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Di Maio vuole finanziare le fonti fossili con 1,5 miliardi (che pagheranno i consumatori in bolletta)

Immagine di copertina
Luigi Di Maio

Fonti fossili Di Maio | Centrali a gas | Bollette | Mise | Luigi Di Maio

Fonti fossili Di Maio – Il Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Luigi Di Maio, in controtendenza rispetto all’Unione europea e alla sensibilità generale sul tema delle fonti rinnovabili, ha deciso di puntare sull’energia fossile e sulla costruzione di nuove centrali a gas da finanziare con 1,5 miliardi di euro all’anno per 15 anni, finanziamento che verrà scaricato sulle bollette di energia elettrica delle famiglie italiane.

Una contraddizione in termini, sembrerebbe, visto che il Movimento 5 Stelle ha sempre fatto della sostenibilità ambientale e della promozione delle fonti rinnovabili il proprio cavallo di battaglia.

A quanto pare, però, nonostante il prossimo 4 luglio entrerà in vigore il Clean Energy Package, regolamento europeo che impedirebbe al governo italiano di proseguire con l’approvazione del decreto in questione, firmato proprio dallo stesso Di Maio, il Mise sembra non aver intenzione di fare marcia indietro.

> Tav, Tap, Ilva: tutti i tradimenti del M5S sull’ambiente

Fonti fossili Di Maio | Le associazioni

A denunciare il fatto sono le associazioni ambientaliste WWF, Legambiente, Greenpeace e Italia Solare nonché Assoutenti e la Casa del Consumatore, le quali da settimane stanno cercando di intavolare una discussione con il Ministero dello Sviluppo Economico senza riuscire però a ottenere risultati concreti.

Nonostante le numerose lettere inviate al ministro Di Maio, sembra che il Ministero da lui guidato, proprio per evitare di arrivare dopo la formale entrata in vigore del Clean Energy Pakage che impedirebbe al provvedimento di essere approvato così com’è, stia peraltro premendo per accelerare le tempistiche e arrivare a una conferma del decreto in tempi brevi.

“Mentre il Clean Energy Package, punta a un sistema sempre più decentralizzato, fatto di comunità energetiche, consumatori attivi e generazione locale, con il provvedimento sul mercato di capacità il MiSE sta, invece, lavorando per accelerare l’introduzione di uno strumento che va nella direzione opposta, tanto da incentivare di fatto una corsa alla realizzazione di nuove centrali alimentate ancora a fonti fossili. Con questo sistema nuove centrali termoelettriche verranno remunerate per i prossimi 15 anni grazie a ben oltre un miliardo annuo pagato dai consumatori in bolletta. Il rischio è quello di cristallizzare un modello ormai vecchio, mentre le centrali esistenti flessibili a gas non sono utilizzate al massimo del loro potenziale”, hanno spiegato in un comunicato congiunto le associazioni ambientaliste.

“Chiediamo che il provvedimento sul mercato della capacità, che ha ricevuto venerdì scorso il via libera dalla Direzione Generale Concorrenza della Commissione europea, venga riformulato proprio rispettando le norme europee, in primis quella che ne ammette l’introduzione solo come ultima ratio. A 20 giorni dalla pubblicazione, quindi il prossimo 4 luglio, entrerà in vigore il nuovo Regolamento europeo. Non ha senso che in questi pochi giorni il Mise corra per approvare una radicale riforma del settore energetico, che va in totale contro tendenza rispetto al processo di decarbonizzazione in atto”, concludono le associazioni.

Fonti fossili Di Maio | Il Mise

Di diverso avviso è il Mise, che considera il via libera europeo al regolamento per il capacity market italiano fonte di soddisfazione: “Sarà possibile fin da subito integrare nel sistema nuovi stringenti requisiti ambientali per le emissioni in capo agli operatori, con l’obiettivo di anticipare l’attuazione delle nuove norme europee volte alla decarbonizzazione adottate nell’ambito del Clean Energy Package for all Europeans”, ha spiegato in una nota ufficiale il sottosegretario M5S Davide Crippa.

