovo e a livello internazionale; durante la guerra in Kosovo (1998/99) è stato rappresentante politico dell’allora esercito di liberazione del Kosovo (UÇK), presente anche durante i negoziati di Rambouillet in seguito ai quali le Nazioni Unito hanno deciso di bombardare Belgrado e mettere fine alla guerra tra Kosovo e Serbia.

Dopo la guerra in Kosovo, Thaci ha continuato il suo percorso politico come capo del partito PDK e come deputato presso il parlamento kosovaro, fino alle elezioni del 2007 quando ha iniziato il suo mandato come primo ministro. Nel 2010 vince di nuovo le elezioni parlamentari e resta in carica fino al 2014. Nel 2008 attraverso il supporto degli Stati Uniti contribuisce alla dichiarazione di indipendenza del Kosovo riconosciuta fino ad oggi da 110 paesi.

Durante le elezioni del giugno 2014, il PDK risulta nuovamente il partito politico più votato in Kosovo, ma la coalizione con la Lega democratica del Kosovo LDK vede Thaci decadere dal suo ruolo di primo ministro e ricoprire quella di ministro degli Esteri. Ora dal 7 Aprile 2016 ricoprirà la carica di presidente per i prossimi 5 anni.

Una figura inizialmente molto amata dal popolo kosovaro, che diventa con gli anni motivo di scontri politici sempre più aspri che hanno portato oggi ad una forte divisione tra la popolazione. Accusato diverse volte di corruzione e malaffare, è rimasto negli anni una figura ambigua e incerta.

Thaci è anche accusato di crimini di guerra, in particolare traffico di organi durante la guerra del 1999, dal parlamentare svizzero Dick Marty, ma per ora le accuse sembrano infondate.

È da 7 mesi ormai che il parlamento kosovaro non riesce a lavorare in tranquillità. Infatti l’opposizione ha disturbato costantemente tutte le sedute parlamentari considerando illegittimo e incostituzionale il governo in carica. Questa considerazione deriva dagli accordi firmati a Bruxelles il 25 Agosto 2015 tra Kosovo e Serbia con la supervisione dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini; gli accordi prevedono l’autonomia di 10 comuni kosovari a maggioranza serba, per un totale di circa 75mila abitanti (4 per cento del totale) e del 30 per cento del territorio kosovaro.

Questi accordi firmati dal governo kosovaro con a capo il primo ministro Isa Mustafa e il ministro degli Esteri Hashim Thaqi sono stati fin da subito contestati dall’opposizione che dopo vari reclami ha avuto la conferma di incostituzionalità da parte della corte costituzionale. Gli accordi non sono stati discussi e votati prima in parlamento, e soprattutto sono stati firmati con uno stato che non riconosce ancora l’indipendenza del Kosovo. Il governo ha preteso di continuare comunque a lavorare anche dopo queste constatazioni, ma l’opposizione ha iniziato a protestare ad ogni seduta.

L’opposizione, formata da “Levizja VETEVENDOSJE” ovvero movimento per l’autodeterminazione del Kosovo, “NISMA” (nuovo inizio) e AAK (alleanza per il futuro del Kosovo), ha utilizzato diversi strumenti di protesta per impedire lo svolgimento delle sessioni parlamentari; inizialmente è stato indetto un referendum nazionale per la richiesta di elezioni anticipate, poi i deputati dell’opposizione hanno fatto uso di fischietti e uova in parlamento, ma data l’inefficacia sono dovuti ricorrere al gas lacrimogeno per ostacolarne il normale svolgimento.

Le proteste sono continuate sia dentro che fuori il parlamento, si sono susseguite infatti molte manifestazioni popolari che hanno unito a Prishtina il 17 Febbraio circa 100mila persone. Il governo ha allora deciso di assicurare lo svolgimento delle sessioni parlamentari utilizzando corpi di sicurezza all’interno del parlamento che proteggevano i deputati e levavano quelli che ritenevano rischiosi.

I cittadini del Kosovo hanno così assistito a immagini sempre più violente, dall’uso di lacrimogeni che costringevano a scappare i presenti in sala, a deputati che venivano letteralmente buttati fuori dal parlamento. L’elezione della carica di presidente ha visto ancora una volta Prishtina come teatro di numerose proteste, ultima quella di centinaia di cittadini che si sono accampati davanti al parlamento per giorni interi. 

L’opposizione insieme ai cittadini che la sostengono promettono nuove proteste e chiedono a gran voce elezioni anticipate, ma per ora le elezioni ufficiali non si svolgeranno fino a Giugno 2018. 

* Albertina Mustafa 

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