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Home » Economia

Oscar Farinetti a TPI: “Ora lo Stato intervenga sulle bollette. Da Eataly + 400% per caro energia”

Immagine di copertina
credit: ansa foto

"Se dovessimo andare avanti tutto l'anno con questo ritmo di bollette sarebbe un disastro". Il patron dell’impero dell'enograstronomia d'eccellenza Eataly parla in un'intervista esclusiva concessa a TPI e si dice ottimista ma realista sul caro energia e sul futuro del Paese alle prese con bollette alle stelle

“Abbiamo avuto aumenti di bollette del 300-400% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Il governo attuale deve intervenire, non possiamo aspettare che si formi il prossimo. Queste decisioni vanno prese immediatamente, bisogna fermare la campagna elettorale, che si riuniscano ora, non possiamo più avere bollette così, ci sono rischi per l’economia e per migliaia di posti di lavoro. Sono sicuro che già in settimana succederà qualcosa”.

Oscar Farinetti, il patron dell’impero dell’enograstronomia d’eccellenza Eataly, parla in un’intervista esclusiva concessa a TPI e si dice ottimista ma realista sul caro energia e il futuro del Paese alle prese con bollette alle stelle. Solo per il terziario la spesa in energia nel 2022 è stata di 33 mld di euro, mentre Confcommercio ci ricorda che da qui ai primi sei mesi del 2023 sono a rischio 120mila aziende e 370mila posti di lavoro in Italia. Di seguito un estratto della più completa e approfondita analisi di Farinetti che da venerdì troverete in edicola sul nuovo numero di The Post Internazionale.

Mi conferma che gli aumenti dell’energia per i punti vendita Eataly, guardando gli stessi mesi dello scorso anno, sono del 300-400%?
Si. Come per tante altre aziende. L’energia che prima incideva dal 3 al 4% ora incide dell’8-10% sui costi aziendali, si dovrebbero aumentare un bel po’ i prezzi ma poi sappiamo che così poi non si vende. Dobbiamo assorbire almeno la metà noi di quei costi, che vuol dire meno utili. Ma secondo me è un problema passeggero di questi mesi.

Quindi lei è ottimista sul fatto che si troverà una soluzione?
È obbligatorio, non c’è altra via, altrimenti si ferma tutto. Si rischiano migliaia di posti di lavoro. Ma quello che soprattutto dobbiamo fare noi come Italia, visto che siamo il Paese che ha più sole, più vento, più acqua di tutti in Europa, è puntare sull’energia da fonti rinnovabili, in questo siamo comunque più avanti di tutti in Europa. Se ci lasciano liberi dalla burocrazia vedrà che ci portiamo all’80% in due anni. Adesso in Italia siamo quasi al 47% di produzione di energia da fonti rinnovabili, il Paese sta correndo, io sono convinto che nel giro di due anni ci salviamo. Il problema è che dovrebbero aiutare questo processo, le aziende stanno facendo dei sacrifici mostruosi, ma penso che il governo già nei prossimi giorni interverrà anche su questo. Se dovessimo andare avanti tutto l’anno con questo ritmo di bollette sarebbe un disastro, sarebbe insostenibile per tutti non solo per noi.

La chiusura sostanzialmente.
Sì, non si può fare, dovranno risolvere.

La prossima formazione di governo, stando ai sondaggi, non dovrebbe essere una sorpresa: centrodestra a guida Meloni. Secondo lei questa colazione riuscirà a far fronte alle difficoltà?
Affrontare questo problema ecomico-tecnico non deve avere connotazioni ideologiche di destra o di sinistra. Chiunque ci sarà dovrà fare delle operazioni: investire nelle fonti rinnovabili e dare la possibilità alle aziende di mettere fotovoltaico ovunque, lungo le autostrade per esempio, ripotenziare le isole eoliche; slegare il prezzo dell’energia da quello del gas; mettere un tetto al costo del gas; arrivare all’autonomia energetica nel giro di pochi anni. Paradossalmente questa forte crisi potrebbe essere utile perché ci risveglia dal sonno. La storia dell’umanità ci insegna che l’uomo si è sempre risollevato dalle mega crisi. Lo dice la parola stessa ‘crisi’ che deriva dal greco e ci impone decisioni. Purtroppo sono decisioni che deve prendere la politica, noi imprenditori siam più veloci. L’Italia è tenuta in piedi da una rete di imprenditori straordinari, mentre la politica è lenta: siamo il Paese con il massimo risparmio privato e sotto il profilo pubblico siamo un disastro, con un debito altissimo.

Questo processo di sburocratizzazione, che sia di destra o di sinistra, si farà ugualmente?
Ma certamente, siamo obbligati o falliamo tutti. Non c’entra niente la destra o la sinistra. Sono ragionamenti di altro genere, è decidere se vogliamo avere un’Italia sovranista, che è chiusa al mondo, rispetto a un’Italia aperta. E non possiamo permetterci di essere sovranisti e chiusi: siamo un paese condannato a vendere bellezza al mondo, dobbiamo aumentare le esportazioni, essere apertissimi.

Dunque qual è il problema?
Il problema è che da un lato siamo il terzo Paese in Europa per Pil, ma sul tasso di lettura siamo bassissimi. Non leggiamo e a volte facciamo grossi errori. Nel 2018 una importante fetta di elettori ha votato i 5 stelle e quest’anno probabilmente ci sarà lo stesso prezzo d’Italia che darà tanti voti a questi sovranisti. Pagheremo, ce ne accorgeremo, e torneremo indietro.

Con Draghi questo processo di ripresa sarebbe stato più rapido?
Avevamo un governo ottimo, di gente competente, e abbiamo pensato bene di mandarlo a casa. Lui ora può fare solo l’ordinario, queste sono decisioni straordinarie e lui ormai non può fare più niente. È in difficoltà. Il paradosso sarà che il popolo premierà proprio chi ha buttato giù il governo Draghi.

Quest’anno sembra che l’astensionismo sarà altissimo, lei andrà a votare?
Si adesso ho deciso che andrò a votare, non le nascondo che ho avuto anche io la tentazione del pensiero “basta non ci vado più, mi hanno rotto”. Ma non si può non andare a votare. Cercherò di non votare chi ha fatto cadere il governo, avevamo una soluzione buona e l’abbiamo fatta cadere. Però penso che i Paesi hanno i politici che si meritano. Finché non diventiamo un po’ più colti non cambiamo. Dobbiamo riprendere a farci domande, ad avere dubbi. Conto molto sulla generazione dei 20-30enni, parlo molto con loro ed è una generazione meravigliosa: è la prima che è già nata nella me*da. Quindi si tireranno su le maniche e vedremo delle belle storie. Sono un grande ottimista che parte da un’analisi realista.

Ma resta positivo…
L’umanità ci insegna che i momenti più belli sono stati vissuti toccando il fondo, quando tocchi il fondo riparti

Il resto dell’intervista sarà disponibile da domani in pdf e da venerdì sul nostro settimanale The Post Internazionale
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