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Cosa si intende con “governo di legislatura” e qual è l’idea del Pd

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“Governo di legislatura”: che cos’è e qual è l’idea del Pd

Governo di legislatura. Da qualche ora questo termine è entrato nel dibattito pubblico, in piena crisi di governo Conte. (Qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale).

Crisi di governo, cosa succede ora: tutte le ipotesi e le date

Ma cos’è? Si tratta dell’ipotesi lanciata da Goffredo Bettini, di un governo di ampio respiro, non limitato ai prossimi mesi, ma potenzialmente che duri almeno per tre anni. È una delle tre vie, insieme alle elezioni subito e al governo di transizione (o governo del presidente), che i partiti stanno vagliando in queste ore complicate di crisi di governo. Il governo di legislatura che nascerebbe da un accordo a lungo termine tra Pd e M5s avrebbe il ruolo di arginare il potere di Salvini e impedire al centrodestra unito di fare manbassa di consensi alle prossime elezioni.

Un governo del genere, che secondo i giornali piace in primis al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, avrebbe come preciso scopo quello di attuare un grosso piano di crescita economica per il paese, e che porti l’Italia indenne all’elezione del prossimo presidente della Repubblica nel 2022, e alla scadenza naturale della legislatura, nel 2023. Tra i punti di questo governo dovrebbe esserci il superamento dei decreti sicurezza di Salvini.

L’idea di Goffredo Bettini

Il primo ad aver lanciato l’idea di un governo di legislatura tra Pd e M5s, è Goffredo Bettini, uno dei dem più “ascoltati” dal segretario Nicola Zingaretti.

“L’idea di un governo istituzionale, di transizione, di un governo del presidente, chiamatelo come volete, è un tragico errore”, dice l’ex parlamentare europeo al Corriere della Sera.

“Dopo esserci fatti carico di una manovra economica pesantissima, che avrebbe come obiettivo quello di porre rimedio ai guai provocati dal governo gialloverde, torneremmo comunque al voto nel giro di poco. Con la certezza di vedere decuplicato il rischio della deriva plebiscitaria di Salvini”, spiega il dem.

Il suo ‘lodo’, come è stato definito dai giornali propone “un governo politico di legislatura”, sostenuto da una maggioranza composta da Partito democratico e Movimento Cinque Stelle.

“È un tentativo difficilissimo ma vale la pena di provarci. Salvini non lo contrasti né con gli insulti né con le polemiche sulla moto d’acqua o sulle sue mutande, né tantomeno con un governicchio che gli darebbe l’arma, fasulla ma efficace, di sostenere che stiamo facendo un golpe per evitare il voto democratico”, spiega senza mezzi termini Bettini. “Soltanto un accordo di legislatura, basato su una profonda riflessione politica, può consentire al Pd e al M5s di rispondere alla rivoluzione conservatrice lanciata dal leader della Lega”. E chi sarebbe il premier ideale per un governo di legislatura del genere? Secondo Bettini la figura è da ricercare tra i politici e non tra i tecnici.

E se questa impresa fallisse miseramente? “Allora sarebbe meglio tornare al voto il prima possibile”.

La proposta di Renzi

L’idea di Renzi è invece quella di un governo di transizione che rimanga in carica per traghettare l’Italia in salvo ed evitare l’esercizio provvisorio.

“Se i partiti vogliono litigare litighino pure ma prima mettiamo i conti in salvo”, dice Renzi. E alla proposta di un governo di legislatura risponde: “Non mi impicco a una formula o l’altra, per me la priorità è portare a casa l’abbassamento delle tasse ed evitare che l’Italia vada in recessione. Le formule dipenderanno dal dibattito tra i partiti”, dice.

L’idea è quella di un esecutivo guidato da una figura terza, per mettere al riparo i conti con una manovra, fare il taglio dei parlamentari e una legge elettorale proporzionale. L’idea potrebbe accogliere il favore del M5s. Un’ipotesi del genere, secondo quanto sostiene una nutrita parte del Pd, avrebbe un “costo politico molto alto”.

“È incomprensibile come Renzi possa passare dai pop corn e dal #senzadime al #tipregoconme rivolto ai Cinque stelle: è chiaro che sta cercando di prendere tempo per creare un suo partito”, dice un parlamentare vicino a Zingaretti.

La posizione di Zingaretti

Zingaretti è fermo su posizioni molto distanti da quelle di Renzi, e più vicine a quelle di Bettini. Zingaretti si è opposto all’ipotesi di un governo di transizione.

“Non credo sia possibile e credibile un’ipotesi che preveda un governo per fare la manovra da cui questo governo sta scappando per poi andare a votare. Questo sarebbe davvero un regalo a quella destra pericolosa che tutti vogliamo fermare. Apriamo la crisi e vedremo con Mattarella quale è la forma migliore più seria e credibile per salvare l’Italia”, ha detto il segretario Pd Nicola Zingaretti nelle scorse ore, invitando i Dem all’unità.

“Il governo ha fallito, sta entrando in crisi e quindi le nostre ragioni erano quelle giuste. Ora, comunque vada, è il momento della battaglia politica. Ora è il momento dell’unità e dell’allargamento delle forze per farci trovare pronti ad ogni evenienza. Mi batterò fino in fondo per raggiungere questo obiettivo”, dice Zingaretti.

Le altre posizioni del centrosinistra

“Bettini indica un percorso difficile ma intelligente che credo valga la pena provare a percorrere. Sarà pieno di insidie e potremo provarci solo con un patto interno al Pd: lavorare tutti come una squadra, unita intorno al segretario”, dice Dario Franceschini, facendo riferimento alla proposta di Goffredo Bettini di un governo di legislatura.

A favore dell’ipotesi governo di legislatura è anche Maurizio Martina. “Considero la traccia di lavoro proposta in queste ore da Goffredo Bettini giusta e da sostenere. È chiaro che i margini di un confronto con il Movimento 5 Stelle sono assai limitati ma rimangono possibili se matureranno una nuova consapevolezza politica, alternativa al pericolo estremista di Matteo Salvini. Non accordi di corto respiro ma una vera svolta utile al Paese a partire da Europa, lavoro, scuola, ambiente. Mettendo in discussione anche le folli politiche migratorie del ministro uscente della paura. Il Pd unito può fare la differenza in questo confronto e respingere così il gioco pericoloso di Salvini sulla pelle degli italiani”, dice a Circo Massimo su Radio Capital.

A prendere posizione sulla strategia da adottare a sinistra è anche Laura Boldrini, secondo cui non è il momento di dividersi ma di andare alle elezioni dopo avere fatto le primarie tra le forze progressiste.

“Al Pd dico che questo è il momento di unirsi, non di dividersi. Andiamo al voto, ma dopo aver fatto le primarie tra le forze progressiste”, dice Boldrini.

Boldrini boccia sia l’ipotesi Bettini, che quella Renzi: “Non serve un governo di tre mesi perché faremmo un favore a Salvini sobbarcandoci una manovra che sarebbe la conseguenza del suo disastro”, dice l’ex presidente della Camera. E non la convince neppure il governo di legislatura “perché andrebbero messe in campo molte condizioni, la prima che Di Maio dovrebbe lasciare il campo dopo quello che ha combinato assecondando Salvini in ogni nefandezza. La soluzione più limpida e più comprensibile per gli elettori è il voto, ma a delle condizioni”.

E le condizioni che pone sono queste: lista unitaria di tutte le forze democratiche e progressiste, “da Calenda alla sinistra, per intenderci”.

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