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Home » Esteri

Hong Kong, torna la violenza: lanci di molotov e scontri tra manifestanti e polizia

Immagine di copertina
Le proteste del 24 agosto a Hong Kong Credit: Anthony WALLACE / AFP

Dodicesimo week-end di proteste: i manifestanti hanno lanciato mattoni, pali e bottiglie incendiarie verso gli agenti

Proteste ad Hong Kong, torna la violenza

Le proteste a Hong Kong tornano ad essere violente. Una manifestazione legale e autorizzata nel quartiere industriale di Kwun Tong è degenerata dopo che i manifestanti, in tenuta da guerriglia hanno occupato una grande strada vicino alla stazione locale della polizia.

S&D

Proteste a Hong Kong: mattoni e molotov

I manifestanti hanno lanciato mattoni, pali e bottiglie incendiarie verso gli agenti schierati fuori dalla struttura in tenuta anti sommossa. Gli agenti, dal canto loro, hanno risposto lanciando gas lacrimogeni e sparando proiettili urticanti e di gomma.

Alcuni giovani hanno riparato in un vicino centro commerciale, ma altri restano in strada e fronteggiano la polizia. Durante la carica alcuni manifestanti sono stati arrestati e uno di loro, colpito a un occhio da un proiettile, è stato portato via dall’ambulanza.

Per cosa si battono i manifestanti

L’obiettivo della manifestazione, che ha riunito circa un milione di persone, era ribadire al governo le cinque richieste dei cittadini di Hong Kong, ma anche protestare contro il progetto di installare in città una serie di “lampioni intelligenti”, che secondo alcuni conterrebbero telecamere a riconoscimento facciale e altri strumenti di controllo.

Ad aggiungere ulteriore animosità sono state anche le ultime decisioni della società della metropolitana di Hong Kong, controllata dal governo.

Proprio come l’aeroporto, l’azienda ha ottenuto da un giudice un’ingiunzione che vieta ai manifestanti di occupare le stazioni, e oggi ha deciso di chiudere un lungo tratto della linea attorno al percorso della protesta, isolando di fatto il quartiere.

Molotov e fumogeni a Hong Kong
Credit: Lillian SUWANRUMPHA / AFP

Prove di dialogo (non riuscite)

I manifestanti hanno finora usato la metro come un luogo di ritrovo e di riparo. Nei giorni scorsi il Quotidiano del Popolo cinese aveva criticato la società che gestisce la metro per aver favorito quelli che il Partito chiama “i rivoltosi”.

E così dopo l’iconica catena umana formata ieri sera da migliaia di cittadini attraverso la città, nel dodicesimo weekend di protesta torna di nuovo sotto i riflettori la frangia più estrema del movimento.

> La catena umana di 40 km a Hong Kong contro Pechino

Il possibile dialogo con le autorità il movimento lo ha bollato come uno “show” e gli scontri di oggi non aiuteranno ad avvicinare le parti.

Rilasciato Simon Cheng

Intanto le autorità cinesi hanno rilasciato Simon Cheng, il 28enne cittadino di Hong Kong dipendente del consolato inglese che l’8 agosto era stato arrestato a Shenzhen, nella Cina continentale. Sulla sua detenzione continuano a esserci molte ombre.

Secondo le autorità cinesi Cheng sarebbe stato fermato per “induzione alla prostituzione” e si sarebbe dichiarato colpevole. Secondo la famiglia e gli attivisti democratici invece le accuse sarebbero fabbricate e il suo arresto sarebbe invece una minaccia ai manifestanti di Hong Kong e al governo inglese.

> Hong Kong: dalla legge sull’estradizione alla protesta, cosa succede
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