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Arma il prossimo tuo: storie di uomini, conflitti, religioni

Immagine di copertina
Israele - Gerusalemme, 2017. La lettura del siddur, il testo che contiene le preghiere della tradizione ebraica. Gli ebrei osservanti pregano tre volte al giorno. (foto R.Travan)

Al Museo nazionale del Risorgimento di Torino la mostra fotografica di Roberto Travan e Paolo Siccardi accompagnata dai testi del giornalista di guerra Domenico Quirico

Al Museo nazionale del Risorgimento di Torino la mostra fotografica “Arma il prossimo tuo: storie di uomini, conflitti, religioni” di Roberto Travan e Paolo Siccardi accompagnata dai testi del giornalista di guerra Domenico Quirico.

Oltre 100 immagini raccontano il rapporto tra fede e guerra in Afghanistan, Ucraina, Balcani, Nagorno-Karabakh, Israele, Palestina , Sud Sudan, Repubblica Centrafricana.

Gli autori degli scatti sono Roberto Travan e Paolo Siccardi, i testi sono stati scritti da Domenico Quirico. La mostra si tiene dal 1 marzo al 9 settembre 2018 a Torino al Museo nazionale del Risorgimento.

Una mostra fotografica che ricerca e racconta, come forse mai si sia fatto finora, un aspetto poco rivelato: la fede in Dio e il dovere di combattere in nome di Dio, oggi come ieri.

Centodieci scatti realizzati dai fotoreporter Roberto Travan e Paolo Siccardi.

Repubblica Centraficana, Sud Sudan, Kosovo, Siria, Afghanista, Israele, Ucraina: sono solo alcuni dei luoghi del mondo devastati negli anni più recenti e ancora oggi da guerre. Scoppiate per motivi diversi (politici, economici, etnici), ma tutte accomunate da una sottile linea rossa, non sempre visibile, capace però di alimentare conflitti che per questo paiono non poter finire: la religione, il dovere di combattere in nome di Dio.

Nasce da qui “Arma il prossimo tuo. Storie di uomini, conflitti, religioni“: una mostra fotografica che racconta le testimonianze raccolte nelle trincee, nelle chiese e nelle moschee distrutte, tra le popolazioni ridotte in miseria e disperazione.

Una ricerca che Roberto Travan, autore del progetto, ha realizzato con Paolo Siccardi. I due fotoreporter hanno selezionato tra le centinaia di fotografie scattate in conflitti sovente lontani dai riflettori dell’informazione: le vittime nei campi di battaglia, i villaggi depredati, i profughi in fuga. Ne emerge un aspetto sinora poco raccontato: la fede in Dio.

La mostra è organizzata dal Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, in collaborazione con il Consiglio regionale del Piemonte, con il supporto di Fujifilm Italia.

Centodieci scatti che catturano l’attenzione e generano forti emozioni.

A condurre il visitatore le parole del giornalista Domenico Quirico: “Queste foto sono lampi di crudo dolore. La guerra e i segni di dio: piccoli e grandi, pendagli e lapidi, chiese e moschee, segni tracciati sui muri e scritte che gridano dio come documentano queste fotografie strazianti che grondano ancora dolore. La fede ottiene dall’essere umano ciò che nessun’altra dottrina ha mai ottenuto. Nel bene e nel male”.

Il progetto vuole dunque fare emergere i modi in cui la fede viene vissuta nelle zone teatro di conflitti. Si tratta di un’idea originale che sfrutta appieno il potere delle immagini rispetto ad altri mezzi di comunicazione.

Il linguaggio scelto infatti è quello della fotografia di reportage, genere che coniuga ricerca personale e rigore giornalistico e garantisce una narrazione omogenea e profonda, in linea con la tradizione del fotogiornalismo di guerra.

L’esposizione è suddivisa in quattro macro aree: Balcani (Bosnia, Serbia, Kosovo, Albania) Europa e Caucaso (Ucraina, Nagorno-Karabakh) Medio Oriente (Afghanistan, Iraq, Cisgiordania, Golan, Siria, Isreale) Africa (Repubblica Centraficana, Sud Sudan). Luoghi in cui si continua a pregare. E a uccidere – e morire – in nome di Dio.

La mostra si realizza grazie al sostegno di Fujifilm Italia. “Questa iniziativa rientra in un ampio progetto di diffusione della cultura fotografica e documentaristica, di cui siamo promotori da anni, con iniziative che facciano riscoprire a un pubblico sempre più vasto l’importanza dell’immagine, sia come mezzo espressivo sia come linguaggio artistico, affermandola come pratica sociale – afferma Guglielmo Allogisi, EI General Manager Fujifilm Italia, e conclude – Abbiamo poi riconosciuto nel Museo Nazionale del Risorgimento la giusta cornice per esporre il momento storico che stiamo vivendo; il Museo, con i suoi spazi aulici e una nuova vocazione all’apertura e alla contaminazione di stili e generi, è divenuto parte stessa del contenuto narrativo.”

La cultura fotografica vista dunque non solo come mezzo espressivo, ma anche come pratica sociale e linguaggio artistico. “Dopo la pittura, la musica, l’arte contemporanea e il cinema, era giunto il momento di ospitare al Museo Nazionale del Risorgimento anche la fotografia – dichiara il direttore Ferruccio Martinotti – Lo facciamo con una mostra coraggiosa che idealmente fa dialogare la contemporaneità con gli scatti realizzati da James Robertson sui campi di battaglia durante la guerra di Crimea tra il 1855 e il 1856 ed esposti nelle nostre sale, primo esempio di foto reportage di guerra giunto sino a noi.”

ARMA IL PROSSIMO TUO. Storie di uomini, conflitti, religioni

Sede: Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino, piazza Carlo Alberto 8

Periodo: dal 1 marzo al 9 settembre 2018, dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18 (ultimo ingresso ore 17.00), lunedì chiuso. Biglietto unico mostra + museo: 10 euro, ridotto 8 euro – gratis Abbonamento Musei e altre card.

Info: www.museorisorgimentotorino.it

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