La vita nei campi profughi fotografata dai bambini siriani
Circa 500 bambini siriani hanno ricevuto macchine fotografiche usa e getta per documentare la situazione di oltre 200 campi profughi in Libano
“La fotografia è verità… e come potrebbe essere più vera di quando è realizzata attraverso gli occhi dei bambini?”. Con queste parole il fotoreporter e fondatore dell’organizzazione libanese non governativa Zakira (“memoria” in arabo) Ramzi Haidar apre la prefazione del libro dedicato alle fotografie realizzate dai bambini siriani nei campi profughi libanesi.
Le immagini saranno esposte alla mostra Attraverso i loro occhi, inaugurata il 5 novembre a Washington e che sarà aperta al pubblico il 7 e l’8 novembre in occasione della Settimana della fotografia celebrata nella città statunitense.
La mostra nasce da un progetto denominato “Lahza 2” – in arabo “momento” – realizzato da Zakira in collaborazione con Unicef, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei diritti per l’infanzia.
Le due organizzazioni hanno messo a disposizione di circa 500 bambini siriani di età compresa tra i 7 e i 12 anni macchine fotografiche usa e getta, nel tentativo di intrattenerli durante la loro permanenza nei campi profughi e aiutarli a superare il trauma della guerra. Le immagini sono state realizzate tra il 2013 e il 2014 in più di 200 campi per rifugiati in tutto il Libano.
Secondo Unicef a dicembre 2014 erano circa 12 milioni i siriani che necessitavano di assistenza e, tra essi, 5,6 milioni erano bambini. Quasi 2 milioni di questi bambini sono stati costretti a lasciare le proprie case e tantissimi sono fuggiti in Libano con le proprie famiglie.
Il Libano ha accolto più di 1,1 milioni di profughi, diventando il Paese con la più alta percentuale di rifugiati al mondo.