Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 16:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » News

Perché nessuno può avvicinarsi al corpo di Imane Fadil

Immagine di copertina
Imane Fadil

Il 15 marzo 2019 è stata diffusa la notizia della morte di Imane Fadil, la modella di origini marocchine testimone chiave del processo Ruby.

Chi era Imane Fadil, una delle testimoni chiave nel processo Ruby, morta a Milano

La ragazza di 34 anni è deceduta il primo marzo, ma la notizia è trapelata solo due settimane dopo.

Adesso la procura di Milano ha stabilito che nessuno può avvicinarsi al corpo di Imane Fadil, nemmeno parenti e amici, così da evitare il rischio di contaminazioni in attesa di capire quali siano le cause della morte.

Processo Ruby, l’ex avvocato di Karima: “Berlusconi pagò 5 milioni il suo silenzio”

Una delle piste seguite dagli inquirenti è quella dell’avvelenamento e la prima versione parla proprio di morte per “un mix di sostanze radioattive”.

Il test che serve a calcolare la radioattività presenti nei tessuti, secondo quanto comunicato nei giorni scorsi, avrebbe evidenziato che nel corpo della giovane vi erano radiazioni oltre i limiti di guardia.

Questo quanto riferito al Corriere della Sera da un laboratorio specializzato di Milano incaricato dalla Procura di effettuare le analisi sul corpo della ragazza.

Poco dopo la clinica Maugeri di Pavia ha invece smentito l’ipotesi avvelenamento, spiegando di non aver effettuato alcun test sulla possibile presenza di sostanze radioattive nel corpo della giovane.

Dopo 20 giorni di ricovero della Fadil, i medici dell’Humanitas avevano inviato a Pavia dei campioni di siero per analizzare la presenza o meno di sostanze tossiche.

I risultati forniti dagli esperti pavesi hanno individuato tracce nel sangue di cobalto, cromo, molibdeno e nichel, metalli tipici di protesi ortopediche e dentarie, con valori leggermente più alti rispetto alla media. Tuttavia non si tratta di livelli tali da far pensare all’avvelenamento.

Per sapere se davvero si sia trattato o meno di avvelenamento si attendono i risultati dell’autopsia, disposta per i prossimi giorni.

Intanto i pm il 18 marzo hanno ascoltato il direttore sanitario dell’Humanitas di Rozzano, dove Imane Fadil era ricoverata, mentre si procede all’analisi del cellulare della giovane.

La ragazza di 34 anni durante il mese di ricovero aveva detto al fratello e all’avvocato che temeva di essere stata avvelenata.

Ti potrebbe interessare
News / Un servizio per chi è solo a Natale: dal 24 al 26 dicembre chiama Telefono Amico
Esteri / Bernie Madoff e lo schema Ponzi: muore a 82 anni il più grande truffatore della storia americana
News / L’italiana Alessandra Galloni sarà la prima donna a dirigere l’agenzia Reuters in 170 anni di storia
Ti potrebbe interessare
News / Un servizio per chi è solo a Natale: dal 24 al 26 dicembre chiama Telefono Amico
Esteri / Bernie Madoff e lo schema Ponzi: muore a 82 anni il più grande truffatore della storia americana
News / L’italiana Alessandra Galloni sarà la prima donna a dirigere l’agenzia Reuters in 170 anni di storia
Economia / I giovani lanciano gli Stati Generazionali: “Diamo voce a chi voce non ha”
News / In difesa dello “stupratore razzista Montanelli” (di Luca Telese)
News / Dillo con una poesia: oggi è la Giornata Mondiale della Poesia e questi versi vi faranno bene all’anima
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI