Come sono fatti i confini europei

Il fotografo italiano Valerio Vincenzo lavora dal 2007 al progetto Borderline - Frontiers of Peace, in cui ritrae i luoghi sospesi tra uno stato europeo e l'altro
Il fotografo italiano Valerio Vincenzo lavora dal 2007 a un
progetto ancora in evoluzione intitolato Borderline. Frontiers of Peace (“Linea di confine. Frontiere di pace”).
Si tratta di una serie di immagini realizzate durante
diversi viaggi sul territorio europeo, e in particolare nei luoghi in cui si
trovano i confini geografici tra i diversi stati, che negli anni sono stati prima un simbolo di divisione, poi, con gli accordi di Schengen, hanno rappresentato l’Europa unita, e di recente sono tornati a far parlare di sé con la chiusura di alcune frontiere ai migranti in transito.
A partire dal trattato di Schengen, del 1985, che è stato
poi messo effettivamente in atto solo negli anni successivi, sono scomparse
quelle che erano le frontiere tra gli stati aderenti, lasciando anche nell’immaginario
collettivo un vuoto rispetto alla nozione di “confine” a favore di un’idea di
Europa molto più unita.
Questo è chiaramente vero solo in parte, viste soprattutto
negli ultimi mesi le eccezioni al trattato messe in atto da alcuni paesi di
fronte alla crisi dei migranti, per i quali, a differenza degli europei, i
confini sono ancora qualcosa di molto reale e tangibile.
Il progetto di Valerio Vincenzo intende raccontare i 26 paesi
appartenenti allo spazio Schengen, coi loro 16.500 km di confini liberamente
attraversabili, che il fotografo ha percorso negli ultimi 9 anni con l’aiuto di
un Gps con l’intenzione di catturare l’essenza di questi luoghi dalla forte
valenza simbolica, in cui l’uniformità del paesaggio rende chiaramente l’idea che i confini siano solo una creazione dell’uomo.