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Home » Cronaca

La pagina “Le più belle frasi di Osho” è sparita da Facebook

Immagine di copertina

La pagina “Le più belle frasi di Osho”, ideata dal vignettista Federico Palmaroli, questa mattina non è stata raggiungibile su Facebook. Una notizia che ha lasciato delusi i tanti fan dell’autore romano che ha ormai guadagnato un consistente seguito sul web.  “Sto aspettando notizie su quanto è successo, perché ancora non è molto chiaro, ma escluderei la censura, perché non ho fatto niente che possa essere censurato. Se avessi pubblicato una svastica, l’avrei capito, ma non c’è nulla di censurabile”, ha dichiarato al Corriere Palmaroli. Dopo circa tre ore, è arrivata la risposta e il ripristino della pagina.

S&D

Ma cosa è accaduto. In una nota ufficiale Facebook spiega: “Abbiamo rimosso questa Pagina dopo aver ricevuto una segnalazione di violazione della proprietà intellettuale. La Pagina è stata rimossa per errore ed è stata ripristinata”.

A Facebook è arrivata una segnalazione di violazione di proprietà intellettuale per il nome “Osho” utilizzato da Palmaroli appunto per richiamare – in modo ironico – il maestro spirituale indiano, fondatore di una filosofia con seguito internazionale. Ma il caso ha fatto rumore. Davvero basta così poco per applicare quella che molti hanno definito censura sul social? Anche qui è intervenuto Palmaroli per calmare gli animi, ancor prima di ricevere la risposta da Facebook: “Capisco che tutti, dopo i fatti americani, pensino ad una censura, è normale pensare a quello. In realtà è successo a tante persone, e sapendo la mia collocazione ideologica non è proprio quella che piace ai più, viene spontaneo pensarlo, ma io lo escludo”.

La notizia, infatti, faceva il pari con le altre disposizioni che i due colossi del web hanno imposto in questi giorni. Twitter  ha sospeso “definitivamente” l’account di Donald Trump: il presidente degli Stati Uniti è stato bannato. Anche altre piattaforme — come Facebook, SnapChat e Twitch — hanno sospeso nei giorni scorsi il profilo di Trump a tempo indeterminato.

Leggi anche: Censura? No, il problema è che abbiamo dato troppo potere a Facebook e Twitter

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