Le elezioni in Spagna
I primi aggiornamenti sui risultati del voto in Spagna e una guida ai candidati e ai partiti principali
Secondo i primi exit poll, il partito popolare, attualmente al governo, avrebbe confermato il primo posto alle elezioni senza tuttavia ottenere la maggioranza assoluta. In seconda posizione sono arrivati i socialisti seguiti dal movimento anti-austerità Podemos e dai liberali di Ciudadanos. I popolari hanno ottenuto tra i 114 e i 124 seggi, i socialisti tra i 79 e gli 85, Podemos tra i 70 e gli 80 e Ciudadanos tra i 46 e i 50.
Alle elezioni spagnole del 20 dicembre 2015 con le quali gli elettori rinnoveranno il parlamento, sono quattro i partiti che competono fra loro.
1) Il partito popolare (PP)
2) Il partito socialista (PSOE)
3) Podemos
4) Ciudadanos.
Al centro dei programmi ci sono state le politiche fiscali, quelle dell’occupazione e del welfare.
Sin dalla fine del regime dittatoriale di Francisco Franco (1939-1975), il sistema elettorale spagnolo si è caratterizzato per il bipartitismo. I due maggiori schieramenti politici sono a lungo stati il partito socialista, il PSOE (Partido socialista obrero español), e il partito di centro destra, il partito popolare (Partido popular).
Le elezioni parlamentari di domenica 20 dicembre, invece, vedono per la prima volta concorrere due nuovi partiti, Podemos e Ciudadanos, che fanno leva sul malcontento pololare e sul desiderio di una svolta politica.
Il partito popolare è indicato come possibile vincitore dagli exit poll. Ma non riuscirà a raggiungere la maggioranza assoluta che aveva ottenuto alle elezioni del 2011. Inoltre, secondo i sondaggi, il partito di centro sinistra PSOE non sarà più il secondo partito del paese.
— Leggi anche: Gli spagnoli alle urne per scegliere il nuovo governo
Chi sono i candidati?
Partito popolare (Partido popular)
Candidato: Mariano Rajoy, attuale primo ministro, 60 anni
Durante la campagna elettorale il partito popolare si è presentato come l’alternativa seria e responsabile ai due nuovi partiti Podemos e Ciudadanos, facendone anche il proprio slogan #VotaEnSerio (vota seriamente).
Il primo ministro Rajoy ha esaltato i risultati degli ultimi quattro anni di governo, in particolare quelli relativi alla crescita del Pil che ha visto un incremento del 3 per cento. Nel nuovo programma elettorale ha proposto misure concrete per diminuire la disoccupazione, promettendo di raggiungere i 20 milioni di lavoratori attivi, che oggi sono 18,4 milioni, e la creazione di maggiori contratti a tempo indeterminato tramite incentivi ai datori di lavoro.
Il partito popolare promette che taglierà le tasse per proteggere i risparmi della classe media e combattere l’evasione delle tasse dei contribuenti più benestanti.
Partito socialista (Partido socialista obrero español)
Candidato: Pedro Sanchez, 43 anni
Il partito di centro sinistra ha promesso di annullare le riforme del lavoro approvate dal governo del partito popolare, che secondo i socialisti avrebbero danneggiato il sistema di sicurezza del lavoro in Spagna.
Sánchez promette un nuovo piano affinché i sindacati garantiscano compensazioni a chi viene licenziato. Il partito socialista si impegnerà inoltre a diminuire i contratti a tempo determinato a favore di quelli a tempo intdeterminato.
Se i socialisti andranno al governo si opporranno all’aumento delle tasse sulla classe media proponendo invece una “tassa di solidarietà sociale” per contribuire al fondo pensioni.
Ciudadanos
Candidato: Albert Rivera, 36 anni
Il partito liberale pro-europeo, radicato inizialmente solo in Catalogna, è cresciuto moltissimo negli ultimi anni. A luglio 2015 era dato dai sondaggi a circa l’11 per cento, mentre a ridosso ha raggiunto il 19 per cento.
Il partito Ciudadanos sostiene di essere una “alternativa pulita” ai “vecchi partiti”, che sono stati al centro di molti scandali di corruzione.
Il partito propone di creare un “unico contratto a tempo indeterminato” e di aumentare le compensazioni per i licenziamenti.
Rivera promette di dare un ulteriore bonus a chi ha un salario inferiore a quello minimo.
Per quanto riguarda le tasse, Ciudadanos appoggia l’idea di una riforma del sistema fiscale “progressivo” che diminuisca la pressione fiscale su tutti i cittadini. Vorrebbe però imporre “un’unica imposta sul reddito delle società” pari al 20 per cento.
Questo pacchetto di riforme, nelle intenzioni di Ciudadanos, potrebbe segnare la storia della Spagna e per questo Riviera lo ha rinominato “seconda transizione” (la prima indica le manovre adottate dopo la fine del regime di Franco).
Podemos
Candidato: Pablo Iglesias Turrión, 37 anni
Il partito anti-austerità di Podemos, formato da attivisti di sinistra che facevano parte del movimento degli Indignados, si era presentato per la prima volta alle elezioni europee del 2014. Alle ultime elezioni municipali del maggio 2015 sono riusciti a creare un accordo di “unità” per formare una vasta colazione che si è dimostrato essere la carta vincente soprattutto nelle città di Madrid e Barcellona.
Tra le proposte più importanti di Iglesias ci sono l’aumento del salario minimo, attualmente pari a circa 650 euro al mese, la creazione di accordi collettivi per ogni industria e al maggiore protezione dei lavoratori. Podemos vorrebbe anche costringere le imprese a chiedere l’approvazione del governo prima di ogni licenziamento.
Iglesias ha promesso di alzare le tasse sui “ricchi” – chi guadagna più di 60mila euro l’anno – che aumenterebbero le entrate nelle casse dello stato a 92 miliardi di euro. Chi guadagna più di 300mila euro l’anno verrebbe tassato al 55 per cento. Nel pacchetto sulle tasse sarebbe previsto anche l’aumento dell’IVA sui “beni di lusso”.