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Non solo Brunei: i paesi in cui gli omosessuali possono essere condannati a morte per lapidazione

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Dal 3 aprile 2019 in Brunei è entrata in vigore la pena di morte per gay e adulteri. La legge, che era stata annunciata alla fine di marzo, prevede che gli omosessuali e gli fedifraghi vengano uccisi tramite lapidazione.

Le pene potranno essere applicate solo ai musulmani, che rappresentano i due terzi dell’intera popolazione del sultanato.

Il Brunei però non è l’unico paese al mondo in cui omosessualità e adulterio sono puniti con la lapidazione: altri sei Stati è prevista la pena di morte per questo particolare “reato”.

Curiosità: sono tutti membri delle Nazioni unite.

Tre dei paesi in cui omosessualità e tradimento sono puniti con la lapidazione si trovano in Asia e sono Iran, Arabia Saudita e Yemen. Altri tre sono in Africa, ossia Nigeria, Sudan e Somalia.

In realtà la lapidazione può essere richiesta anche in Mauritania, Emirati Arabi, Qatar, Afghanistan e Pakistan.

Da aprile 2019 alla lista si è aggiunto anche il Burnei, che ha introdotto delle pene ancora più severe di quelle previste dalla sharia e che colpiscono peccati come omosessualità, stupro, furto e omicidio.

Per essere condannato alla lapidazione, è necessaria una confessione o la testimonianza di almeno quattro uomini adulti musulmani.

Punizioni corporali per gli omosessuali sono invece applicate sulla base della sharia in Arabia Saudita, dove il “colpevole” è condannato a ricevere centinaia di frustate.

Anche in Somalia le punizioni corporali sono spesso usate contro le donne adultere, con i miliziani di Al Shaabab che sono invece soliti ricorrere alla lapidazione.

In questo quadro si inseriscono poi i paesi, ancora più numerosi, in cui l’omosessualità è considerata illegale e che può essere punita con l’ergastolo.

In Nigeria, Uganda, Camerun, Liberia, Malesia, Singapore, Sri Lanka, Turkmenistan, Uzbekistan e Russia avere un orientamento sessuale “sbagliato” può comportare multe e anni di carcere.

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