Le conseguenze della violenza della polizia sui manifestanti in Venezuela
Più di 130 persone sono morte e centinaia sono rimaste ferite durante le manifestazioni di piazza contro il governo di Nicolas Maduro
Resta alta la tensione in Venezuela tra le forze e la piazza ancora fedeli al presidente Maduro e l’opposizione sostenuta dalla comunità internazionale e dalle proteste di strada.
Dall’inizio delle proteste avvenuto ad aprile, oltre 130 persone sono morte e centinaia sono rimaste ferite durante le manifestazioni di piazza contro il governo di Nicolas Maduro.
Maduro non vuole fermare la contestata riforma costituzionale implementata negli ultimi mesi per rafforzare il proprio potere.
Così le tensioni diplomatiche tra il governo di Caracas e la comunità internazionale sono aumentate, in particolare alla fine di luglio, quando è entrata in vigore la contestata riforma.
Il governo venezuelano ha anche indetto alcune esercitazioni delle forze armate a livello nazionale, invitando i civili a unirsi alle unità di riserva dell’esercito per difendere il paese contro un possibile attacco da parte degli Stati Uniti.
Il presidente Donald Trump infatti aveva minacciato per la prima volta l’11 agosto un possibile intervento militare nel paese dove, dal mese di aprile, sono in corso violente proteste contro il governo di Nicolas Maduro.
Il presidente Maduro, per nulla intimorito dalle pressioni statunitensi, ha invece usato la minaccia di Trump per galvanizzare la propria base elettorale.
Inoltre, venerdì 25 agosto, lo stesso Trump ha firmato un ordine esecutivo che vieta alle aziende statunitensi di acquistare azioni e obbligazioni emesse dal governo di Caracas e dall’azienda petrolifera statale venezuelana, la Petróleos de Venezuela, S.A. (Pdvsa).
“Queste misure sono state accuratamente calibrate per negare alla dittatura di Maduro un’importante fonte di finanziamento che il regime usa per mantenere in piedi la propria illegittima riforma costituzionale”, aveva dichiarato in conferenza stampa la portavoce della Casa Bianca Sarah Huckabee Sanders.
Secondo il nuovo ordinamento voluto dal partito del presidente e sostenuto da oltre un milione di venezuelani che si sono recati al voto, tutto il potere legislativo è passato dal parlamento nazionale, dove l’opposizione detiene la maggioranza dalle elezioni svoltesi nel dicembre 2015, alla nuova assemblea costituente.
Il presidente Maduro sostiene che il nuovo corpo legislativo è l’unica speranza per il Venezuela di ripristinare la pace dopo mesi di proteste contro il governo, che hanno causato già centinaia di morti.
I leader dell’opposizione hanno invece boicottato le elezioni che hanno portato all’insediamento della nuova assemblea costituenti, tenutesi il 30 luglio in tutto il paese.
Secondo gli oppositori di Maduro infatti, questa mossa è un affronto alla democrazia. I leader dell’opposizione hanno così chiesto elezioni presidenziali anticipate e le dimissioni del presidente.
Il violinista simbolo delle proteste contro Maduro è stato liberato