“L’introduzione del mercato della capacità si inserisce in modo complementare nel quadro più ampio di interventi finalizzati a rendere i mercati dell’energia elettrica più efficienti, aperti alla partecipazione di tutte le risorse, con particolare attenzione all’integrazione della generazione da fonti rinnovabili, dei sistemi di accumulo e della gestione della domanda, e sempre più integrati a livello europeo. Il capacity market, oltre a dare nuovo slancio alle energie rinnovabili, fornirà un contributo fondamentale per gestire in sicurezza la transizione ad un sistema energetico decarbonizzato, in linea con il PNIEC, con benefici attesi anche in termini di minori tensioni sui prezzi all’ingrosso e di minor rischio di interruzioni del carico”; conclude il sottosegretario Crippa.

Contattato telefonicamente da TPI, il sottosegretario Crippa non ha mai risposto alle chiamate.

Fonti fossili Di Maio | Le coperture

Italia Solare è una delle associazioni che si battono per evitare il finanziamento alle fonti fossili, Cecilia Bergamasco una delle responsabili spiega a TPI: “Sostanzialmente, con il provvedimento del capacity market l’Italia dice: ‘noi dobbiamo assicurare il mercato della capacità, quindi anche in situazioni di picco della domanda dobbiamo avere copertura’. Ci sono delle società che hanno dato la disponibilità a entrare in funzione in caso di picco della domanda e dunque verranno remunerate per l’espletamento di questa funzione”.

Il problema qual è? Secondo Cecilia Bergamasco “le cose però non stanno esattamente così come raccontato perché questi impianti – che da un lato sono già esistenti e dall’altro sono nuovi impianti che verranno realizzati sulla base di questo provvedimento – non entreranno in funzione solo nel momento di picco della domanda ma entreranno a far parte anche delle aste – la prima è prevista entro la fine dell’anno – e quindi avranno poi l’obbligo di fornire l’energia indipendentemente dal picco della domanda”.

“Inoltre, anche le rinnovabili potrebbero partecipare a questo tipo di mercato, con i pompaggi idroelettrici nati proprio per questo e non utilizzati, o con il fotovoltaico e l’eolico, che non sono più considerate tecnologie intermittenti e non prevedibili. Anziché dare un miliardo e mezzo per 15 anni alle fonti fossili, perché non far entrare le rinnovabili con le fonti di stoccaggio? Avrebbero sì bisogno di incentivi perché le rinnovabili sono una tecnologia ancora costosa, ma andare a dare ancora soldi ai combustibili fossili non è la soluzione. Peraltro dalle aste sono escluse le centrali a carbone ma tutte le altre centrali a gas potranno invece partecipare, quindi non solo i cicli combinati altamente efficienti ma tutti i tipi di impianti e questo è un controsenso”, prosegue Italia Solare.

Fonti fossili Di Maio | Le norme europee

“Quel che sostiene il sottosegretario Crippa secondo noi non è veritiero, perché il Mise nel regolamento non ha nemmeno ristretto la possibilità di partecipare al mercato ai soli impianti più efficienti. Noi poi abbiamo chiesto, così come imporrebbe il regolamento europeo, che tutto il processo fosse trasparente, mentre così non è stato, perché il provvedimento è basato su un documento di Terna che non è stato fatto visionare e non si capisce bene sulla base di quali informazioni l’abbiano redatto. Inoltre, il regolamento europeo che entrerà in vigore il 4 luglio impedirebbe al Mise di andare avanti ed è questo il motivo che spinge il ministero ad accorciare i tempi di approvazione del provvedimento sul capacity market, che altrimenti andrebbe adeguato alle nuove norme europee. Probabilmente dovranno poi modificarlo comunque, perché non potranno proprio fare quello che vogliono”, conclude Italia Solare.

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