Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 21:44
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

La fine di una dinastia

Immagine di copertina

Archiviata l'era della famiglia Nehru-Gandhi, l’impero britannico ha lasciato l’India. Modi segna l’inizio di un nuovo corso

Gli exit poll questa volta erano esatti. La tanto attesa “Modi Wave” è arrivata. Un’onda color zafferano che ha travolto l’India intera e stravolto il panorama politico nazionale.

È una vittoria senza precedenti quella del Bharatiya Janata party (Bjp), capeggiato dal nazionalista hindu Narendra Modi. Uno tsunami politico, o meglio, uno tsuNaMo, come è stata ribattezzata questa storica elezione dal twittatissimo hashtag #NaMo.

“Ha vinto l’India!”, è stato il commento del neoeletto primo ministro della più vasta democrazia al mondo all’indomani della schiacciante vittoria sul partito del Congresso Indiano (Inc) che, dall’indipendenza a oggi, aveva rappresentato la spina dorsale del Paese.

Modi ha promesso che il ventunesimo secolo sarà il secolo dell’India. “Devo lavorare duro per realizzare i sogni di 1.25 miliardi di indiani”, ha promesso. È l’uomo nuovo, l’uomo delle masse, il messia di quello “sviluppo per tutti”, che è stato il suo cavallo di battaglia nei comizi della maratona elettorale.

È riuscito a relegare la dinastia politica Gandhi al minimo storico di 44 seggi alla Lok Sabha, la camera bassa. Il Bjp, all’opposizione dal 2004, si aggiudica la maggioranza assoluta: 282 seggi su 543. Oltre 340, in realtà, se si considerano tutti quelli ricevuti dalla National Democratic Alliance (Nda), l’alleanza di destra capeggiata dal Bjp.

Si tratta di un governo che non ha bisogno di alleanze, forte di una legittimazione che non ha eguali nella storia elettorale. Solo nel 1984, dopo l’assassinio dell’allora primo ministro Indira Gandhi, gli indiani si recarono in massa alle urne per eleggere a furor di popolo suo figlio Rajiv, consegnando il Congresso alla maggioranza. In settantasei anni di storia repubblicana, il partito della famiglia Nehru-Gandhi ha governato per cinquantotto. In questa India fresca di elezioni c’è chi vede la fine di una dinastia e l’inizio di un nuovo corso.

Modi ha saputo presentarsi all’elettorato come l’uomo del cambiamento, un leader carismatico seppur controverso e polarizzante. Ha usato l’insoddisfazione del popolo come catalizzatore del suo successo, mettendosi in contrapposizione a un Congresso immobile di fonte agli scandali dovuti alla corruzione e incapace di adattarsi alle esigenze della “Nuova India”.

Il confronto tra i due candidati in campagna elettorale si è consumato più sul piano personale che politico e ha visto uscire il rampollo della famiglia Gandhi perdente su tutta la linea. Rahul, figlio, nipote e pronipote di ex primi ministri, che forse non ha la politica nel sangue né il carisma dei suoi predecessori, si è mostrato poco convincente.

Modi e i suoi collaboratori hanno costruito una campagna mediatica aggressiva, supportata dalle frange estremiste dell’RSS (Rashtrya Swayamsevak Sangh). Hanno fatto leva sul mantra dello sviluppo, più che sul tradizionale settarismo del Bjp, e sulla personalizzazione dello scontro in stile presidenziale. Si sono serviti abbondantemente dei social network per raggiungere tutti i potenziali elettori e pare che lo sforzo abbia dato i suoi frutti.

Quale sarà il destino dell’India è tutto da vedere, ma “il 18 maggio 2014 passerà alla storia come il giorno in cui l’impero britannico ha finalmente lasciato l’India”, si legge in un editoriale del Guardian, che interpreta la sconfitta del Congresso come la “fine di un’era in cui le strutture di potere non erano così dissimili da quelle del Raj britannico” e cita “I figli della Mezzanotte”, il capolavoro di Salman Rushdie.

Non è della stessa opinione lo scrittore Pankaj Mishra, che afferma convinto: “Una nuova, turbolenta fase è appena cominciata per il Paese, forse la più sinistra (forse delicata?) dall’indipendenza dal dominio britannico nel 1947”. E conclude duramente: “Quando gli indiani hanno avuto un sogno collettivo (Narendra Modi), hanno sognato un uomo accusato di omicidio di massa”. L’uomo accusato di aver chiuso un occhio, se non istigato, sugli scontri che nel 2002 portarono alla morte di oltre mille musulmani nello stato del Gujarat, è riuscito a sedurre l’India laica e pluralista della tradizione gandhiana.

 

Ti potrebbe interessare
Esteri / La scrittrice Sophie Kinsella: “Ho un cancro al cervello, sto facendo chemioterapia”
Esteri / Serie di attacchi di Hezbollah al Nord di Israele: 18 feriti. Tajani: “G7 al lavoro per sanzioni contro l’Iran”. Netanyahu: “Israele farà tutto il necessario per difendersi”
Esteri / Copenaghen, distrutto dalle fiamme gran parte dell’edificio della Borsa | VIDEO
Ti potrebbe interessare
Esteri / La scrittrice Sophie Kinsella: “Ho un cancro al cervello, sto facendo chemioterapia”
Esteri / Serie di attacchi di Hezbollah al Nord di Israele: 18 feriti. Tajani: “G7 al lavoro per sanzioni contro l’Iran”. Netanyahu: “Israele farà tutto il necessario per difendersi”
Esteri / Copenaghen, distrutto dalle fiamme gran parte dell’edificio della Borsa | VIDEO
Esteri / L’Iran minaccia l’uso di un’arma “mai usata prima”. L’Onu: “Sono 10mila le donne uccise a Gaza dall’inizio della guerra, 19 mila gli orfani”
Esteri / Stati Uniti, Trump: “Il mio processo è un attacco all’America”
Esteri / Iran a Onu invoca il diritto all’autodifesa. Macron: “Risposta sproporzionata. Isolare Teheran e aumentare le sanzioni”. Media: "Israele risponderà all’Iran, ma senza scatenare una guerra regionale"
Esteri / Attacco dell'Iran a Israele: ecco cosa è successo sui cieli del Medio Oriente
Esteri / A Gaza oltre 33.700 morti dal 7 ottobre. Idf colpiscono Hezbollah in Libano. L'Iran: "Non esiteremo a difendere ancora i nostri interessi". La Casa bianca: "Non vogliamo una guerra". L'appello del Papa: "Basta violenza!". Il G7 convocato da Meloni: "Evitare un'ulteriore escalation nella regione". Israele non ha ancora deciso se e quando rispondere all'attacco di Teheran
Esteri / Iran: Pasdaran abbordano una nave "collegata a Israele" | VIDEO
Esteri / L’ex ambasciatore Usa era una spia a servizio di Cuba: “Condannato a 15 anni di carcere”