Tremila migranti entrano in Slovenia dopo che l’Ungheria ha chiuso le frontiere
Bloccati dall'Ungheria, migliaia di profughi hanno ripiegato sulla Slovenia per raggiungere l'Europa occidentale. Ora verranno condotti in Austria, poi potranno ripartire
Migliaia di migranti sono entrati in Slovenia nel corso delle ultime ventiquattro ore in cerca di una strada alternativa per raggiungere l’Austria e la Germania dopo che sabato 17 ottobre 2015 il governo ungherese di Viktor Orbán ha deciso di chiudere il confine con la Croazia, costruendo un muro di filo spinato.
La decisione del governo ungherese rappresenta un ulteriore ostacolo per le decine di migliaia di persone che scappano dalla guerra e dalla povertà in cerca di una vita migliore in Europa occidentale. Il blocco posto da parte dell’Ungheria rischia di bloccare per giorni interi i migranti tra Croazia, Serbia e Macedonia, ed è l’ennesima dimostrazione dell’incapacità dell’Unione Europea di gestire il flusso di migranti.
Diversi autobus carichi di migranti e un treno con 1.800 persone a bordo sono così giunti nella città di Petisovci, in Slovenia, vicino al confine con la Croazia. I profughi saranno ora condotti al confine con l’Austria dalle forze dell’ordine slovene e da lì potranno proseguire il loro viaggio.
La Slovenia, che conta 2 milioni di abitanti, ha stabilito che accoglierà 2.500 migranti al giorno, e solo fin quando la Germania e l’Austria manterranno aperte le frontiere. Da quando l’Ungheria ha chiuso il confine, oltre 3mila profughi hanno già fatto il loro ingresso in Slovenia. Il governo sloveno ha rinforzato i controlli alle frontiere dispiegando esercito e forze di sicurezza. La Croazia ha minacciato di chiudere il passaggio lungo il confine con la Serbia se la Slovenia bloccherà quello con la Croazia.
Intanto, la cancelliera tedesca Angela Merkel è in visita a Istanbul per tentare di convincere i leader turchi ad accettare il piano europeo sull’immigrazione: secondo quanto stabilito durante l‘ultimo vertice della Commissione europea, tenutosi a metà ottobre a Bruxelles, la Turchia otterrebbe un pacchetto di sussidi pari a circa 3,4 miliardi di euro per affrontare la gestione dei migranti (se ne contano almeno due milioni finora nel Paese) in cambio di un maggiore controllo sui profughi diretti in Europa.