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Elezioni in Turchia: il partito di Erdogan è primo, ma perde Ankara e Istanbul

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Sostenitori del partito d'opposizione CHP festeggiano la vittoria di Ekrem Imamoglu. Credit: Yasin AKGUL/AFP

È stata una domenica di elezioni amministrative, quella di ieri, in Turchia. E per il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si può parlare di una vittoria a metà: nella tornata elettorale nella quale erano in bilico le due principali città del Paese (la capitale Ankara e la metropoli Istanbul), il suo Akp rimane il primo partito turco, ma rimane oscurato dallo storico trionfo dell’opposizione ad Ankara e a Istanbul.

“Come avviene dal 3 novembre 2002, l’Akp resta con un ampio margine il primo partito”, ha sottolinea in serata Erdogan, anche se la situazione non è così rosea.

Elezioni amministrative Turchia | I risultati ad Ankara e Instanbul

Nella capitale, il candidato socialdemocratico del Chp, Mansur Yavas, è riuscito a strappare una vittoria al fedelissimo del presidente, Mehmet Ozhaseki. A scrutinio quasi concluso, Yavas ha ottenuto infatti circa il 50 per cento delle preferenze, contro il 47 dell’avversario. Per questo il socialdemocratico ha già rivendicato il successo davanti alla folla in festa.

Il partito del presidente ha anche perso la città di Istanbul: il candidato dell’opposizione Ekrem Imamoglu ha trionfato con il 48.8 per cento, superando di pochissimo il suo rivale Binali Yildirim. 

Elezioni amministrative Turchia | I risultati nelle altre città

L’opposizione si è accaparrata anche molte città della lunghissima costa turca, come Smirne, Mersin, Antalya, Adana e Hatay. Rimane in mano ai repubblicani anche il confine sia marittimo che terrestre con la Grecia, cioè la regione di Canakkale e le città di Edirne e Tekirdag.

Per quanto riguarda i filo-curdi dell’Hdp, che hanno rinunciato a presentare propri candidati in molte città appoggiando l’alleanza Chp-Iyi, essi si sono confermati solo nel sud-est a maggioranza curda, vincendo a Diyarbakir, la più grande città curda del Paese, ma anche a Batman, a Sirte, a Van Hakkari e a Mardin. Nel sud-est curdo, invece, rimane saldo l’Akp di Erdogan, che ha vinto persino a Sirnak, una delle aree più oltranziste negli anni del conflitto turco-curdo, oltre che a Bitlis, Bingol, Mus, Agri ed Erzurum.

Elezioni in Turchia: “Sarà un voto per far cadere Erdogan, parola dei curdi”

Situazione completamente diversa, invece, a Tunceli, nell’Anatolia nord-orientale, dove il partito comunista turco, è risultato il primo partito con il 32%, seguito dai curdi dell’Hdp al 29% e dai repubblicani al 21%, con l’Akp di Erdogan che ottiene appena il 14% e i nazionalisti quasi del tutto assenti. A guidare la città sarà dunque il comunista Mehmet Fatih Macoglu.

Elezioni amministrative Turchia | I risultati a livello nazionale

A livello nazionale, invece, la coalizione guidata da Erdogan rimane sopra il 50% delle preferenze, anche se in calo rispetto alle precedenti tornate elettorali. I conservatori islamici dell’Akp rimangono largamente il primo partito con circa il 45% dei voti, aiutati anche dal 6% degli alleati nazionalisti del Mhp.

I socialdemocratici di Chp invece salgono sopra il 30% e la loro coalizione con l’Ip di centrodestra raggiunge così quasi il 40%. Male invece i filo-curdi dell’Hdp, anche per la loro decisione di non candidarsi in molte zone: se negli ultimi anni avevano sempre superato il 10%, adesso sono fermi al 3,9%.

Il voto è stato accompagnato da gravi episodi di violenza soprattutto nel sud-est del Paese, spesso teatro di scontri tra clan rivali durante le elezioni, con almeno quattro morti e decine di feriti. Numerosi anche gli osservatori invitati nella regione dall’Hdp, tra cui due italiane che sono state brevemente fermate e interrogate dalla polizia.

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