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Home » News

Se vuoi andare in Erasmus o fare concorsi pubblici devi avere il vaccino per il morbillo

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Il ministero della Salute ha lanciato un piano straordinario per ridurre la circolazione del virus del vaccino tra i giovani di età compresa tra 20 e i 30 anni.

Per raggiungere l’obiettivo, è stato deciso che tra i requisiti per poter accedere ad alcuni concorsi pubblici e all’Erasmus, vi è quello del vaccino anti-morbillo.

Dal 2013 a oggi sono stati registrati oltre 13mila casi di contagio, la metà dei quali in giovani intorno ai 27 anni. Da qui la necessità di correre ai ripari.

Il nuovo piano nazionale per l’eliminazione di morbillo e rosolia 2019-2023 ha inserito dunque un’attenzione specifica per i nati tra il 1975 e il 2000, non immunizzati e dunque potenziali “vittime” del virus.

Un tavolo tecnico del ministero guidato da Giulia Grillo ha messo a punto la bozza del piano.

Ad esempio, per poter accedere ai concorsi per Forze dell’Ordine e Vigili del Fuoco, vi sarà come requisito quello della vaccinazione trivalente morbillo-parotite-rosolia, pena l’esclusione.

Stessa cosa avverrà nell’ambito dello sport agonistico: requisito per iscriversi alle società e alle federazioni sportive per poter accedere alle gare sarà il vaccino MPR.

Il vaccino sarà requisito fondamentale anche nel campo dello studio: se non si è in regola addio domanda per il bando Erasmus.

Il piano coinvolge Istituto Superiore di Sanità, agenzia nazionale del farmaco, Regioni e Asl, in prima linea per implementare le coperture vaccinali, lì dove sono scarti.

“L’intesa punta sulla comunicazione, sull’educazione sanitaria e sulla promozione attiva della vaccinazione nelle scuole e all’università e sull’offerta. L’età più scoperta è fra i 20 e i 30 anni quindi i nati dopo il 75 e fino al 200o in quanto i nati del 2001 sono già oggetto di attività mirate di recupero vaccinale”, spiega Vittorio Demicheli, l’epidemiologo voluto dalla ministra Grillo per coordinare il tavolo di esperti.

“I giovani adulti da raggiungere sono circa 2 milioni e mezzo e devono ricevere due dosi ipotizzando una copertura del 100 per cento”, si legge ancora.

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