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Caso Diciotti, il Senato vota No all’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini

Immagine di copertina
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini

Il 20 marzo il Senato ha respinto l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Salvini in merito al caso Diciotti: i No sono stati 232.

S&D

I risultati sono parziali perché il voto si conclude ufficialmente alle 19, ma il tabellone elettronico dell’Aula dimostra che i voti contro l’autorizzazione sono la maggioranza.

Adesso si attendono le 19 per l’ufficializzazione del voto.

Il 19 febbraio scorso la Giunta per le autorizzazioni del Senato, presieduta da Maurizio Gasparri, aveva votato NO. In Giunta vi erano stati 16 voti contro e 6 a favore. Avevano votato a favore solo i 4 senatori del Pd e i 2 del gruppo misto. Lega, Forza Italia, Movimento Cinque Stelle e Fratelli d’Italia si erano schierati per il No a procedere con il ministro dell’Interno

Il Senato oggi doveva confermare o respingere la decisione con un voto (palese) a maggioranza assoluta.

La conferma del voto della giunta era dato per scontato fin da prima della votazione: il Tribunale dei ministri di Catania non otterrà quindi l’autorizzazione a procedere nel procedimento per sequestro di persona aggravato. In questo articolo TPI ha ricostruito tutto il caso Diciotti con un riassunto della vicenda, scoppiata nell’agosto 2018, quando a 177 migranti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera, per 5 giorni è stato impedito lo sbarco al porto di Catania.

I partiti che hanno votato contro in giunta, hanno votato contro anche in Aula. A eccezione di alcuni dissidenti. Tra le fila del M5s vi è chi si schiera a favore dell’autorizzazione a procedere contro Salvini, come la senatrice dissidente M5s, Paola Nugnes. “Io resto coerente dirò sì al processo”, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.

“Di fatto il Movimento si è salvinizzato posizionandosi anche ideologicamente a destra. Si tratta di una destra identitaria, non liberale”, ha detto la senatrice attaccando il suo Movimento.

La discussione inizia alle 13 e il verdetto finale è atteso intorno alle 19 di oggi.

In aula presente il premier Giuseppe Conte, così come Salvini, che è intervenuto per ribadire la sua posizione e dell’intero governo. Sul caso Diciotti si è fatto prevalere l’interesse dello Stato. Salvini stesso aveva annunciato la sua presenza in aula “a testa alta”.

L’intervento di Salvini nell’aula

Alle ore 11 Matteo Salvini è intervenuto davanti ai senatori riuniti a Palazzo Madama. “Non sarò mai il ministro che lascia morire in mare qualcuno senza muovere in dito: abbiamo soccorso, salvato e anche aperto un contenzioso”, ha detto il ministro.

Salvini ha ribadito la sua linea di difesa: ha agito nel perseguimento dell’interesse pubblico. I flussi migratori dalla Libia e dalla Tunisia hanno a che fare con la sicurezza e l’ordine pubblico del nostro paese.

“Gli italiani mi pagano lo stipendio per difendere i confini e la sicurezza del nostro paese”, ha detto il ministro.

Il traffico di esseri umani rende di più di quello di droga e di armi, ha detto Salvini. Business dell’immigrazione clandestina reinveste in traffico di armi e droga, sostiene Salvini.

“Il governo ha sviluppato misure e azioni per la lotta al contrasto dell’immigrazione clandestina e ringrazio i colleghi di M5s perché le cose si fanno in due, evidentemente”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, “ammiccando” al M5s, che sulla vicenda Diciotti ha mostrato spaccature.

Alla fine del suo discorso Salvini si è mostrato commosso: “Amo l’Italia, i miei figli e il mio lavoro. Mi ritengo un ragazzo fortunato, ringrazio il buon Dio e gli italiani. Comunque votiate vi ringrazio, siate certi che continuerò il lavoro senza nessuna paura, sennò farei un altro mestiere”, ha detto il ministro dell’Interno.

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