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Lega e M5s hanno un problema di numeri: in caso di “fiducia” il governo potrebbe cadere

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Le ultime due votazioni, quelle su Matteo Salvini e Danilo Toninelli, mostrano importanti crepe nella maggioranza di governo al Senato. E, mai come in questo momento storico-politico, il governo rischia di cadere al primo soffio di vento.

S&D

A Palazzo Madama, infatti, i numeri dei voti a favore dei due esponenti di governo – uno per parte, Lega e M5s – sono stati in entrambi i casi sotto quota 161, ovvero la maggioranza assoluta.

Uno scenario pericoloso in vista dell’esame di un provvedimento delicato, in arrivo nella prossima settimana, come quello della legittima difesa.

Quando è iniziata l’esperienza di governo, Conte ha potuto contare al Senato su un equilibrio già poco stabile, con 171 senatori a favore.

Ora i numeri sono ancora più stretti, soprattutto alla luce delle espulsioni nel Movimento: 165 senatori “pro esecutivo giallo-verde”; 107 senatori M5s; 58 leghisti. Il calcolo è semplice: appena 4 voti in più della maggioranza assoluta.

Ieri, giovedì 20 marzo, in occasione del voto al Senato sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini la votazione si è chiusa con soli 153 voti per “salvarlo” da parte delle due forze di governo.

Sono stati 3 i senatori del M5s a votare sì all’autorizzazione a procedere, 7 i “grillini” assenti al voto e 2 i leghisti mancanti in aula.

In aiuto del leader del Carroccio sono arrivati i voti contrari (al processo) di alcuni senatori del gruppo Misto e, soprattutto, di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Risultato finale: 237 voti “pro Salvini”.

Oggi, giovedì 21 marzo, non è stato necessario l’intervento “esterno” per salvare il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, dal voto di sfiducia. Il quorum, infatti, era più basso. Tuttavia risultato finale ha mostrato una maggioranza ancora una volta incapace di raggiungere quota 161.

Nonostante il ricompattamento di M5s, con il rientro delle dissidenti Nugnes, Fattori e La Mura e un numero minore di assenti grillini, l’asticella si è fermata prima a 159 e poi a 157 voti.

Va inoltre sottolineato che su provvedimenti importanti i numeri dei giallo-verdi sono andati oltre la soglia della maggioranza assoluta per un soffio: 163 i voti a favore in occasione della fiducia sul dl sicurezza lo scorso novembre, 162 per lo “spazzacorrotti” a dicembre e 163 per la legge di Bilancio.

“Il governo non ha più la maggioranza in Senato”, ha dichiarato il capogruppo Pd Andrea Marcucci. “A questo punto chiediamo al presidente Conte di venire a verificare i numeri a disposizione del Governo”.

Dello stesso tono le parole della capogruppo di Forza Italia, Annamaria Bernini: “Al Senato la maggioranza non ha più i numeri. È la chiara dimostrazione delle difficoltà politiche di un governo ormai allo sbando”.

E Fratelli d’Italia? Dopo il voto per evitare il processo a Salvini, Ignazio La Russa ha annunciato di voler proporre alla presidente del suo partito Giorgia Meloni una mozione di sfiducia per tutto l’esecutivo.

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